Area via Bassi. Da Dalto (Rimini Life): superfici ridotte e atto d’obbligo su supermercato


Resta il “muro contro muro” tra privato e comune sul futuro di via Ugo Bassi a Rimini. Nel pomeriggio, Asi ha incontrato i cittadini di fronte allo stabile degradato che avrebbe dovuto ospitare la questura. Una cinquantina le persone presenti. In mattinata il progettista di Rimini Life Marco Da Dalto è intervenuto ai microfoni di Tempo Reale.
Ex (mai) nuova Questura: Asi propone modifiche al progetto Rimini Life. La palla al comune
Non si sblocca la situazione dell’area di via Ugo Bassi a Rimini, che continua a restare nel degrado. Dopo qualche spiragli filtrato nei mesi scorsi, è riesplosa la tensione tra Ariminum Sviluppo Immobiliare, che nel 2021 ha acquisito l’area della ex nuova questura per 14,5 milioni, e il comune. Per risolvere l’impasse e non dover attendere i lunghi tempi del nuovo piano urbanistico generale (PUG) servirebbe un accordo. Più volte però il sindaco Sadegholvaad ha detto di non rinvenire l’interesse pubblico nel progetto Rimini Life, presentato dal privato, che prevede residenziale, verde, funzioni pubbliche e commerciale. Il dibattito si è concentrato in particolare sulla realizzazione di un supermercato da 1500 metri quadri (con insegna, si dice, Esselunga) e con altri 6mila metri a servizio. Il privato ha cercato anche di apportare modifiche al progetto per cercare di far breccia nel muro dell’amministrazione. “Dei 23700 metri che abbiamo acquisito e potremmo ristrutturare – spiega Marco Da Dalto, responsabile del progetto Rimini Life, alla trasmissione di Icaro Tempo Reale – abbiamo deciso di ridurli a 15/16mila metri nella proposta di progetto, quindi realizzare meno superficie complessiva e aumentare le dotazioni territoriali. Se poi l’oggetto del contendere è il processo alle intenzioni (definito “assurdo” da Da Dalto) sulla superficie di vendita, abbiamo deciso di offrire all’amministrazione l’opportunità di sottoscrivere un atto d’obbligo dove quella superficie di vendita ci obblighiamo a non modificarla per i successivi 10 anni. Anche se nel corso del tempo dovessimo pensare delle ottimizzazioni nella parte di vendita o dei magazzini ci obblighiamo a non dare modifiche“. Ma la proposta sembra non aver scalfito la posizione dell’amministrazione.
Di fronte all’area degradata di via Bassi dovrebbero però sorgere, su iniziativa del comune finanziata dalla Regione, nuovi alloggi di edilizia residenziale. Per realizzarli l’amministrazione deve espropriare alcuni terreni di Asi che però ha fatto ricorso, mettendosi di traverso. “E’ pazzesco che l’amministrazione rifiuti ogni tipo di confronto con un privato che possiede il 73% delle aree ed è intenzionato a rigenerare tutto e a regalare le aree (ndr quelle che dovrebbero essere espropriate)”- dice ancora Da Dalto e poi voglia “realizzare le palazzine in quel contesto” spendendo risorse per espropriare. Il responsabile di Rimini Life risponde anche alle sollecitazioni spesso arrivate dal comune sul mancato mantenimento della sicurezza nell’area. “Non può dire che dipende da noi – spiega – possiamo recintare, mettere la sorveglianza, chiudere gli ingressi ma la microcriminalità li si è creata e violano continuamente il nostro limite di proprietà. Noi non possiamo fare niente. Si può solo rigenerare tutto il contesto.” Con l’attuale situazione di degrado Da Dalto stenta a credere che l’amministrazione voglia realizzare nell’area nuovi alloggi: “il sindaco – provoca Da Dalto – deve dire ai cittadini e ai residenti che farebbe vivere anche la sua famiglia in quella zona. Se lo fa, io mi taccio” conclude.
La nota stampa di Asi dopo l’incontro coi cittadini
Oltre 50 cittadini riminesi oggi pomeriggio all’ex Questura per incontrare Ariminum Sviluppo Immobiliare nell’incontro preannunciato per aggiornare sull’iter del progetto RiminiLife. Marco Da Dalto, responsabile del progetto RiminiLife, s’è rivolto alle persone intervenute aggiornandole sui programmi e sulle ragioni di ASI.
“Abbiamo fatto opposizione al Comune alla pratica di esproprio e andremo avanti in tutte le sedi per tutelare l’investimento“
A proposito delle modifiche al progetto:
“Abbiamo proposto delle variazioni riducendo i circa 23.700 mq di superficie edificata oggi acquistati a 16.000 mq, mantenendo il criterio di più funzioni che creino inclusione e migliorino qualitativamente il contesto, anche aumentando gli spazi destinati al verde pubblico.
Riguardo al supermercato abbiamo più volte specificato che il nostro progetto è coerente con la normativa, tanto è vero che l’ufficio competente del Comune lo ha approvato con parere favorevole, riscontrando che la superficie di vendita è di 1500 mq e che le superfici accessorie sono funzionali e coerenti. Per spegnere ogni tipo di speculazione e strumentalizzazione ci siamo resi disponibili a sottoscrivere un atto d’obbligo per mantenere inalterata la superficie di vendita del supermercato per dieci anni dalla sottoscrizione dello stesso accordo.
Serve riportare i termini al loro vero significato
“La riposta ‘non c’è interesse pubblico’, senza motivazione, ci ha lasciati di stucco. Il Comune è obbligato per legge a fornire delle motivazioni oggettive che non possono risiedere in valutazioni approssimative sul tema del traffico (argomento da noi sviscerato dettagliatamente mediante relazioni e rilievi specialistici che abbiamo depositato in Comune) o sulle proporzioni tra superficie di vendita e accessorie, argomento non regolamentato da nessuna normativa locale o regionale. Piuttosto ci preme sottolineare che grazie al modello presentato si genereranno circa 90 nuovi posti di lavoro che rappresentano anch’essi aspetto di rilevante interesse pubblico.
Le accuse che ci sono state rivolte dal Sindaco circa la nostra volontà di realizzare un centro logistico sono di fatto smentite dal progetto che è nelle sue mani ed approvato dai suoi uffici.
Ricordiamo che il nostro supermercato con superficie di 1500 mq resta comunque un negozio principalmente di quartiere, proprio per effetto del numero limitato di prodotti che può esporre che in modo fuorviante più volte è stato definito ‘mega centro commerciale’.
La sicurezza.
“Quando il sindaco ci accusa di sventolare degrado e insicurezza come forma di ricatto, ci offende. Intanto mostra di non aver presente cosa accade con epicentro l’’area ex Questura e non ha chiara la disperazione dei cittadini che da 20 anni sono in questa condizione.
Realizzare delle palazzine pubbliche e sociali in un contesto da 20 anni (molto prima che lo acquistassimo), luogo insicuro e intriso di microcriminalità, lo riteniamo privo di buon senso, soprattutto pensando alle famiglie che vi verranno ad abitare.
Al di là delle procedure formali, resta un fatto di coscienza che crediamo un Sindaco debba valutare pienamente.
Non siamo una onlus, sia chiaro. Ma abbiamo un profondo senso etico della nostra attività. Non costruiremmo mai al fianco di un luogo degradato e attrattore di delinquenza. Sinceramente non capiamo come possa pensare di farlo il Comune, tanto più con residenze popolari che sono un bisogno enorme per le nostre città.
Quel cartello ‘vergogna’ che il Sindaco mostrò ai fotografi dinanzi all’ex questura, oggi pare lui stesso voglia mantenerlo in vita.