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organizzato dal comune

All'incontro sul femminicidio anche i figli di una vittima

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 19 mag 2022 14:26
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Si è svolto ieri pomeriggio nella sala del giudizio del Museo della città di Rimini l’incontro pubblico “La gelosia non uccide. Femminicidio e violenza di genere” organizzato dal Comune, insieme a Rete donne Rimini e Casa delle donne. All’incontro, introdotto dalla Vicesindaca con delega alle politiche di genere del Comune di Rimini, Chiara Bellini, hanno partecipato Emma Petitti, Presidente Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, Rosanna Lavezzaro, Questore di Rimini, Mario La Mura, Comandante provinciale dei Carabinieri di Rimini. Tra i Relatori, hanno approfondito alcune tematiche più tecniche Elvira Ariano, di Rompi il Silenzio Onlus, Donato Piegari, referente dell’Associazione DireUomo – Spazio Ascolto Maltrattanti, ed Elisabetta Pillai, Responsabile Area Sociale interdipartimentale Dsdia Ausi della Romagna. Moderatrice dell’incontro, la giornalista Vera Bessone.

Tra i cittadini che hanno partecipato all’incontro, una cinquantina circa, erano presenti anche i figli della vittima del recente femminicidio avvenuto a Rimini a fine aprile che, prima dell’incontro, hanno incontrato la vicesindaca Chiara Bellini. Proprio da questo incontro è partita l’introduzione della Vicesindaca Bellini, che ha sottolineato come “la coraggiosa presenza dei figli della vittima del recente femminicidio avvenuto nella nostra città, debba responsabilizzarci tutti, amministrazione, associazionismo, società civile, cittadini, verso la diffusione di una vera cultura antiviolenta. Un fenomeno, quello della violenza di genere, pericolosamente in crescita e non solo perché – come qualcuno sarebbe portato a pensare – le donne sono più propense a sporgere denuncia rispetto al passato, ma proprio perché la donna, anche in virtù del suo percorso per il raggiungimento della parità, continua a subire nuove forme di violenza e prevaricazione che sembrano accentuarsi anziché diminuire. Per questo, unitamente al lavoro delle forze dell’ordine e dei centri antiviolenza l’amministrazione sta lavorando per ampliare le attività culturali e di sensibilizzazione, lavorando di concerto con coloro che in prima linea si battono per il contrasto alla violenza”.

Sugli interventi della rete pubblica a contrasto della violenza di genere ha puntato anche la Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia – Romagna Emma Petitti, sottolineando la maturità del sistema regionale e la necessità “di una società che deve farsi carico di tali problemi, perché la violenza sulle donne non è un fatto privato ma coinvolge ognuno di noi”.  Un sistema di cui fanno parte anche le Forze dell’Ordine, come ha sottolineato nel suo intervento il comandante provinciale dei Carabinieri di Rimini, Mario La Mura, evidenziando come nella nostra provincia siano presenti “due stanze, di cui una a Rimini, per accogliere e ascoltare le persone più fragili, vittime di violenza, con personale dedicato e appositamente formato”.
Toccante l’intervento del Questore Lavezzaro che ha ricordato la sua esperienza nel carcere di Novara (in cui si è svolta una ricerca e un progetto specifico sui sex offender) prendendo spunto da un interessante video dedicato alla violenza di genere, ha ricordato come l’ascolto e il soccorso alle donne vittima di violenza sia, per ogni uomo della Polizia e delle Forze dell’Ordine,  un dovere assoluto.

Gli interventi tecnici da parte di Elvira Ariano, Elisabetta Pillai e Donato Piegari, hanno evidenziato i numeri, le tipologie e i servizi della rete territoriale, ponendo l’attenzione sulla rete a supporto delle vittime, ma anche a quello dei maltrattanti. Hanno inoltre fornito, oltre all’analisi culturale del fenomeno e come arrestarlo, imprescindibili strumenti di intervento sui temi della formazione per la scuola, le forze dell’ordine e le professioni (giornalisti, avvocati, magistrati, ecc.).

Nel corso del 2021 sono state circa 250 le richieste di aiuto da parte delle vittime ai diversi sportelli di aiuto territoriali. Più di 6mila le notti di ospitalità per donne, ma anche minori, vittime di violenza fisica o psicologica. Più di 30 le donne ospitate – e più di 40 i minori – nelle case rifugio dell’associazione, con minori al seguito.