Undicenne morto in Sardegna, le ipotesi sulle cause dell'esplosione

La Procura di Tempio Pausania sta indagando sulle cause della tragedia di giovedì nel sassarese dove un bambino riminese, in vacanza con la famiglia, ha perso la vita nell’esplosione di un camper.
Due botti da esplosione, poi un rogo che non ha lasciato scampo. Si chiamava Samuel Imbuhzan il bambino residente a Rimini, la città della madre, morto nell’esplosione del camper in cui si trovava in vacanza con la famiglia in Sardegna, sulla spiaggia di Bados, tra Olbia e Golfo Aranci. In un primo momento si è pensato ad una fuga di gas da alcune bombole in dotazione al camper, ma ora si ipotizza anche che qualcuno stesse cucinando all’esterno con un fornello da campeggio e che una scintilla abbia scatenato la prima esplosione in un ambiente forse già saturo di gas. I vigili del fuoco hanno ritrovato e repertato alcuni fornelli a gas. Per Samuel non c’è stato nulla da fare nonostante il disperato tentativo del padre di strapparlo alle fiamme. Il 52enne di origini romena, titolare di una ditta per la lavorazione del legno sulla Consolare, è stato portato dal 118 all’ospedale di Sassari con gravi ustioni sul 40% del corpo. Gli investigatori attendono anche che la madre, illesa ma sotto comprensibile choc, sia in grado di dare la sua testimonianza. Il camper è stato posto sotto sequestro, insieme all’altro camper incendiato che faceva parte della stessa comitiva.
La coppia ha altri due figli che erano rimasti a Rimini, ora sono ospiti di una zia. L’assessore alle politiche sociali Gianfreda è in contatto col collega sassarese e si è messo a disposizione per aiutare la famiglia.