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Fotografo ufficiale di Rimini

'La Gambalunga racconta'. Online il patrimonio fotografico di Minghini

In foto: dall'archivio di Minghini
dall'archivio di Minghini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 17 feb 2022 14:16 ~ ultimo agg. 14:21
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Con la seconda puntata di “La Gambalunga racconta”, sui social e sul sito del comune di Rimini si può entrare virtualmente nello studio fotografico in Corso d’Augusto “Cine-foto D. Minghini”, custodito dall’archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga. Di lui la Biblioteca Gambalunga conserva il prezioso archivio di oltre mezzo milione di scatti, databili tra il 1956 e il 1988. In gran parte digitalizzato l’archivio è consultabile on-line. L’indirizzo è https://bibliotecagambalunga.it/archivio-fotografico-davide-minghini

“Fotografo. Figlio di fotografo. Il morbo fotografico ce l’aveva nel sangue. Figlio d’arte lo si potrebbe considerare. Che non cercava lucro ma ritraeva immagini della sua città e dei suoi abitanti, i segni del suo volto, per passione, trascurando spesso i crediti che accumulava”. Così Liliano Faenza ricordava Davide Minghini (1915-1987) per quarant’anni narratore per immagini della vita politica e sociale riminese, amico e fotografo personale di Federico Fellini.

Davide Minghini (1915-1987) fu per quarant’anni il fotografo ufficiale di Rimini. Dopo un lungo apprendistato, nel 1947 Minghini apre il proprio studio fotografico in Corso d’Augusto, registrandolo sotto il marchio “Cine-foto D. Minghini”. Nel 1955 entra a far parte come fotoreporter dell’edizione riminese del “Resto del Carlino”. Seguirono la collaborazione con l’ANSA e con la maggior parte delle testate giornalistiche locali. Il contributo iconografico di Minghini alla pubblicistica riminese spazia dalla stampa all’editoria. Per l’Azienda di soggiorno costruì l’immagine della moderna metropoli turistica. Nel 1967 collaborò per la parte fotografica a “La mia Rimini” di Fellini. Nel 1971, su sollecitazione degli amici del Circolo della stampa, tenne la sua prima mostra personale nel Palazzo del Podestà; seguì nel dicembre 1973 la mostra fotografica “Minghini e l’Amarcord di Fellini” e nel 1983 “Tatacord. Percorsi felliniani nelle immagini di D. Minghini”.

Nel maggio del 1999 l’imponente archivio di Davide Minghini (1915-1987) confluisce per volontà degli eredi in Biblioteca Gambalunga: 530.544 negativi su pellicola, 4.465 negativi su lastra di vetro, 5.684 diapositive, 23.630 stampe fotografiche originali. Un archivio con mezzo milione di scatti, di cui dal 2012 è in corso la catalogazione e la digitalizzazione. La copertura cronologica, per il materiale datato, va dal 1956 al 1988. Dalla varietà di temi della cronaca si generano molteplici percorsi iconografici: l’economia turistica, l’evoluzione del costume, lo sport, la cultura, la trasformazione del territorio, l’attività dell’Amministrazione comunale (lavori pubblici, restauri, cerimonie e ricorrenze, visite di delegazioni straniere e ricevimenti di autorità). Altri generi che caratterizzano l’archivio Minghini riguardano la fotografia industriale, d’architettura e di paesaggio, di riproduzione di opere d’arte e documenti, e la fotografia ad uso legale; infine, il nucleo delle fotografie private, dai ritratti alle cerimonie familiari.

L’indirizzo è https://bibliotecagambalunga.it/archivio-fotografico-davide-minghini