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il rimprovero al comune

Agenti di polizia Locale a processo, pugno duro del pm: chieste pesanti condanne

In foto: Il pm Davide Ercolani
Il pm Davide Ercolani
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 29 mar 2023 19:21 ~ ultimo agg. 30 mar 14:59
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Sono a processo per essersi intascati i soldi di alcuni spacciatori fermati e aver redatto falsi verbali per mascherare le pratiche illecite. Un modo di agire al di sopra della legge, secondo l’accusa, che travolse nel marzo del 2018 otto agenti della polizia Municipale appartenenti al Nucleo Ambientale, protagonisti soprattutto delle operazioni “Kebab” sullo spaccio a Borgo Marina, che aveva portato il gruppo alla ribalta della cronaca.

Questa mattina nel corso di una lunga e dettagliata requisitoria, il pubblico ministero Davide Ercolani, che coordinò le indagini svolte dalla guardia di finanza, ha chiesto pesanti condanne per tutti e 8 gli imputati, che vanno da un minimo di 4 anni ad un massimo di 11 anni e 6 mesi. In totale una richiesta complessiva a 63 anni di reclusione.

I reati a vario titolo vanno dall’abuso d’ufficio al peculato, dal falso fino al danneggiamento aggravato. Chiesta invece l’assoluzione per intervenuta prescrizione per quanto riguarda l’omissione di atti d’ufficio. Il pm, che ha riconosciuto agli imputati di aver partecipato al processo con compostezza ed educazione, ha parlato di “sfruttamento dei poteri della divisa per il proprio profitto” e di “un contesto torbido e opaco”. Non ha poi risparmiato un duro attacco all’amministrazione comunale, accusata di non essersi voluta costituire parte civile e di aver lasciato sola la Procura: “Dov’é il Comune di Rimini? Perché con 8 agenti di polizia giudiziaria a processo non si è mai costituito? Se n’è fregato altamente…”, ha concluso, sottolineando come quegli stessi imputati nel frattempo siano stati trasferiti ad altri incarichi anche di rilievo investigativo.

Gli otto agenti, difesi dagli avvocati Massimiliano Annetta, Roberta Rossi e Stefano Caroli, hanno sempre respinto le pesanti imputazioni professandosi del tutto innocenti e sostenendo di essere stati accusati da quelle stesse persone (gli spacciatori magrebini) che avevano incastrato. L’avvocato Annetta ha infine chiesto l’assoluzione dei suoi assistiti demolendo la posizione del teste fondamentale dell’accusa. Colui che – secondo la difesa – avrebbe parlato solo per interesse di parte. La sentenza del tribunale collegiale di Rimini è attesa il prossimo 19 aprile.