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Tra gli affitti impossibili

ADL Cobas: nessuna risposta per Sabri e Yosra. A Rimini impossibile accedere ad alloggi

In foto: un presidio ADL in via Ducale
un presidio ADL in via Ducale
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 28 mar 2022 12:57 ~ ultimo agg. 13:08
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“Sono passate 7 settimane da quanto Sabri, Yosra e i loro figli sono stati sfrattati e sono finiti in strada. Nei due incontri realizzati in seguito ai presidi promossi in via Ducale, l’Assessore Gianfreda si è limitato a passare la situazione allo Sportello sociale al fine dell’erogazione dei contributi economici”.
ADL Cobas torna a sollecitare una soluzione per una situazione da tempo denunciata: “In queste settimane ci stiamo impegnando nella ricerca di un alloggio per questa famiglia: oltre che mediante una ricerca diretta abbiamo interessato anche reti solidali, insegnanti e genitori delle scuole frequentate dai figli. E la realtà che ci siamo trovatə di fronte è quella di una città fatta di affitti fino a maggio, richieste di garanzie di lavoro a tempo indeterminato e statale, fideiussioni bancarie fino ad un anno e appartamenti di grandi metrature affittati a singole persone, con contratti temporanei, così da poterle mandare via più facilmente rispetto a una famiglia magari con minori a carico”.
Il delegato sindacale ADL Cobas che ha condotto la ricerca di appartamenti cita alcuni esempi: “Trilocale 85mq 850€/mese ma non è disponibile per famiglie ma solo per liberi professionisti che si fermano uno/due anni”. “Appartamento a Corpolò, 8 mesi di fidejussione bancaria e almeno due buste paga”. “Appartamento quadrilocale arredato ed annuale di 110mq., situato al 2 piano con balconi, ideale x 4/5 persone, 1300€/mese (si affitta a soli italiani, contratti di lavoro a tempo indeterminato, 6 mesi di fidejussione, 2 mesi di deposito, quello del mese entrante, più un mese dell’agenzia”.
Poi abbiamo cercato mono/bilocali, e qui le richieste crescono al pari della facilità con la quale vengono immessi nel mercato turistico. Ecco alcuni prezzi: “bilocale 65mq 1200€; altro bilocale 63mq 3200€; bilocale a Viserba 50mq 1200€ e un altro a Rimini a 1500€”. “Ho parlato con una agenzia per un monolocale a Viserba Monte – prosegue il delegato – a 450€ al mese più circa 60€ di spese condominiali annuali. I padroni di casa chiedono un mese di caparra più 600€+iva, più un mese di agenzia. In totale 1500€ più Iva per entrarci”. “Poi le ho detto che si trattava di una signora che percepisce la pensione e mi ha risposto: Basta che non sia di 5/600€ sennò non si può fare”. “Un bilocale 35mq a 600€ si affitta solo per weekend, settimane o mesi, al massimo 3. Un altro monolocale 34mq a 550€ si affitta solo a febbraio, marzo e aprile”. “Una stanza matrimoniale nella casa in condivisione con i proprietari 700€”. “La mia attenzione è stata poi catturata dall’annuncio di un trilocale più di 60mq 650€ ma la risposta è stata che si affitta a una persona sola che non vuole rimanere più di qualche mese”. “In diversi annunci si richiede addirittura un contratto statale a tempo indeterminato”.
Lo Sportello casa ADL riceve una media di 8 telefonate alla settimana da parte di persone in cerca di una casa “e la costante di tutte queste richieste è una: a Rimini è impossibile trovare un alloggio. Basta fare un giro sui vari gruppi Facebook che si occupano di affitti per confermare quanto riportato, della rassegnazione e della disperazione che accomuna chi ha scelto di vivere a Rimini e si ritrova una città che non permette di accedere dignitosamente ad una casa.
 Le risposte date fino ad ora dall’Amministrazione alle persone che si sono rivolte loro in quanto sotto sfratto sono semplicemente inaccettabili. Va anche ricordato che i fondi messi a disposizione negli scorsi anni come contributo all’affitto si sono rivelati insufficienti, lasciando fuori una buona fetta di aventi diritto.
Credere che chi è già sotto sfratto possa accedere al mercato privato significa non avere idea del tessuto sociale e della situazione abitativa, di ciò che è diventata questa città – prosegue ADL CObas – Essere disposti ad aiutare economicamente una volta trovata una sistemazione alternativa nel contesto riminese vuol dire non avere intenzione di aiutare seriamente queste persone. La situazione di Yosra e Sabri è lì a testimoniarcelo”.
E ora c’è anche una nuova emergenza: “Nel frattempo è scoppiata la guerra in Ucraina, un’emergenza che ha indubbiamente concentrato l’attenzione su altro. Ma il tema dell’accoglienza (degna e per tuttə), quello della disponibilità di strutture dove promuoverla, ecc restano al centro della discussione. Perchè non c’è un’emergenza più emergenza di altre, perchè vogliamo poter aprire varchi e possibilità anche di fronte alla gestione delle conseguenze di quello che sta accadendo vicino a noi. Abbiamo visto una corsa alla solidarietà, sono state individuati e messi a disposizione alberghi vuoti ed inutilizzati, per alcune strutture è stata mandata in deroga la stagionalità dell’accoglienza, assicurando l’assenza dei rincari collegati alla stagione turistica. Estendiamo allora queste soluzioni anche ad altre emergenze! Ampliamo la solidarietà, estendiamo i diritti. Pratichiamo cooperazione e non discriminazione. Essere per la pace vuol dire in primis questo”.