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Viabilità, verde, frazioni

Coordinamento comitati: comune poco disposto al confronto. Lanciata petizione

In foto: la riunione del coordinamento dei comitati
la riunione del coordinamento dei comitati
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 18 apr 2024 10:41
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Prosegue l’attività del coordinamento dei comitati riminesi che si sono incontrati nei giorni scorsi per mettere in fila gli obiettivi comuni. Interlocutore l’amministrazione comunale di Rimini. Coinvolti il Comitato Residenti Rione Clodio, Viserbapuntoeacapo, Comitato per l’ambiente di Rivabella, No alla variante SS16, nuovo Comitato del Quartiere di Borgo Marina, Comitato di Borgo San Giuliano, Associazione Quartiere 5 e Comitato Quartiere Padulli. Il coordinamento chiede al comune un confronto continuativo e costruttivo con la cittadinanza per affrontare questioni aperte che riguardano la viabilità, il verde, il patrimonio urbano. Un confronto che, secondo i comitati, è invece mancato. Avviata anche una petizione che i cittadini possono sottoscrivere a questo indirizzo. 
I referenti hanno elaborato poi alcuni temi da affrontare e li hanno pubblicati in un post sui social. Eccoli:
1) Migliorare la comunicazione fra i cittadini ed il Comune, molto limitata in questa fase amministrativa. Si registra una mancanza di informazione preventiva, da parte della Giunta, sugli interventi che vengono realizzati sul territorio. Spesso i progetti delle opere vengono discussi, con i cittadini, solo ad appalto avviato. Vi è, in aggiunta, un’inspiegabile avversità, da parte dell’Amministrazione Comunale, a risolvere problemi seri che riguardano la vita dei riminesi, come per es. in Via Ducale, a Borgo Marina, a Borgo San Giuliano, ecc.. . I Comitati uniti, inoltre, suggeriscono a gran voce di ripristinare l’istituto dei Quartieri, organismi in grado di ristabilire un corretto e democratico dibattito formativo per lo sviluppo dei territori;
2) La valorizzazione ambientale della limitata parte di verde rimasta nel nostro comune, che ha dato la paternità alla “riminizzazione”, deve attivarsi con scelte incisive, condivise e lungimiranti perché riguarda il futuro nel nostro territorio. E la parola d’ordine non è solo quella di riqualificare, ma aggiungere verde. Rimini, per la sua storia di evoluzione turistica (ed immobiliare!) parte da uno svantaggio più alto, rispetto alla media di altre città, per cui è fondamentale conseguire questo obiettivo. Le premesse, purtroppo, espresse dalla Amministrazione sono in direzione opposta.
Il Piano del Verde tarda a partire, sono 5 anni che se ne discute e, forse, in questo periodo sembra mettersi in moto. Ma è tardi! Intanto è già stata fatta la scelta di:
costruire una piscina a Viserba dentro ad un parco esistente; è stato approvato un comparto abitativo (di circa 100 alloggi) nell’unica area disponibile per il verde a Rivabella; verranno rubati più di 1.000.000 di mq. al territorio agricolo, adiacente alla A14, per costruire una variante alla SS16 oramai inutile e dannosa, poiché basterebbe usare gli attuali sistemi di accesso, alla portata di tutti (cellulare, ecc), per utilizzare l’autostrada esistente come circonvallazione;
3) Tutelare il patrimonio urbano di Rimini e delle sue frazioni. La città deve essere vista come un unico “macchinario” su cui concentrare l’attenzione. Dal centro alla periferia, dal mare alle campagne. Ogni parte ha una sua valenza, funzione e connessione con tutto il resto. Se la parte turistica necessita di maggior lustrini anche quella abitativa, magari posta più lontana, ha bisogno di un contesto completo di servizi, luoghi di aggregazione, per non essere un “dormitorio”. È il rischio, per esempio, del quartiere Padulli, dove mancano servizi pubblici e/o privati per una sana crescita sociale e gli ultimi fenomeni delinquenziali dimostrano, purtroppo, questa tesi. Ma la tutela si attua anche con politiche urbanistiche oculate che tendano a preservare la già esagerata cubatura edilizia, non come ha fatto il Comune, invece, incrementando altezze e superfici. La selva di condomini altissimi, cresciuti in questi ultimi anni, porterà un incremento antropico tale da far collassare il territorio urbanizzato, già scarso di parcheggi, di verde e di servizi complementari. 
In tutto questo con un sistema viabilistico e di mobilità ingessato, dove la gestione del traffico non è supportata neppure da un Piano della Mobilità coerente”.