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l'inchiesta della gdf

Maxi frode ai danni dello Stato, le intercettazioni: "Fatta la legge trovato l'inganno"

In foto: I finanzieri mentre intercettano le telefonate
I finanzieri mentre intercettano le telefonate
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 1 feb 2022 19:28 ~ ultimo agg. 2 feb 16:17
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Una frode complessa e insidiosa perpetrata ai danni dello Stato per centinaia di milioni di euro (440 quelli stimati) da parte di un sodalizio criminoso che strumentalizzando molteplici società veicolo era dedito alla sistematica creazione e successiva commercializzazione di crediti d’imposta inesistenti, generati sfruttando l’agevolazione dei cosiddetti ‘Bonus locazioni’, ‘Sismabonus’ e ‘Bonus facciate’. E’ la ricostruzione fatta dalla Guardia di finanza di Rimini, che ieri ha eseguito 12 misure cautelari (8 in carcere e 4 ai domiciliari) nei confronti dei principali indagati.

Tra questi figura il commercialista riminese Stefano Francioni, 43 anni, che secondo gli inquirenti era partecipe dell’associazione criminale radicata a Rimini ma ramificata a livello nazionale. Per il pm titolare dell’inchiesta Paolo Gengarelli era lui il principale referente in zona della commercializzazione dei crediti d’imposta fittizi ricevuti dal sodalizio mediante l’acquisizione personale – o tramite le società a lui riconducibili – e la successiva cessione a favore di terzi soggetti, tra cui istituti bancari, postali e soggetti privati. Un modus operandi, stando a quanto ricostruito dalla Procura di Rimini, grazie al quale sarebbe scaturita la conseguente monetizzazione dei crediti d’imposta.

“Io sto andando forte come un leone ovviamente, ho dato una serie di smacchi incredibili a tutti perché coi soldi alla mano ho fatto delle operazioni importanti – dice entusiasta Francioni al telefono -. Ho comprato un’altra casa, ho comprato e venduto dei crediti fiscali e quindi coi soldi dopo mi sono messo a posto… Ho circa 400 mila euro sui conti correnti e non so cosa farmene. Il commercialista riminese, ora in carcere, verrà interrogato nei prossimi i giorni. I suoi difensori, gli avvocati Moreno Maresi e Andrea Guidi, si limitano a dire che stanno esaminando la complessa vicenda.

Il quadro accusatorio però è ben delineato dagli elementi indiziari raccolti e dalle numerose intercettazioni agli atti. Per il gip Manuel Bianchi le condotte degli indagati “lasciano presagire, in modo ragionevolmente certo, una sorta di ludopatia da reato“. “Cioè, lo Stato italiano è pazzesco, è una cosa… vogliono essere inc…lati praticamente”, afferma compiaciuto al telefono l’imprenditore Nicola Bonfrate, uno dei promotori dell’associazione criminale, anche lui domiciliato a Rimini. Che nel corso di un’altra telefonata intercettata si raccomandava: “Mi servono società, anche società al lacero, anzi meglio, meglio che siano al lacero”. E poco importa se la nuova normativa di settore avrebbe potuto ostacolare i loro i piani. Perché, come spiega un altro indagato al telefono: Fatta la legge trovato l’inganno“.