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Battaglia sulla battigia

Biagini (Conamal) a Vanni: comparate introiti denunciati e indennizzi reclamati

In foto: Roberto Biagini
Roberto Biagini
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Sab 13 Ago 2022 16:23 ~ ultimo agg. 29 Mag 20:13
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Si alzano i toni dello scontro sulla spiaggia. Il tema resta sempre quello delle concessioni demaniali. La manifestazione (flash mob) annunciata dagli operatori per il giorno di Ferragosto (vedi notizia) sollecita la risposta da parte del presidente del Conamal Roberto Biagini che attacca Mauro Vanni di Confartigianato Imprese Balneari. “Anche la nostra – scrive – è una battaglia di tutti, ma a differenza della vostra noi ci battiamo per la difesa dei diritti e non per la conservazione dei privilegi. Chiediamo allo Stato che tutti gli imprenditori turistici possano accedere alla utilizzazione in concessione dell’arenile, mentre adesso è loro precluso perché le istituzioni, contravvenendo a precise disposizioni eurounitarie, non hanno ancora predisposto dei bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni che sono da anni in regime di monopolio“.
Chiediamo allo Stato – prosegue Biagini – che intervenga per adeguare i ridicoli canoni che vi chiede al giusto valore di mercato in modo che vi sia un adeguato ritorno per tutti i cittadini in tema di servizi dato che, con l’inflazione delle concessioni, il bene demaniale non è più liberamente e gratuitamente fruibile per tutti. Ad ogni anello della “vostra catena” sarebbe utile e dimostrativo che ognuno degli “incatenati” mostri il canone che lo Stato vi chiede per la concessione, insieme alla vostra dichiarazione dei redditi in modo che il pubblico possa poi farsi un’idea degli introiti denunciati e compararli con il valore degli indennizzi da voi reclamati e magari anche il contratto di sub-ingresso o di “affido” delle concessioni, così per dare un’occhiata al valore del “do ut des”.
Il presidente del Conamal torna anche a chiedere allo Stato “un giusto equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge di libera fruizione. Chi non può o non vuole pagare un ombrellone e due lettini 40 euro giornalieri deve avere lo stesso diritto di accedere ad una spiaggia libera ed attrezzata e tuffarsi in acque pulite come chi, legittimamente, paga per i servizi di uno stabilimento balenare“.

Quando un diritto su un bene pubblico – conclude Biagini – non è esercitabile da tutti ma è a disposizioni di pochi, perde la sua qualifica di diritto e degrada a privilegio“.

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