Imu, Tari, imposta soggiorno. A Rimini recuperati 32milioni di evasione


Sommando Imu, Tari e imposta di soggiorno (più altri tributi di minori entità), il comune di Rimini tra il 2021 e il 2023 ha recuperato quasi 32 milioni di euro di evasione fiscale. E’ quanto emerge dai rendiconti 2021 e 2022 e dal bilancio di previsione 2023. La voce più ‘pesante’ riguarda l’Imu con circa 20 milioni recuperati nel triennio, seguita dalla Tari (9,4 milioni) e dall’imposta di soggiorno (1,8 milioni). L’amministrazione ha le idee chiare su come utilizzare le risorse. Hanno permesso, spiega l’assessore al bilancio Juri Magrini, “di sterilizzare le tariffe e le imposte, a partire dalla Tari che siamo riusciti a congelare nonostante l’aumento previsto dal piano economico finanziario di Atersir proprio in virtù delle risorse accantonate nell’avanzo vincolato“. L’ultima verifica degli equilibri di bilancio ha poi evidenziato come proprio l’aumento degli incassi del recupero dei tributi evasi abbia consentito di ridurre le somme da destinare al fondo crediti di dubbia esigibilità “svincolando così risorse che ci hanno permesso di dare copertura alle maggiori spese per le mense, per l’inclusione scolastica, per il verde pubblico” aggiunge l’assessore. Magrini rende merito all’attività dell’ufficio tributi del Comune che persegue il duplice obiettivo di supportare i contribuenti nel regolarizzare le posizioni ma anche di far emergere e colpire le situazioni più gravi. L’Amministrazione ha infatti messo a punto una strategia di tax compliance specifica per ogni tipologia di tributo. “Penso ad esempio all’imposta di soggiorno e all’introduzione del versamento mensile – spiega l’assessore – che consente al Comune un monitoraggio più puntuale così come la maggiore attenzione rivolta alla ‘volatilità’ delle imprese, con l’applicazione della procedura di sospensione-revoca delle licenze in presenza di gravi irregolarità fiscali“. E nel futuro non sono previsti passi indietro, anzi. “Se Rimini può permettersi di programmare piani di investimenti da 60, 80, 90 milioni ogni anno a fronte di un bilancio solido – conclude Magrini – lo si deve anche alla capacità di incamerare e ridistribuire queste risorse. La sfida è quella di far capire come ognuno possa in qualche modo essere artefice della crescita e dello sviluppo della città“.