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truffa ai danni dello stato

Falsi certificati per non andare a scuola, insegnante e due medici indagati

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
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mer 26 ott 2022 17:43 ~ ultimo agg. 27 ott 19:52
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Sono indagati per truffa in concorso i due medici curanti e l’insegnate che, secondo le indagini della guardia di finanza di Rimini, coordinate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, avrebbero procurato un danno allo Stato pari a circa 47mila euro. Sarebbe questa la somma che la professoressa, una 30enne originaria della provincia di Reggio Calabria, che nelle ultime tre annate scolastiche ha insegnato in istituti tecnici e professionali del Riminese, avrebbe percepito indebitamente con assenze ingiustificate, ripetute e continuate dal lavoro, frutto – è la tesi dell’accusa – di falsi certificati medici redatti dai due professionisti compiacenti, un 65enne e un 58enne residenti entrambi in provincia di Reggio Calabria.

La professoressa, assunta a tempo determinato come supplente, dal settembre 2019 all’aprile 2022 ha prodotto più di 30 certificati medici attestanti soprattutto malattie che richiedevano terapie salvavita e la costringevano quindi a lunghi periodi di assenza, come la sindrome di Meniere o un’insufficienza renale cronica. A queste gravi malattie si sarebbero poi aggiunte anche altre patologie minori: ascessi dentali, lombalgie, distorsioni alla caviglia e persino una reazione avversa al vaccino anti Covid.

La Procura di Rimini, avvalendosi di un consulente tecnico d’ufficio, ha ritenuto le presunte malattie diagnosticate alla docente come non gravi, evidenziando l’assenza del pericolo di vita. La professoressa, accusata di aver arrecato un grave turbamento al regolare svolgimento delle lezioni, rischia di finire a processo, e con lei i due medici ai quali viene contestato anche il reato di falsità ideologica in certificati. Il pubblico ministero Bertuzzi, infatti, ha chiesto per i tre indagati, difesi dagli avvocati Rosa Celea, Luca Barillà e Domenico Vadalà del Foro di Reggio Calabria, il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata davanti al gip del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, il prossimo 7 marzo.