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solidarietà

I richiedenti asilo regalano due tablet per i pazienti dei reparti covid di Rimini

In foto: i rappresentanti dei richiedenti asilo consegnano i tablet per i pazienti ai sanitari dei reparti covid - 19
i rappresentanti dei richiedenti asilo consegnano i tablet per i pazienti ai sanitari dei reparti covid - 19
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 28 apr 2020 15:41 ~ ultimo agg. 5 mag 10:03
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«Siamo migranti, veniamo tutti da paesi diversi, ma siamo anche uomini e ci hanno insegnato che nelle difficoltà non bisogna aver paura di chiedere aiuto; quando però stai bene, tocca a te aiutare. […] Conosciamo bene il dolore e l’angoscia che si prova quando sei costretto a stare lontano dalla tua famiglia. Quello che a noi ci ha aiutati è stato un telefono con cui poter chiamare casa e così vedere gli occhi delle nostre mamme, i visi dei nostri figli, poter dire loro che stavamo bene e che eravamo ancora vivi. Per questo abbiamo pensato a questi tablet».

Sono alcuni passaggi della lettera che i richiedenti asilo residenti nelle strutture di Riccione gestite dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori hanno consegnato «ai lavoratori e lavoratrici dell’Ospedale Infermi», infermieri e medici dei reparti Covid – 19, insieme a due tablet, donati «con la speranza che possano aiutare le persone lontane ad incontrarsi e a portare così un sollievo, seppur piccolo, ai cuori delle persone di cui vi prendete cura e anche ai vostri». Tablet che sono state consegnati nelle mani della dottoressa Raffaella De Giovanni e di una infermiera dei reparti Covid di Rimini da Omar D. e da Marena D., in rappresentanza dei 38 compagni.

Scoppiata l’emergenza gli ospiti delle strutture di via Piemonte e di via Puglia a Riccione, 19 per ciascuna struttura provenienti da Senegal, Costa d’Avorio, Nigeria, Mali, Gambia, Pakistan, Ghana, Bangladesh, hanno deciso di dare una mano. Una volta acquistati i tablet, dotati sia di collegamento wireless sia predisposti per una sim così da essere utili in ogni frangente, la consegna: appuntamento all’ospedale Infermi. La colletta infatti era partita all’inizio di marzo, quando anche a Riccione c’erano malati Covid, reparto poi per fortuna chiuso con l’attenuarsi del contagio. Ai sanitari che li hanno accolti i ragazzi hanno consegnato, a nome di tutti, una lettera. Lettera che i sanitari hanno letto e, non senza trattenere dei moti di emozione, e che il lettore potrà leggere integralmente.

Cari lavoratori e lavoratrici dell’Ospedale Infermi,

Siamo un gruppo di ragazzi delle strutture di accoglienza CAS di Riccione della Cooperativa sociale Cento Fiori. Siamo migranti, veniamo tutti da paesi diversi, ma siamo anche uomini e ci hanno insegnato che nelle difficoltà non bisogna aver paura di chiedere aiuto; quando però stai bene, tocca a te aiutare.

Siamo arrivati qui dopo viaggi difficili, molti di noi hanno attraversato il mare: sappiamo cosa significhi morire da soli, senza più riuscire a respirare. Abbiamo visto tanti amici andarsene così. Noi siamo i fortunati. L’Italia è il paese che ci ha salvati e che ci ha accolti quando avevamo bisogno di aiuto. Riccione è la nostra casa. Per questo, quando abbiamo sentito e visto cosa stava succedendo in Italia, nel nostro paese, ci siamo seduti in cerchio e abbiamo discusso su quello che potevamo fare. Perché se c’è un problema ci si aiuta, ognuno con quello che può. Gli esseri umani funzionano così.

Nessuno qui è medico, non ci sono infermieri tra di noi, ma conosciamo bene il dolore e l’angoscia che si prova quando sei costretto a stare lontano dalla tua famiglia. Quello che a noi ci ha aiutati è stato un telefono con cui poter chiamare casa e così vedere gli occhi delle nostre mamme, i visi dei nostri figli, poter dire loro che stavamo bene e che eravamo ancora vivi.

Per questo abbiamo pensato a questi tablet, con la speranza che possano aiutare le persone lontane ad incontrarsi e a portare così un sollievo, seppur piccolo, ai cuori delle persone di cui vi prendete cura.. e anche ai vostri.

Ogni mattina quando ci svegliamo preghiamo che questa malattia non ci sia più. Ma sappiamo che per questo abbiamo bisogno di persone che la combattano in prima linea, e queste persone siete voi. Quindi, ogni mattina quando ci svegliamo preghiamo e continueremo a pregare per ognuno di voi e per le persone che state aiutando.

Con tutta la nostra stima e gratitudine,

I ragazzi dei Centri di Accoglienza Straordinaria di via Piemonte e Via Puglia gestiti dalla Cooperativa sociale Cento Fiori

Foto: