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di carlo alberto pari

Extra profitti: una questione aperta. La riflessione

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Dom 1 Ott 2023 11:17 ~ ultimo agg. 19:51
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Se i conti correnti non vengono adeguatamente remunerati e si generano extra profitti, è auspicabile permettere di utilizzarli per aumentare le riserve, oppure sarebbe ragionevole obbligare le banche a remunerare il risparmio depositato sui conti, imponendo un minimi, in funzione dei tassi applicati sui depositi della BCE (Banca Centrale Europea)? E’ la domanda da cui parte la rilfessione sul tema di Carlo Alberto Pari.
Un titolo articolato, che sintetizza inequivocabilmente la situazione. Se quanto emerge sulla stampa specializzata risultasse corretto, sarebbe una manovra difficilmente comprensibile da parte dei risparmiatori. La tassa sugli extraprofitti, è apparsa subito come una vera “anomalia”, per usare un eufemismo, per diversi esperti in diritto ed economia. Del resto, è difficile accettare che un settore possa essere penalizzato se produce molti utili a causa di una particolare contingenza, mentre per altri, ciò non sembra accaduto, ad esempio, per aziende che hanno tratto benefici dalla pandemia, o dal super bonus, o in tempi attuali dalla guerra. Pertanto, l’applicazione è presumibilmente assai complessa, per uscire dal tunnel, potrebbero consentire alle banche di utilizzare l’importo derivante dalla tassazione, per implementare le proprie riserve. Sembra una barzelletta, ed appare scontata una domanda : quale beneficio ne trae il risparmiatore che ha
subito e subisce una mancata o inadeguata remunerazione sul suo conto corrente ? E’ lapalissiano, che anziché tassare gli extra profitti, era necessario imporre una tasso minimo sui conti correnti, indicizzato a quelli applicati dalla Banca Centrale Europea sui depositi, da tempo in progressiva crescita, fino all’attuale 4% , mentre sui conti correnti degli italiani, la remunerazione è stata ed è, molto spesso vicino allo zero. Appare evidente, che i circa 1.200 miliardi depositati sui conti, possono produrre utili molto importanti, con poca fatica e zero rischi rispetto all’elargizione di credito.
Alcuni rappresentanti delle aziende bancarie, hanno sostenuto e sostengono che il conto corrente è un servizio, per questo non è remunerato. Chiederei cortesemente di verificare quale sia la norma di legge che avvalora tale affermazione. E’ ovvio che se per ipotesi non esistesse, come credo, ognuno può raccontare ciò che è consono agli interessi che rappresenta, ma le Istituzioni
deputate, dovrebbero intervenire e legiferare. Altrimenti, la beffa non è solo nei confronti dei risparmiatori, ma anche della nostra amata Costituzione, che cita all’art 47 : “La Repubblica incoraggia e tutela il Risparmio in tutte le sue forme”, non sembra siano esclusi i conti correnti.
Carlo Alberto Pari

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