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Calcio Promozione

S. Ermete, il presente è ora. Intervista al presidente Alex Martino

In foto: Alex Martino insieme all'allenatore Massimo Mancini
Alex Martino insieme all'allenatore Massimo Mancini
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 30 dic 2022 12:45
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Si parte dal segno della vittoria che equivale a un successo a tre stelle forse in certe occasioni meriterebbe anche l’apparizione nel manuale del calcio tanto caro all’ex calciatore ed opinionista Josè Altafini. Il calcio odierno è una giungla, si salvi chi può recitano le persone che hanno preso parte agli ultimi campionati dettati dalla pandemia, con stop imposti dalla federazione ma ancora prima dall’emergenza sanitaria. La crisi si sente ma a volte difronte alle difficoltà ci si esalta passando dall’affidabilità di colonne portanti in categoria al tesseramento di giovani marmotte: abili e arruolate alla faccia della scommessa. Nel mezzo anche un po’ d’internazionalità che non guasta, quella che porta alla ormai prossima organizzazione della ventesima edizione del Memorial Protti fino al ricordo di persone che sono venute a mancare con i giovani che lottano per alzare al cielo quel trofeo e con l’obiettivo centrato, quello del ritorno al calcio giocato. Una storia fatta di sacrifici, vittime illustre (sparizione del settore giovanile) con pass di andata e ritorno per il 97% dell’organico a disposizione.

Dopo le parole del massimo dirigente Maurizio Molari, la palla passa al presidente Alex Martino, col quale abbiamo deciso di chiudere lo spazio dedicato alle interviste di questa annata rivisitando le tappe che hanno portato all’attuale percorso finale.

Presidente, le chiedo di trovare un aggettivo per descrivere questo 2022 tra campionato precedente e attuale e il Memorial Protti.
“Il 2022 come ogni anno è stato duro ma utile per la crescita individuale e collettiva. Siamo riusciti (finalmente) a concludere la stagione e a ritornare ad un barlume di normalità. Lo scorso campionato -a causa di motivi lavorativi- non ho potuto seguirlo in prima persona ma sono rimasto con l’amaro in bocca”.

A cosa si riferisce esattamente?
“I risultati altalenanti hanno spento presto la luce che si era accesa nelle uniche cinque gare giocate nella stagione precedente dove ottenemmo uno score di quindici punti. Il pensiero al risultato non era il pensiero prioritario in quando la nostra società è famosa per i rapporti intercorsi con giocatori e dirigenti. La mancata conferma di Castiglioni, Molari, Zavattini, la separazione dal tecnico Pazzini – una persona straordinaria che meritava sicuramente più rispetto – mi ha provocato tanta amarezza. Quest’anno siamo partita con una nuova idea di calcio che ha bisogno di tempo per essere messa in pratica. Il progetto di rilancio è stato affidato al tecnico Massimo Mancini (un ritorno per lui), che gode della fiducia e della massima stima dell’intero ambiente. A lui il compito arduo di gestire un gruppo totalmente rinnovato, pieno di giovani di belle speranze, affiancati da pochi giocatori esperti che oltre ad essere esempi in campo lo sono soprattutto fuori, proprio per questo pensiamo di aver tracciato la nostra strada futura. In questo cammino non sono mancati passeggeri che hanno viaggiato a bordo con noi per alcuni tratti. Ottimi piloti che hanno sposato inizialmente la nostra causa per poi scegliere altre mete, ma questo fa parte del nostro ambiente, con soluzioni finale sposata da entrambe le parti: senza rancore e in assoluto rispetto. Il Memorial Protti invece è stata la prova più avvincente dopo due anni di stop. Una scommessa vinta in fatto di riproposizione e ripartenza dell’evento con un successo incredibile tanto da raccogliere le future adesioni in vista del 2023 già alla fine della precedente. In motivo di vanto per il club ma soprattutto per le persone che ne prendono parte in fatto di organizzazione e disponibilità”.

In vista del 2023 cosa si attende?
“Sicuramente mi aspetto un girone di ritorno decisamente migliore dell’andata. Note le difficoltà iniziali abbiamo ottenuto otto risultati utili consecutivi che ci hanno portato al giro di boa nella parte sinistra della classifica che oggi non equivale a una salvezza matematica ma che ci permette di partire con meno patemi. Inoltre la squadra potrà contare sul collettivo, sull’alchimia creata che vale sicuramente più di una soluzione individuale o del presunto fenomeno che possa farti vincere la partita. Sono fiducioso”.

Lei ha parlato di amarezza in merito a alcuni giocatori che hanno prese destinazioni diverse. Oggi da chi vorrebbe non separarsi?
“Le dichiarazioni di prassi non rientrano nel mio dna anche perché penso di essere stato sempre obiettivo nelle valutazioni nel bene e nel male. La strada serve per essere percorsa e nel viaggio chiamato calcio ho capito mediante certe diramazioni che gli sbagli servono per la crescita individuale e collettiva. Oggi Leonardo Fuchi, Francesco Marcaccio e Luca Bonifazi sono il capitano e le colonne della squadra, quindi vorrei che rimanessero nella colonia dei verdi!”.

Approfittando di questo sentimentalismo non facile da tirare fuori dalla sua figura, quale colpe addossa alla sua figura da presidente. Qual è il suo più grande fallimento?
“La rinuncia al settore giovanile è stato il mio più grande fallimento in dieci anni di Presidenza, ma purtroppo sono stato costretto dall’assenza di infrastrutture e possibilità di offrire un servizio serio e rispettoso alle famiglie. Alcuni hanno compreso e altri mi addossano colpe, su tutte quelle di aver trattato i loro figli come pacchi postali, ferendomi nel personale. La nostra società in questi anni ha lavorato tantissimo per offrire alla gente del posto un servizio impensabile da realizzare perfino nel periodo di pandemia. In estate avevamo realizzato inoltre un Summer Camp ma senza la disponibilità territoriale e soprattutto senza l’impiantistica era impensabile proseguire questa avventura insieme”.

Per il futuro lei come e dove si vede?
“Intendo lavorare per allargare la base societaria con nuovi e giovani imprenditori in grado di prendersi cura di una macchina che ha intrapreso un lungo viaggio. I nuovi dirigenti dovranno accendere il motore e metterla nuovamente in moto per mantenere queste basi, saranno determinanti e fondamentali idee e iniziative moderne che possano parallelamente viaggiare con il calcio moderno”.

Maurizio Molari è uno dei possibili nuovi “giovanotti”?
“Maurizio – sorride – sa benissimo quanto sia importante per il nostro percorso di crescita e per la continuità del calcio nella nostra bellissima località. È una giovane marmotta che ha bisogno di ricaricare le pile dato che insieme a tutti gli altri merita il nostro plauso per il senso di appartenenza e dedizione”.

Il suo messaggio di auguri agli appassionati e simpatizzanti dei verdi?
“Auguri e forza S. Ermete, verdi una volta verdi per sempre!”.