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venerdì 19 aprile 2024
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Calcio Serie D

Ravenna-Rimini 1-0, le pagelle di Nicola Strazzacapa

di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
dom 10 apr 2022 18:24 ~ ultimo agg. 11 apr 15:29
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MARIETTA 5. Un’uscita alta e niente più per una mezzoretta lasciava presagire un pomeriggio quasi tranquillo, ma alla prima vera conclusione giallorossa Saporetti lo sorprende con un sinistro dal limite velenoso sul suo palo. Forse si aspettava il tiro a giro sul secondo, ma si doveva fare di più. Si riscatta con un miracolo su un’inzuccata di Guidone che pareva già dentro e un’altra grande risposta proprio al 95’ su una staffilata rasoterra. Diciamo che il Ravenna non gli porta proprio bene e spiace dargli un’insufficienza grave, ma ha un bel futuro davanti, cancellerà e ripartirà ancora più forte… Sfortunatissimo!

DERATTI 5. In un avvio promettente in pressione continua ci infila la palla persa con superficialità che innesca il contropiede sanguinoso dell’1-0 del pericolo numero 1 Saporetti. È una macchia in una sfida di applicazione e dedizione chiusa come centrale di sinistra della difesa a tre con qualche fallo di troppo, ma è una macchia che pesa tanto. Incompiuto!

CARBONI 6. Ammansisce Guidone, fa ripartire l’azione con piede educato, ma non scarta purtroppo il cioccolatino di Gabbianelli su punizione e angola troppo la comoda incornata con Botti in libera uscita: che chance! Presente!

PIETRANGELI 6,5. Ennesima prova robusta, fatta di attenzione, cattiveria e chiusure puntuali di testa e di piede. Cambiale!

HAVERI 5.5. In un campo così grande ci si aspettava una catena di sinistra tambureggiante, ma sta molto sulle sue preoccupato da Saporetti. La prima vera percussione la regala al 48’ e un quarto d’ora dopo viene sacrificato sull’altare del cambio modulo. Qualche chiusura discreta e un po’ troppa libertà al numero 10 di casa nell’azione chiave, ha vissuto periodi migliori. Ingolfato!

GRESELIN 5.5. Torna titolare e ha un po’ di ruggine addosso, se la toglie col passare dei minuti e su un inserimento marchio di fabbrica spara un mancino al volo che costringe Botti al miracolo salva risultato. La condizione è quella che è, inizia ad arrancare e dopo un destro in corsa dal limite strozzato Gaburro lo richiama per passare al 3-4-1-2. Un’ora luci e ombre!

TANASA 6. Inizia benissimo, da faro della manovra e anima del forcing, ma trova in Spinosa e Calì due ossi dura che ne limitano l’impatto. Meno prorompente del solito, ma pur sempre positivo. Capitano!

TONELLI 7. Si getta sul big match con animus pugnandi, sradica subito due tre palloni sulla mediana e costruisce la prima chance della gara con una bella percussione sulla sinistra. È quello che chiama più palla, ne gioca di più e corre ovunque fino all’ultimo minuto e all’ultima stilla di sudore. Finisce stremato ma nettamente una spanna sopra tutti, non è un caso sia stato il primo acquisto di Maniero. Leader!

GABBIANELLI 6. Il biglietto da visita è un tackle robusta con cui recupera palla sulla trequarti. È partita da sciabola oltre che da fioretto e l’atteggiamento è quello giusto. Sfiora il gol del pari con un gran sinistro in corsa dal limite che trova un super Botti, gioca mille palloni (anche troppi) e trova un paio di invenzioni per Carboni e Mencagli che meriterebbero maggiore fortuna. Ha sul sinistro un pallone da trasformare nell’1-1 ma sceglie il rasoterra e trova uno stinco maligno sulla traiettoria. Generoso!

MENCAGLI 6. Partita complicata, fatta di mille sportellate, gomitate e rari appoggi preziosi. Quando ha la palla buona su gentile omaggio di Botti cincischia in attesa di un compagno invece di puntare dritto. A inizio riprese è puntuale all’appuntamento con un doppio cross di Piscitella, ma incorna un pelo alto, al terzo tentativo, su filtrante di Gabbianelli, gira invece bene di testa ma Botti c’è. Dà tutto, raccoglie zero. Combattente!

PISCITELLA 6. Sembra voler spaccare il mondo e l’uscita dai blocchi è promettente, ma si spegne troppo spesso, un po’ incartato su se stesso e un po’ troppo ignorato dai compagni. Si ripresenta dopo l’intervallo a suon di serpentine e cross al bacio, offre anche un bell’assist a Gabbianelli e una chiusura in area che vale un gol. Stringi stringi, il raccolto e inferiore alla semina. Braccato!

18’ st PECCI 6. Si getta sul derby come un topo sul formaggio, con palle rubate e ripartenze ai cento all’ora. Meriterebbe più considerazione nelle scelte dei compagni, che lo ignorano spesso e volentieri invece che lanciarlo in scorribande uno contro uno. Quando arrivano, si concludono sempre con il cross. Argento vivo!

18’ st GERMINALE 6. Si piazza a far compagnia all’isolato Mencagli e si fa sentire con qualche spizzata e sportellata. Prova una rovesciata che resta nelle intenzioni. Peccato!

41’ st FERRARA SV. La mossa della disperazione, ma ha troppo poco tempo a disposizione per vestire i panni del risolvi-guai. Sarà per la prossima.

GABURRO 6.5. Se ne frega degli otto punti di vantaggio e la partita la vuole fare, con il canonico 4-3-3 e Gabbianelli a svariare, il pressing alto a soffocare una squadra che ama l’uscita bassa e la ricerca della superiorità sulle fasce. I suoi ragazzi rispondono presente, prendono subito in mano il match e lui si piazza comodo nell’area tecnica a controllare le operazioni, senza scomporsi neanche per uno spintone di Grazioli che lo manda per le terre. Gli scombina i piani una palla sanguinosa persa da Deratti che Saporetti trasforma in oro, ma la squadra incassa e riparte tenendo il pallino costantemente in mano. Per l’ultima mezzora muove allora la seconda torre e si gioca Pecci, alla pressione non corrisponde altrettanta pericolosità e chiude con l’amuleto Ferrara per il rush finale. Un po’ troppo tardi per la verità visto uno spartito fatto di accerchiamento continuo e poca
intraprendenza dal limite dell’area. Ha dimostrato di avere sempre in mano il gruppo e lo rialzerà subito, c’è da scommetterci.

I TIFOSI 9. Erano 627, sembravano 6.270. Rumorosi, colorati, tambureggianti, chiassosi, loro il derby che al Benelli non si perdeva da 51 anni l’hanno vinto spingendo la squadra fino al 96’ come se fosse in vantaggio e abbracciandola in un applauso che vale oro anche dopo il fischio finale. In curva non c’è stata partita!

Nicola Strazzacapa