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violenza ostetrica

Cosa vogliono le mamme. A "Tutta salute" l'ostetrica influencer che ascolta le storie delle donne

In foto: Alessandra Bellasio a "Tutta Salute" su Icarotv
Alessandra Bellasio a
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 6 feb 2023 18:53 ~ ultimo agg. 19:01
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Martedì 7 febbraio alle 20:35 su Icarotv (canale 18) a “Tutta salute” si torna a parlare di violenza ostetrica mentre il caso del piccolo Carlo Mattia all’ospedale Pertini di Roma continua a generare dibattito. Il titolo della puntata è: “Cosa vogliono le mamme: assistenza, empatia, sicurezza”. L’ospite è Alessandra Bellasio, mamma, ostetrica, consulente professionale in allattamento materno, ideatrice di UniMamma.it (piattaforma italiana per la maternità) e anche med-influencer da 163 mila follower su instagram.

La scorsa puntata la presidente FNOPO – Federazione nazionale Ordini professione di ostetrica Silvia Vaccari ha spiegato la posizione dell’ordine e quali provvedimenti sono stati chiesti al Governo (ci sono stati due incontri con il Ministro Schillaci) per fare in modo che situazioni simili non accadano mai più (guarda la puntata)

Questa settimana, la trasmissione condotta da Lucia Renati, pone ancora l’accento sul problema che va al di là del caso specifico con un dibattito che è esploso in maniera dirompente sui social: sono centinaia le mamme che stanno raccontando le loro esperienze di parto e post-parto. Dalle loro storie emergono la solitudine delle neomamme in ospedale, il supporto non sempre adeguato, che viene loro offerto, situazioni che rientrano nella cosìddetta “violenza ostetrica”. Grazie alla condivisione delle loro storie tramite i social network e i media che hanno dato loro voce, hanno scoperto di non essere sole. Il pensiero che accomuna tutte le loro storie è: “potevo essere io”.

“La violenza ostetrica esiste in Italia come in molti altri paesi del mondo – ha raccontato Bellasio a Lucia Renati – non possiamo fare finta che non esista. Le mamme vanno ascoltate e assistite e le strutture devono essere in grado di garantirlo con servizi e personale adeguato. La formazione nel nostro campo è fondamentale. In molte mi hanno chiesto di non parlare più del caso del Pertini, soprattutto chi deve ancora partorire, perché dopo questa tragedia sono state assalite dall’angoscia. Per questo ho deciso di parlare in un altro modo dei rischi che ci possono essere ma anche di come si possono completamente evitare”.

Alessandra Bellasio ha anche lanciato un’iniziativa per mettersi in ascolto delle storie di queste mamme che non hanno vissuto il momento del parto e post-parto come speravano: un questionario anonimo per dare voce alle mamme e uno per i sanitari. Dopo tre giorni dalla pubblicazione sul sito di Unimamma.it, 20mila donne hanno risposto al suo invito.

“Volevo capire perché si creano le basi per atti di violenza ostetrica, quali ne sono le cause, come vengono agiti e come vengono percepiti e vissuti dall’interno. Scopo ultimo era offrire risposte e margini di miglioramento. Strada facendo, però, leggendo e analizzando i dati raccolti, mi sono accorta di qualcosa a cui non avevo mai pensato. Stavo in realtà guardando due mondi che, palesemente vorrebbero prendersi per mano ed aiutarsi, ma che per qualche motivo si ritrovano ad una distanza che impedisce loro di farlo. La prima necessità emersa, dunque, è stata quella di rimettere in comunicazione le parti, donne e operatori”.