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la 'Macchina dei sogni'

Al Museo il distributore di pensieri e poesie dei ragazzi dell'Enaip Zavatta

In foto: il distributore
il distributore
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 1 giu 2023 15:42 ~ ultimo agg. 2 giu 22:13
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Scritti, disegni, aforismi e poesie al posto di bibite, acqua e snack: la “macchina dei sogni” curata dagli studenti del corso “operatori grafici” dell’Enaip “Zavatta” inaugurata oggi all’ala moderna del museo.

A venti centesimi l’una, delle piccole opere d’arte frutto della creatività dei ragazzi dell’intuizione di una professoressa che ha trasformato un distributore da riciclare in una straordinaria forma di arte ed espressione. Distributore collocato, appunto, in un luogo d’arte: il Museo della città di Rimini.

A fare gli onori di casa la vicesindaca con delega alle politiche educative, Chiara Bellini e il direttore dei musei di Rimini, Giovanni Sassu presenti insieme al presidente della Fondazione Enaip Zavatta, Vittorio Betti.

“Bottigliette riciclate che una volta aperte mettono in contatto chi la riceve con i nostri sogni, i nostri pensieri, paure e sogni. l’idea ci è venuta guardando una vecchia macchina automatica inutilizzata, di quelle che distribuiscono bottigliette di acqua e bibite – spiegano le studentesse e gli studenti del corso “Operatori grafici” dell’Enaip Zavatta di Rimini – abbiamo pensato che la nostra scuola possa rinnovarsi anche nel modo di proporsi all’esterno, facendo conoscere il Centro Zavatta a tutti, abbattendo gli stereotipi che vedono il nostro come un contesto esclusivamente “pratico”, sottovalutandone la portata umanistica, artistica e relazionale. Noi siamo più di quel che si vede, noi siamo sorprendenti”.

“Ho conosciuto queste ragazze e ragazzi l’anno scorso – ha spiegato la vicesindaca Bellini – e mi sono innamorata di questo progetto che, dalla concezione alla sua realizzazione concretizza un tema a me molto caro. Parlo della scuola come luogo della creatività, del benessere e dell’ascolto, del sentirsi apprezzati nella propria diversità e particolarità. In queste bottiglie ogni ragazza e ragazzo si presenta per come è, con la propria sensibilità. Ho pensato che questa bella esperienza potesse e dovesse diventare un patrimonio di tutta la città, e cosi l’ho proposto al direttore Sassu, che ha subito accettato con entusiasmo e dato la sua disponibilità, per cui lo ringraziamo. Ho letto negli occhi di queste studentesse e degli studenti la soddisfazione nel vedere il frutto del loro lavoro posizionato in uno dei luoghi più importante della nostra città, il giusto riconoscimento al loro lavoro e alla loro passione”.