Indietro
menu
pochi i contestatori

La Meloni sul palco della Cgil: accoglienza fredda ma corretta

In foto: Giorgia Meloni sul palco della Cgil
Giorgia Meloni sul palco della Cgil
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 17 mar 2023 12:39 ~ ultimo agg. 18 mar 11:06
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Sapere ascoltare è la condizione per avere il diritto di essere ascoltati” lo ha detto Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil, invitando sul palco del Palacongressi di Rimini la premier Giorgia Meloni.

Ad introdurla, il segretario della Cgil Maurizio Landini. “Abbiamo scelto di fare un congresso aperto per parlare al Paese delle nostre proposte, e di voler parlare con tutti dei suoi problemi. Bisogna imparare anche ad ascoltare, non è solo gesto di altruismo ma anche condizione per chiedere diritto di essere ascoltati. Quindi voglio ringraziare a nome di tutto il congresso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per essere qui. Quando le ho telefonato, ha subito accettato. Lo vivo come momento di rispetto e riconoscimento di quel che siamo”.

Salita sul palco, una sparuta parte della platea l’ha accolta intonando “Bella Ciao”. Poi la trentina di contestatori si è alzata ed ha abbandonato la sala. Un episodio che non ha minimamente turbato la premier, che ha iniziato senza scomporsi il suo intervento.
Meloni, nelle sue prime parole, ha spiegato di aver accettato l’invito in segno di rispetto alla Cgil e in un clima di confronto che il Governo vuole portare avanti. “La mia presenza qui ha fatto discutere, alcuni pensavano che non venissi per timore delle contestazioni ma sono fischiata da 30 anni, sono cavaliere al merito della materia. Non mi spaventa il contesto difficile”.  “Era da 27 anni che il capo del Governo mancava al congresso della Cgil. Era normale che il premier più lontano da questa platea ad essere qui dopo tutti questi anni? Penso di sì. Perchè con questo confronto possiamo celebrare l’unità nazionale. Il confronto è necessario e inevitabile“. Soffermandosi poi sulla riforma fiscale alla luce della legge delega approvata ieri dal Governo.

Un solo applauso durante i trenta minuti di intervento, quando la Meloni condanna l’assalto alla sede del sindacato. La premier chiude rinnovando la disponibilità a un ascolto serie delle istanze dei sindacati. L’intervento, seguito senza fischi e con generale correttezza da parte del pubblico, è salutato con un breve, tiepido applauso. All’uscita dal palacongressi, dopo un’altra mezzora per gli incontri a porte chiuse, la attendono oltre alle telecamere anche le senatrici locali di Fratelli d’Italia Domenica Spinelli e Beatriz Colombo che le regalano un mazzo di rose.

“Sono soddisfatta. Non ho mai paura di confrontarmi, come si sa. Penso che sia una cosa giusta e che fosse doveroso esserci”, dice ai giornalisti prima di salire in auto.