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concessionari uscenti perdono

Concessioni, a Jesolo le prime evidenze pubbliche. Sadegholvaad: ‘il governo resta immobile’

In foto: la spiaggia di Jesolo
la spiaggia di Jesolo
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mer 14 Feb 2024 15:45 ~ ultimo agg. 15 Feb 11:09
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A Jesolo sono stati resi pubblici i risultati dei primi due “percorsi di evidenza pubblica in concorrenza” avviati per l’assegnazione delle concessioni di spiaggia, ovvero gare sulle concessioni balneari. Il punto di partenza è stata la legge regionale 33, che permette nuovi affidamenti ventennali sulla base della presentazione di un piano di investimenti con un budget per miglioramenti ed innovazioni. Gare che hanno visto uscire sconfitti i concessionari uscenti superati da concorrenti, nel caso specifico, rappresentanti di capitali locali. Una delle due concessioni assegnate è andata a Mario Moretti Polegato, proprietario della azienda produttrice di scarpe Geox e di un albergo a Jesolo. Con lui in cordata c’era Alessandro Berton, presidente dell’associazione di categoria Unionmare Veneto e gestore di altri stabilimenti balneari in Veneto. L’altra concessione è andata ad Alessandro Iguadala, imprenditore balneare. L’arenile di Jesolo è stato suddiviso in 31 unità: per 16 di queste c’è stato un solo concorrente, le altre hanno ricevuto più offerte. Si è trattato comunque di partecipazioni dal territorio. E c’è comunque da mettere in preventivo l’ipotesi di ricorsi.
Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad esprime su Facebook alcune considerazioni che partono da una accusa di immobilismo al governo.
“1) Al di là di tutti i discorsi e proclami, il governo se ne sta lavando le mani degli operatori balneari. La tattica del silenzio, della dilazione e della furbizia porta a un solo approdo: le cose comunque vanno avanti, anche se si fa finta di non vedere. E poi alla fine questi sono i risultati
2) se le gare vedono prevalere, come mi pare di capire dagli articoli di stampa apparsi quest’oggi, soggetti che hanno grandi capacità finanziarie e di investimento il rischio più generale è che si perda quella tipicità e quel tratto umano nel rapporto col cliente che è stato il punto di forza, ad esempio, delle spiagge romagnole. Questi signori danarosi credo si guarderanno bene dal lavorare fisicamente in spiaggia, ingaggiando dipendenti che si occuperanno degli stabilimenti. Una forma di impresa assolutamente legittima, ci mancherebbe altro, ma che spersonalizza quella figura a cui molti di noi siamo affezionati: il bagnino.
3) il piano dell’arenile che stiamo presentando alla città, vuole essere sì uno strumento per favorire investimenti in forma aggregata, partendo però da un concetto differente: salvaguardando in buona sostanza il numero delle concessioni esistenti l’intento è quello di non perdere per il futuro il tratto democratico e il valore di un sistema fondato principalmente sull’impresa familiare
4) Ma, ripeto, queste situazioni agli antipodi tra una regione e l’altra e tra un comune e l’altro sono figlie di un immobilismo totale da parte di Roma”.
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