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omicidio a miramare

Coltellata mortale alla gola del coinquilino, 15 anni per l'assassino

In foto: l'ingresso dell'appartamento di via Lussemburgo
l'ingresso dell'appartamento di via Lussemburgo
di Lamberto Abbati   
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gio 10 nov 2022 15:33 ~ ultimo agg. 11 nov 12:49
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Quindici anni e sei mesi di reclusione per omicidio volontario contro i 20 chiesti dal pubblico ministero. E’ la pena inflitta dal gip del tribunale di Rimini, Manuel Bianchi, nei confronti del 31enne peruviano Marcos Antonio Quispe Luyo, assassino reo confesso del connazionale 35enne Leonardo Yoel Vinces Ballena, ucciso il 29 maggio del 2021 con una coltellata alla gola nell’appartamento di via Lussemburgo, a Miramare. L’imputato ha potuto beneficiare dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato, scelto dai suoi difensori, gli avvocati Carlo Alberto Zaina e Monica Pozzi. Riconosciute anche le attenuanti generiche.

Furono i carabinieri di Rimini ad arrestare Quispe Luyo, che crollò dopo un lungo interrogatorio ammettendo di aver ucciso il connazionale. Un delitto, secondo quanto emerso dalle indagini, scaturito da una difficile convivenza. I conflitti e i contrasti con la vittima, che, stando alla versione dell’imputato, si rifiutava di contribuire alle spese di casa, erano all’ordine del giorno. Al culmine di una violenta lite domestica, Quispe Luyo accoltellò mortalmente alla gola Ballena, crollato sul pavimento della camera da letto in un pozza di sangue. 

Un gesto barbaro che per il pm Luca Bertuzzi meritava una pena severa. I difensori dell’assassino reo confesso, che avevano cercato di convincere il giudice a riqualificare il reato in omicidio preterintenzionale, ritengono la sentenza equilibrata: “Attendiamo di conoscere le motivazioni – dicono – e, se ci saranno appigli, ricorreremo in Appello”. Amareggiati i parenti della vittima, che pur non essendosi costituiti parte civile nel processo, hanno comunque seguito l’intero iter giudiziario appoggiandosi all’avvocato Piergiorgio Tiraferri, che ha spiegato: “Speravamo in una pena più alta, ma la scelta del rito abbreviato ha inevitabilmente inciso sull’esito finale”.