Sadegholvaad: “Lunedì è stato protocollato il progetto di fattibilità del Neri”


Lunedì 11 marzo alle ore 14:11 è stato protocollato con posta certificata presso il Comune di Rimini il progetto di fattibilità del nuovo “Romeo Neri”. Lo ha annunciato il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, durante il Consiglio Comunale tematico sul nuovo stadio “Romeo Neri”, impianto che avrà una capienza di 12-15mila posti. Il soggetto proponente è una RTI costituita da Aurora Immobiliare e Rimini Calcio.
Il progetto prevede lo spostamento della pista d’atletica, che troverà una nuova collocazione in via Melucci, dove nascerà una cittadella dello sport (un investimento che sarà in capo all’amministrazione comunale), che accoglierà anche i pesisti ed i frisbisti, che attualmente si allenano al “Neri”.
Sadegholvaad: “Lunedì è stato protocollato il progetto di fattibilità del Neri”
L’INTERVENTO DEL SINDACO
“Non è facile far atterrare le cose. Io da inizio mandato ho avuto alcune priorità, tra queste c’era il tema della riqualificazione dello stadio. Io ho parlato subito di un piano A o di un piano B perché volevo andare a fondo a tutti i costi. O con un investimento pubblico, che vuol dire trovare in bilancio 25-30 milioni, tralasciando le strutture attigue, come un parcheggio multipiano, oppure mediante il piano A, attraverso un investitore privato, che è quello sul quale si muovono tutte le città d’Italia, con tutte le difficoltà del caso. Ci sono dibattiti a Milano, Roma e anche Bologna sullo stadio da realizzare. Il privato deve avere la giusta remunerazione dall’investimento, che deve essere ritenuta tale anche dagli appositi uffici tecnici che devono verificare l’interesse pubblico.
Nella giornata di ieri, lunedì 11 marzo, il soggetto proponente, una RTI, Raggruppamento temporaneo di Imprese, costituito formalmente da Aurora Immobiliare e Rimini Calcio ha depositato e protocollato presso gli uffici del Comune di Rimini il ‘Documento di fattibilità’ relativo al progetto del nuovo stadio ‘Romeo Neri’. Partiamo di qui dunque, da una notizia vera, che da concreto seguito a quanto avvenuto proprio in questa sede 10 mesi fa da parte del Gruppo Aurora Immobiliare. Allora, ricorderete bene, il rappresentante societario, dottor Ciuffarella, annunciò l’intenzione di avanzare nei mesi successivi una proposta di rifacimento del nostro impianto per il gioco del calcio e ad esclusivo utilizzo del gioco del calcio, a completo carico di privati esecutori con la formula del cosiddetto project financing. Nella stessa occasione l’amministrazione comunale di Rimini espresse il suo interesse per questa proposta, annunciando comunque l’intenzione di volere mettere mano di lì in avanti a uno degli obiettivi prioritari di questo mandato amministrativo, e cioè potenziare, migliorare completare l’edilizia sportiva in città perché lo sport è una difesa immunitaria sociale’. Siamo da sempre abituati a considerare la pratica sportiva solo ed esclusivamente in termini agonistici mentre dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che lo sport è linguaggio universale che abbatte diffidenze, barriere, discriminazioni, creando socialità relazioni e spirito di comunità.
Lo sport, in questo senso, in tutte le sue articolazioni è quanto di più vicino possa essere interesse pubblico per una città o un Paese: è sbagliato, considerarlo cosa privata, un’attività collaterale e tutto sommato secondaria rispetto ad altre.
Voglio dire che l’opportunità di fare e vedere sport a ogni livello contribuisce in maniera fondamentale alla forma e alla qualità che diamo alle nostre città. Rimini, da questo punto di vista, deve colmare un gap storico, lo sta facendo (i 60 milioni di euro investiti dal 2013 in riqualificazione di impianti sportivi e palestre, la nuova Casa del Volley, il nuovo centro sportivo di Rivabella per rugby, baseball, tennis, la riqualificazione dei campi da calcio di Ina Casa, Rivazzurra, San Giuliano, Torre Pedrera, Viserba, Miramare, Vergiano e San Vito, la manutenzione straordinaria dei pattinodromi di Viserba e di via Aleardi, i campi, spazi polivalenti da basket, calcetto, pallavolo a Corpolò, Viserba, Miramare, Parco Marecchia, Quinto Peep, Celle, via Pomposa, via Bramante tratto ex Torre SIP, San Vito, i 20 spazi all’aperto e nelle adiacenze delle scuole primarie che diventano aree polifunzionali, ricreative, sportive e di gioco per attività motorie all’aria aperta, i km di piste ciclabili passati da 78,5 del 2011 a 131 di oggi, i lavori di ammodernamento tecnologico al Palasport Flaminio, la nuova piscina a Viserba, l’assegnazione del bando per l’hub sportivo all’ex area Ghigi, la trasformazione in area sportiva e del benessere del Parco del Mare, il nuovo campo da calcio di Corpolò, l’RDS Stadium ampliato nelle funzioni per la danza sportiva, la stessa nuova arena che verrà realizzata da IEG che sarà in grado di ospitare gli eventi sportivi di livello internazionale) e, se questa operazione auspicabilmente andasse in porto, lo farà in maniera decisiva. Mi permetto di dire questo perché qui non è in ballo ‘solo’ (si fa per dire..) un ‘Romeo Neri’ moderno e la realizzazione di un nuovo impianto per l’atletica e per quelli che a torto vengono definiti ‘altri sport’. Qui, di più, si tratta della rigenerazione di un intero nuovo quartiere attraverso la riqualificazione della sua principale struttura sportiva, ampliata a centro di vita, interesse, attività per 12 mesi all’anno, con una dotazione di funzioni primarie (sosta, verde, servizi) adeguata al funzionamento della stessa struttura e soprattutto alla vita quotidiana di chi lì abita e risiede. Non solo, potenziare l’infrastrutturazione strategica in ambito sportivo lega sempre più la filiera turistica agli eventi sportivi, vero e proprio motore di presenze, ricchezza, visibilità mediatica soprattutto nei mesi della destagionalizzazione.
Fatta questa necessaria premessa, diciamo che con il deposito ufficiale dello studio di fattibilità da parte di Rimini Calcio e Aurora Immobiliare avvenuto ieri può cominciare davvero il tempo amministrativo relativo alla realizzazione del nuovo stadio e al nuovo hub sportivo. Sono passati 10 mesi dall’impegno del privato. Non è mio compito giudicare se troppi, se pochi. Mi limito solo a dire una cosa: queste sono partite molto onerose e complesse e che dunque portano con sé un grado di serietà che è nemica sia della fretta e dell’annuncio facile. Troppo spesso, anche in questa città, si è partiti con ottime intenzioni e proclami roboanti, dichiarando a destra e a sinistra tempi supersonici, investimenti faraonici per progetti poi arenatisi. Serietà mi fa dire adesso due cose. La prima è che non posso non accogliere con grande favore e altrettanto grande fiducia come nella composizione della RTI che ha depositato ieri la proposta ufficiale sia presente la Rimini Calcio. Questa è una condizione che fa ben sperare circa il buon esito dell’operazione perché vede direttamente coinvolto il soggetto che principalmente usufruisce dello stadio e una società che, sin dai primi passi, ha dimostrato di essere venuta e di volere stare a Rimini con intenzioni serie e non volatili. La seconda cosa è esplicitare qui e pubblicamente quello che accadrà di qui in avanti, da parte del Comune di Rimini, adesso che è stata ricevuta formalmente la proposta. Ci sono percorsi e procedure di legge obbligatoriamente da rispettare sia per la fase di valutazione tecnica della proposta che per la successiva, auspicabile, fase realizzativa. Magari sarò un po’ noiosa nell’illustrare questa parte tecnico/amministrativa ma la considero indispensabile proprio per esaudire in pieno quella necessità di essere seri e responsabili che è pre condizione affinché questa volta le cose possano andare in una maniera positiva.
Anche in questo caso è necessaria una premessa tecnica iniziale. La proposta di progetto di finanza del nuovo ‘Romeo Neri’ percorrerà i binari normativi della nuova ‘legge Stadi del 28 febbraio 2021 (Governo Draghi) e successive semplificazioni introdotte nel nuovo Codice degli Appalti.
Seguendo il dettato della legge. È il nuovo Codice Appalti che semplifica drasticamente le procedure che vengono incardinate dal “Documento di fattibilità delle alternative progettuali” che a questo punto è corredato da tre documenti:
- Piano economico finanziario che deve indicare la soluzione che realizza il miglior rapporto costi-benefici per la collettività in relazione alle diverse tipologie di intervento comparate (nuovo stadio in area vergine, miglioramento dell’esistente, demolizione e ricostruzione ecc.). La norma impone di comparare almeno tre soluzioni alternative.
- Documento che dimostri il rispetto dei principi di sostenibilità economica, territoriale ambientale e sociale dell’intervento proposto.
- Proposta di Convenzione che precisi e regoli i rapporti tra soggetto affidatario ed amministrazione.
La Legge stadi muove le proprie ragioni da alcune evidenze oggettive: la profonda trasformazione del fenomeno calcio che, se rappresenta ancor oggi un interesse forte degli italiani (per l’Istat il 35% dei cittadini segue abitualmente le partite), oggi è sostanzialmente gestito da società sportive che hanno tutti i requisiti di impresa ma non quello della virtuosità economica (il debito complessivo delle società professionistiche viaggia sopra i 5 miliardi di euro e cresce esponenzialmente ogni anno). La moria costante è poi la regola delle società professionistiche minori: dal 1986 ad oggi sono stati quasi 200 i fallimenti. Obiettivo della Legge che sancisce oggettivamente un interesse pubblico nella salvaguardia del sistema calcio è quello di mutuare dalle esperienze estere quei fattori che hanno consentito altrove di rendere sostenibile il sistema: favorendo la patrimonializzazione e la bancabilità delle società a partire dalla acquisizione in proprietà o affidamento in concessione uno stadio dalle caratteristiche tali da renderlo più attraente, più multifunzionale e profittevole. Si è molto discusso e si continua a discutere sulla ‘Legge Stadi’ perché consente, infatti, di sbloccare in maniera rapida l’utilizzo di ampie aree agricole; apre a funzioni accessorie praticamente illimitate ed in deroga alle norme (anche al di fuori del sedime occupato dall’impianto); esclude solo la possibilità di realizzare complessi di edilizia residenziale. Per quanto ci riguarda il tema è stato affrontato alla radice fin dalle prime interlocuzioni con i privati proponenti: ho personalmente esplicitato l’interesse ad un esclusivo intervento sullo stadio esistente, sviluppato nel sedime attuale, al netto degli oneri di urbanizzazione – tra i quali è compresa la costruzione di un parcheggio multipiano sull’area di proprietà comunale collocata nel comparto di via Ugo Bassi- e la realizzazione di funzioni accessorie riconducibili esclusivamente all’area dello sport, salute e benessere. Vogliamo un impianto moderno, all’inglese, che sia attivo 365 giorni all’anno e non solo due volte al mese in occasione della partita, che sia ricco di funzioni e servizi accessori all’ambito sportivo e del benessere, che riqualifichi il quartiere anche grazie a una accessibilità più moderna. Allo stesso tempo, il Comune di Rimini si incaricherà con i soldi del proprio bilancio (una cifra che si aggira intorno ai 12 milioni di euro) di realizzare un nuovo impianto per l’atletica e per gli sport che oggi svolgono attività presso il ‘Neri’ in un’area orientata verso il sud della città, servita da grandi direttrici di traffico stradale (Statale 16), lungo via Melucci. Questa sarà la nuova casa dello sport della città di Rimini, andando anche qui a riqualificare un’area senza funzioni se non quelle immobiliari.
Per quanto riguarda il vero e proprio cronoprogramma, ecco i tempi.
Il soggetto proponente è costituito da una RTI formato da Rimini Calcio e Aurora Immobiliare.
Aurora Immobiliare è referente dell’iter amministrativo fino ad eventuale aggiudicazione di gara.
Successivamente, all’esito della gara, entra in campo una Società di Progetto (aperta ad eventuali partner del nostro territorio) dedicata alla realizzazione del progetto ed alla gestione dell’opera.
Sostanzialmente Aurora Immobiliare si occuperà della esecuzione dei lavori e la proprietà della Rimini Calcio diverranno i responsabili della gestione finanziaria del progetto.
L’iter amministrativo è il seguente:
1. Presentazione del “Documento di fattibilità delle alternative progettuali” (inviato e protocollato ieri)
2. Indizione della Conferenza dei Servizi preliminare semplificata che a decorrere dal giorno 11 marzo ha 60 giorni per decretare la pubblica utilità
3. Pubblicazione del verbale conclusivo della conferenza preliminare presso il sito internet del Comune e nel Burert (Bollettino ufficiale della Regione Emilia Romagna)
4. Presentazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica conforme al codice dei contratti pubblici
5. Indizione della Conferenza dei servizi decisoria in forma semplificata
6. Approvazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica entro 60 giorni dalla sua presentazione
7. Procedura di evidenza pubblica sul Progetto di fattibilità tecnica ed economica approvato da concludersi entro 120 giorni dall’approvazione (con diritto di prelazione da parte del promotore come da norme Project financing)
8. Aggiudicazione
9. Sottoscrizione della Convenzione e avvio lavori
Questi sono i tempi tecnici strettamente necessari. Contemporaneamente, svilupperemo il progetto del nuovo impianto dell’atletica e degli sport, a cura diretta degli uffici del Comune di Rimini. Non voglio vendere fumo, non sono abituato a promettere ciò che so non possa accadere. Realisticamente per entrambi gli impianti, le procedure e gli obblighi di legge hanno tempi stimabili in almeno 18 mesi. Essere seri significa per me dire che questi sono i tempi per l’avvio dei lavori, nel caso in cui la proposta presentata sia valutata positivamente. Aggiungo che personalmente non ho motivo di credere che anche questa volta andrà come in passato. Non c’è consumo di suolo per un impianto da 12/15mila posti, coperto in ogni sua parte, capace di ospitare anche grandi concerti. Certo, sono da valutare bene e in nome dell’interesse della città tutti i singoli aspetti ma ieri/oggi credo che abbiamo già infranto il primo diaframma per avere finalmente, nell’arco di pochi anni, una impiantistica sportiva capace di sostenere le ambizioni di una città come la nostra.
Concludo con questo: è già al lavoro il gruppo tecnico del Comune di Rimini delegato alla valutazione dell’interesse pubblico dello studio di fattibilità, entro 60 giorni. Quindi entro la prima metà del mese di maggio si taglierà un altro, importante step. Questo è ora il nostro compito.
Questo ora è il nostro compito. Noi ce la metteremo tutta. Sono certo che per un obiettivo come questo la città remerà tutta nella stessa direzione per fare un definitivo salto qualitativo alla nostra infrastrutturazione sportiva”.
In chiusura di seduta è stata bocciata (6 voti favorevoli, 20 contrari e 4 astenuti) la proposta di avvicinamento al campo della Curva Est avanzata dal consigliere comunale Stefano Murano Brunori.