In sala Manzoni il convegno per i catechisti. In diocesi sono 2500
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Si intitola “Dal dio che voglio io al Dio di Gesù Cristo” il convegno diocesano dei catechisti che si svolgerà domenica 29 gennaio alle 15 in Sala Manzoni a Rimini. Giunto alla 33esima edizione sarà l’occasione per il Vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi di incontrare – per la prima volta – tutti i catechisti e gli educatori della Diocesi e di rivolgere a loro la sua parola sul tema proposto.
Fare catechismo non equivale a trasmettere nozioni. Tutt’altro. Fare catechismo è tentare di vivere insieme la fede, educatori, bambini, ragazzi e famiglie. In questo percorso la preghiera si rivela importantissima. Ed è fondamentale muovere i passi giusti per non finire fuori strada. La preghiera non è solo richiesta, per cui tutto ciò che chiediamo ha il diritto di essere esaudito. Forse abbiamo una idea distorta della preghiera e una idea non esatta di Dio? Sono alcune delle sollecitazioni e degli interrogativi a cui si cercherà di rispondere insieme alla biblista suor Elena Bosetti, che proporrà una riflessione su “Passi di preghiera per bambini e ragazzi”. Poi sarà la volta di tre testimonianze di esperienza di preghiera: Suor Stefania di Montetauro racconterà la preghiera di ringraziamento, Maria Bilancioni racconterà la preghiera di affidamento, il Vescovo Nicolò interverrà invece sulla preghiera di discernimento e aiuterà l’assemblea nella riflessione.
Coordina don Daniele Giunchi, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano.
I catechisti nella Diocesi di Rimini sono circa 2.500, di cui tre quarti sono donne con un’età compresa tra i 30 ed i 50 anni.
Tra gli educatori, però, sono molti i ragazzi più giovani, anche maschi, impegnati in un prezioso servizio.
“La preghiera è relazione con Dio, a 360 gradi. – dice don Daniele Giunchi, direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano – Possiamo dunque domandare al Dio di Gesù Cristo, ed è umanissimo chiedere come nell’Orto degli Ulivi: «allontana da me questa calice». Ma è divino fare la volontà del Padre, perché la sua volontà è cosa buona per tutti noi”.