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"124 questionari su 22mila residenti"

Area ex Dama. ASI: il dibattito non ruoti solo sul supermercato

In foto: l'edificio di via Bassi
l'edificio di via Bassi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 29 giu 2022 16:53 ~ ultimo agg. 19:16
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Resta convinta della validità della proposta fatta, mette nuovamente in luce le funzioni sociali che troverebbero spazio nel quartiere Rimini Life e chiede che il dibattito non ruoti solo attorno a supermercato sì o no. Ariminum Sviluppo Immobiliare, la società che si è aggiudicata all’asta per 14,5 milioni di euro l’area ex Dama, torna ad intervenire, anche a fronte del dibattito che si è riacceso negli ultimi giorni sull’area di via Bassi.

Di fronte alle puntualizzazioni del Comune seguite al percorso partecipativo (vedi notizia), la società ribadisce che il masterplan Rimini Life osserva le linee guida dal PIERS a cui il Comune ha aderito, presentando una manifestazione di interesse nel 2020.

E in merito alla costruzione di alloggi popolari aggiunge che “è altresì chiaro che l’ottenimento del finanziamento pubblico in favore della realizzazione delle residenze pubbliche e sociali prevede il rispetto di tutti quei parametri che hanno dato luogo all’attribuzione di specifici punteggi che hanno poi consentito al Comune di ottenere il finanziamento. Provando a riepilogarli in super sintesi, i parametri parlano di una generale rigenerazione urbana ed ambientale, prioritariamente attraverso interventi di recupero e ristrutturazione di immobili esistenti, di demolizione e successiva ricostruzione in contesti urbani urbanizzati, o anche attraverso l’acquisto di immobili da destinare a ERP/ERS, in coerenza con le politiche regionali dirette a contenere il consumo del suolo”.

Sulle funzioni sociali inserite la società spiega che sono frutto di “un’analisi sociologica approfondita, ma non costituiscono – lo ribadiamo – una condizione imprescindibile, perché queste rientrano nei contenuti del dialogo che speriamo sia possibile a breve affrontare con l’Amministrazione, prima di scegliere le funzioni più adatte”.

Per ASI sarebbe più costruttivo parlare delle quote di funzioni sociali che delle specificità avanzate che torna a ricordare come sono emerse:

“- l’asilo è stato inserito in quanto su una popolazione di oltre cinquemila bambini da 0 a 4 anni, l’offerta pubblica ne soddisfa meno del 20%;

– la sede di scienze motorie dell’Università di Bologna deriva dalla coerenza con quanto l’Amministrazione persegue, puntando su Rimini città del wellness. Favorire anche con le infrastrutture la crescita della facoltà, che da rilievi risulta non avere una sede unificata ed un calo della frequentazione dei corsi, ci è parso un passo intonato;

– lo studentato, non subordinato alla realizzazione della sede universitaria, risponderebbe ad una domanda di studenti non riminesi (ci risulta intorno al 50% di coloro che frequentano il Campus di Rimini con incrementi di iscrizioni internazionali) che attualmente trovano conforto in strutture organizzate che restituiscono soltanto 170 posti;

– la biblioteca, naturale conseguenza dello studentato e della sede universitaria, trova comunque sostegno da un rapporto biblioteche/abitanti che a Rimini è nettamente minore rispetto alla media nazionale, oltre al fatto che nel raggio di un chilometro vi sono 10 istituti di scuola superiore che potrebbero beneficiarne. Tra l’altro la biblioteca nella rivisitazione moderna ha anche la funzione di spazio co-working che ben si sposa con il quartiere RiminiLife“.

Qualche perplessità Ariminum Sviluppo Immobiliare ce l’ha anche sulla portata, a livello numerico, del risultato dei sondaggio, promosso dall’amministrazione: “124 questionari compilati a fronte di circa 22.000 abitanti residenti nella circoscrizione e 55.000 nel raggio di 5 minuti”.

Una risposta anche alle riflessioni di Confesercenti che sostiene non sia più il tempo di medie e grandi strutture di vendita (vedi notizia):  “Per quanto riguarda l’intervento della Confesercenti, ovviamente rispettabile, rispondiamo che esiste una legge sulla liberalizzazione del commercio che non può avere ostacoli pregiudiziali. Dialogo, confronto, analisi e responsabilità consentono un traguardo più aderente ai bisogni della città. In ogni caso l’area di via Bassi dal 1999 è conformata e attrezzata per ospitare una media struttura di vendita, come si evince dal piano integrato del 1999, dal PSC vigente e dalla manifestazione di interesse al PIERS presentata dalla stessa amministrazione comunale. In conclusione, sembra emergere che sia più importante non far costruire il supermercato, anche a costo di lasciare in piedi il transatlantico di macerie che oggi tutti vediamo come una ferita sanguinante, lasciando via libera a microcriminalità e degrado. Si è davvero sicuri che la città voglia questo, o piuttosto non abbia più a cuore veder nascere il quartiere di RIMINI LIFE?“.