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Cerimonia il 3 dicembre

Al parco Fabbri inaugura il monumento per il 150° anniversario degli Alpini

In foto: il monumento agli Alpini
il monumento agli Alpini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 29 nov 2022 13:47
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Il 2022 è stato l’anno dell’Adunata degli alpini a Rimini ed è stato anche l’anno in cui il Corpo, fondato nel 1872, ha compiuto 150 anni. Per celebrare la ricorrenza, l’Associazione Nazionale Alpini, in collaborazione con la Sezione Bolognese-Romagnola e il locale Gruppo Alpini, ha scelto di realizzare un “Monumento dedicato al 150° Anniversario di costituzione del Corpo degli Alpini” e di donarlo a Rimini. L’opera, ideata e realizzata da Guglielmo Dotti, sarà posizionata la Parco Fabbri e inaugurata sabato 3 dicembre dalle 10.15. Si partirà con l’ammassamento degli alpini, a cui seguiranno lo schieramento delle rappresentanze, gli onori al Labaro dell’Ana, l’alzabandiera e i discorsi delle autorità. Presenti il comandante delle Truppe Alpine dell’Esercito, gen. c. a. Ignazio Gamba, il presidente dell’Associazione nazionale alpini, ing. Sebastiano Favero e per l’Amministrazione Comunale l’assessore Francesco Bragagni. Venerdì 2 invece, alle 14.30 sarà aperta sotto i portici del Palazzo comunale in piazza Cavour una Mostra fotografica dedicata al 150° degli Alpini mentre alle 18, al cinema Fulgor, andrà in scena una narrazione di Sergio Stefani sui 150 anni, corredata delle immagini del Centro Studi Ana e dalla musica della Fanfara della Sezione Ana Abruzzi.

L’ideatore-autore del monumento, Guglielmo Dotti, “vècio” alpino che negli Anni Sessanta ha prestato servizio nel 5° Artiglieria da montagna, ha immaginato l’opera come un excursus attraverso la storia delle penne nere: su un basamento arcuato, realizzato in blocchi di calcestruzzo, con impianto di illuminazione a led integrato, si ergono dodici figure di alpini, bidimensionali, a grandezza naturale, realizzate in acciao corten dal caratteristico color ruggine, che portano le divise del Corpo dal 1872 al 2004, anno in cui fu sospesa la leva obbligatoria. Le ultime quattro, tra cui due rappresentanti della Protezione Civile Ana, salutano la Bandiera che sarà issata su un pennone alto nove metri. Alle loro spalle uno scenario in cui compaiono anche un dromedario, perché il primo impiego in missione degli alpini fu tra le dune africane e l’amato e fedele mulo, che per tanti decenni ha accompagnato i soldati della montagna.

Ho pensato – racconta Dotti – ad un’opera che fosse più didattica che monumentale, che fosse in grado di trasmettere anche ad un bimbo che va al parco col nonno l’immagine diretta di una storia tanto gloriosa. Gli alpini raffigurati non hanno atteggiamenti marziali o eroici, ma sono ritratti come tutti noi, giovani chiamati a servire la Patria e che a quel servizio si adeguarono, con il pensiero, soprattutto nei tempi di guerra, sempre rivolto alla baita, la casa lontana, e agli amici che non ce l’avevano fatta”.