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giovedì 25 aprile 2024
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Calcio Serie D

Rimini FC, il bilancio della prima parte di stagione del DS Maniero

In foto: Andrea Maniero, direttore sportivo del Rimini F.C.
Andrea Maniero, direttore sportivo del Rimini F.C.
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
sab 8 gen 2022 10:50 ~ ultimo agg. 9 gen 16:07
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Il direttore sportivo della Rimini Calcio, Andrea Maniero, incontra gli organi d’informazione, nella sala stampa del “Romeo Neri” per tracciare un bilancio sull’andamento sportivo della prima parte della stagione.

“Abbiamo iniziato questo percorso insieme, con all’inizio alcune difficoltà, superate grazie al nostro presidente Alfredo Rota, che mi ha dato qualsiasi mezzo e lasciato spazio – attacca Maniero. Quando mi ha lasciato andare abbiamo formato società e scelto i ragazzi. Tante persone ci stanno vicino e ci stanno apprezzando. A me ha fatto un enorme piacere sentire che c’è fiducia. È la prima parte di stagione, non si è fatto ancora nulla, però abbiamo fatto la prima parte della stagione con i comportamenti giusti. Questi ragazzi mi stanno dando una gioia perché stanno dando tutto in campo e fuori, anche in questo momento che a livello mondiale sta dando qualche difficoltà e questo ci preoccupa. Però noi faremo di tutto per chiudere la stagione nel migliore dei modi, questo vuol dire davanti a tutti. I ragazzi meritano questa grande soddisfazione”.

Sul mercato del Rimini. “La cosa positiva è che ho sempre cambiato poco nel mercato di riparazione perché c’è poco da riparare. Tutte le squadre sono migliorabili, però questa squadra ha tutti i reparti che stanno funzionando alla grande. Ci potrà essere qualche inserimento per il covid o per le tante partite ravvicinate che ci attendono. Stiamo valutando con la società se sia il caso di fare qualche altro inserimento, ma visto che c’è tempo lo faremo con calma, Intanto sappiamo che un giovane del 2003, con Berghi che ci ha lasciato, occorre. Ho contattato un paio di ragazzi, che hanno entrambi il covid, e mi sono preso un po’ di tempo per valutare la persona migliore. Ho individuato un profilo 2003 di una società professionistica, credo possa stare in questa rosa: è un terzino destro che all’occorrenza può giocare anche al centro, un ragazzo che ha doti importanti sull’uomo. Piace a me, piace al mister, piace al presidente. E tra lunedì e martedì dovrebbe essere con noi. Il nome preferisco non dirlo per un motivo di privacy perché avendo avuto il covid non posso fare il suo nome in questo momento”.

In rosa manca un sostituto di Gabbianelli? “Se prendo un sostituto di Gabbianelli probabilmente resta un sostituto. Se “Gabbia” sta bene gioca lui, se dovesse andare fuori abbiamo Piscitella, Ferrara e Pecci, che non è stato bene per un problema alla caviglia ma penso qualche scampolo di partita lo possa fare bene, come ha già dimostrato. Poi ho Tonelli che nasce esterno, oggi lo usiamo in un ruolo da mezzala che ci dà quella qualità giusta per le esigenze dell’allenatore. Dove secondo noi potremmo intervenire è a centrocampo, dove abbiamo tre giocatori over: Tanasa, Greselin e Tonelli, e come ruolo davanti alla difesa solo Tonelli. Se devo guardare la ciliegina sulla torta e stuzzicare il presidente è in mezzo al campo, dove posso cercare un altro over che si deve adattare a fare la seconda scelta. Dovrebbe però venire in punta di piedi e non è semplice trovare un giocatore che venga a fare un tipo di percorso del tipo: “non parto dall’inizio”. Chi viene qua sa che deve mettersi a disposizione. Non è importante quanto uno gioca, ma quanto serve dentro e fuori dal campo. Io ero un altro tipo di giocatore e adesso cerco di insegnare ai miei ragazzi a non commettere i miei errori”.

Il Rimini ha in classifica i punti che merita? “Io sono molto realista, quando parlo anche con gli allenatori, devo essere onesto nel dire che noi oggi non abbiamo rubato mai nulla, abbiamo pareggiato delle partite che probabilmente meritavamo di vincere, abbiamo perso una partita che avremmo potuto condurre all’inizio per 2-0, poi l’abbiamo persa e se l’abbiamo persa c’è un motivo. Il bello del calcio è che non è la boxe, non è la pallacanestro. È uno sport bello proprio per questo: hai perso partite, hai pareggiato partite dallo 0-2, hai pareggiato con il Ravenna per un errore, l’unico, del nostro portiere. Non abbiamo ricevuto dei rigori. Io non guardo queste sottigliezze perché anche se non mi hanno dato il rigore con il Ravenna poi si è verificato che il nostro gol era regolare. Alla fine abbiamo i punti che meritiamo. Bisogna lavorare sul pezzo tutti i giorni, altrimenti il Lentigione ti riprende. Io quando giocavo contro il Padova facevo di tutto per fare in modo che il Padova mi prendesse: ecco, questo atteggiamento dei giocatori avversari è un’altra difficoltà che il Rimini ha e avrà”.

Sulla situazione covid in casa biancorossa. “Noi abbiamo avuto dei casi 20 giorni fa: sono stati isolati, adesso si sono negativizzati. Il 30 dicembre abbiamo fatto la terza dose di vaccino tutti quanti, staff compreso, a parte chi aveva avuto il covid (che non deve fare la dose prima di quattro mesi). A parte tre giocatori, tutti hanno quindi fatto la terza dose. Stiamo aspettando tutti con ansia un protocollo diverso che possa equilibrare le Asl alla Federazione, altrimenti si fa una gran confusione: se l’Asl di Rimini è diversa da quella di Prato il campionato non è più regolare, ci auguriamo che si faccia qualcosa per rendere il campionato il più giusto possibile sotto questo aspetto”.

Quali le maggiori antagoniste del Rimini? “Io a inizio anno ho detto Lentigione, Aglianese, Ravenna, Carpi e Forlì. Poi ho detto Alcione perché ho visto che ha fatto acquisti importanti. Su tutti avevo messo Lentigione e Aglianese perché partivano da una base di punti fatti l’anno scorso con un gruppo solido: una mi sta dando ragione, il Lentigione, l’Aglianese ha perso invece qualche punto per strada. Restano dietro il Forlì e il Carpi, ma solo perché sono attardate in classifica. Volevo fare un applauso e i miei complimenti al Mezzolara, che sta facendo qualcosa di straordinario, di speciale”.

Come avete tenuto sotto controllo all’interno dello spogliatoio le voci relative a possibili nuovi ingressi societari? “Parto dalla mia esperienza al San Marino: il primo anno è andato molto bene, il secondo meno. Gli anni sono diversi l’uno dall’altro. Io avevo ambizioni: dovevo andare in serie B, e questo incide a livello mentale. Per questo dico che i direttori sono importanti non solo per fare il mercato. Il problema è mettere insieme i giocatori, conoscere ogni sfumatura e parlarci ogni giorno. Ai giocatori interessa poco quello che accade in società: il presidente Rota non ci ha mai fatto mancare nulla, se arriva qualcuno che lo possa affiancare bene, ma dal punto di vista economico e affettivo il presidente è il numero uno: difficilmente ho trovato persone così nel calcio. Se vuole far crescere la società dal punto di vista economico lui sa cosa fare. In questo momento noi siamo al top: se ho bisogno di qualsiasi cosa il presidente la fa, i ragazzi sono estremamente allineati al mio pensiero: sanno che devono dare il massimo e pensare alla partita”.

Si aspettava un Rimini così forte nonostante fosse una squadra completamente rivoluzionata? “Mi piace vedere i primi due-tre giorni di ritiro come funziona: tu assapori subito se può diventare qualcosa d’importante. Dopo due-tre giorni avevo già visto una fluidità. Questa è una società che non ha mai messo pressione al ragazzo singolo. Vi racconto un aneddoto. Quando Piscitella è arrivato era in difficoltà: non puntava l’uomo, tornava indietro, quando la sua forza è proprio saltare l’uomo. In ascensore ho premuto stop e gli ho parlato: gli ho detto di rischiare che gli possano portare via il pallone perché non ci sarebbe stato nessun problema. Tutti abbiamo ragionato in questo senso. Qualche sito si diverte a scrivere di un Tomassini “scontento”. Invece Tomassini è contentissimo di stare qua: nella media tra gol fatti e minuti giocati è il migliore. I giocatori sono “mentalizzati”, grazie anche al lavoro che fanno tra loro e con lo staff. Tutto questo ha portato al fatto che nessuno mi abbia chiesto di andare via tranne un giocatore, che ho accontentato: Semprini, andato a Cattolica. Berghi è andato via per motivi di studio: dopo 11 anni di Chievo ha chiesto di andare via perché non andava bene a scuola”.

Tornando sui positivi di venti giorni fa. “Due erano giocatori della Juniores e due della prima squadra, che sono rientrati. Tre ragazzi su quattro erano asintomatici”.

Il recupero in casa del Ghiviborgo, attualmente ancora in calendario mercoledì prossimo, 12 gennaio, con ogni probabilità slitterà. “Secondo me al 99% non si gioca, non dico cento percento. So che anche loro hanno dei problemi e so che sposteranno la data del recupero. A noi è stato detto, a livello ufficioso, che si dovrebbe giocare il 16, il 19 o addirittura 23. La cosa brutta è che adesso non si parla solo di campionato, ma devi combattere anche contro qualcosa che non conosci, quindi tu ti alleni ogni giorno non sapendo che cosa succederà domani”.