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Animatore culturale di Rimini

Un convegno per ricordare Paolo Scarponi a 30 anni dalla scomparsa

In foto: dalla locandina
dalla locandina
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 3 dic 2021 19:30 ~ ultimo agg. 19:30
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Era il 5 dicembre 1991 quando Paolo Scarponi moriva a soli 43 anni, dopo una lunga malattia e un brutto incidente stradale. Scarponi è stato un grande animatore della vita culturale e sociale riminese, grazie anche all’impegno nelle Acli e alla sua febbrile curiosità per tutto ciò che riguardava la musica, la pittura, il teatro e il cinema. Nel periodo in cui fu presidente delle Acli provinciali, nacque “Cartoon Club” (era il 1985), il Festival internazionale di Cinema d’Animazione, Fumetto e Games, ancora oggi presente nelle estati riminesi e giunto quest’anno alla 37ma edizione.Importante fu il suo entusiasmo nel sostenere alcune realtà cittadine, da Radio Attiva (radio libera giovanile degli anni Ottanta) alla Scuola di musica di Laura Benizzi, nel dare vita a nuove associazioni culturali, tra cui Aulos e Aspirina, e nel promuovere innovative rassegne come “Round”, festival del video indipendente.

Un riconoscimento da parte della città di Rimini è arrivato nel dicembre 2019, quando gli è stata intitolata la rotatoria davanti al Centro Zavatta, nell’incrocio all’inizio di viale Valturio e via Dario Campana, nei pressi di Castel Sismondo.

In occasione del trentennale della morte, le Acli provinciali organizzano un incontro pubblico per ricordarlo a chi l’ha conosciuto e farlo conoscere a chi non l’ha mai incontrato.

“PAOLO SCARPONI. La città, l’impegno sociale, l’eredità culturale. A 30 anni dalla scomparsa” è il titolo della tavola rotonda in programma sabato 4 dicembre alle ore 17 al Museo della Città di Rimini (Sala del Giudizio).

Programma:

Saluto del sindaco Jamil Sadegholvaad

Introduzione del presidente delle Acli provinciali Marco Tamagnini

Gli interventi previsti:

Paolo Scarponi e le Acli”, di Maurizio Bartolucci

Rimini ai tempi di Scarponi”, di Ennio Grassi

La passione dell’arte in Paolo Scarponi”, di Giulia Vannoni

Cartoon Club. L’eredità di un presidente Acli che credeva nella cultura”, di Sabrina Zanetti

A Radio Attiva tutti i giorni sono buoni per fare il tecnico a Scarponi”, di Pier Pierucci

Moderatore: Giorgio Tonelli

A intervallare gli interventi, la proiezione di alcune testimonianze video, oltre a immagini e filmati che videro protagonista Paolo Scarponi.

Gli interventi saranno raccolti in una pubblicazione, in cui troveranno posto anche ricordi, aneddoti, documenti e immagini. In preparazione anche un sito web dedicato.

Ingresso libero con green pass. Info: segreteria@aclirimini.it


BIOGRAFIA

Paolo Scarponi nasce a Rimini nel 1948, figlio unico di Luigi, tipografo presso Garattoni e di Wanda Lanci, impiegata nella piccola ditta di famiglia, il Corriere Lanci. Dei genitori, che moriranno quando Paolo ha poco più di vent’anni, dichiarerà che era loro grato per l’educazione cristiana ricevuta. La raccolta di libri della madre è conservata nella Biblioteca Gambalunga (Fondo Lanci).

Scarponi frequenta l’Istituto Valturio e nel 1968 si diploma ragioniere. Si iscrive poi alla facoltà di Sociologia di Trento, ma ci rimane poco. Per un breve periodo lavora in banca, quindi inizia il suo impiego al Comune di Rimini, nell’ufficio Archivio e Protocollo, di cui più tardi sarà anche direttore.

Fin da giovanissimo, è molto interessato alla politica e non manca di partecipare a manifestazioni e contestazioni pubbliche. La sua passione si indirizza soprattutto verso il gruppo Anti-H, al tema del pacifismo, con una spiccata simpatia per i regimi progressisti latinoamericani e per le lotte di liberazione allora in corso (Cuba, Cile di Allende, Vietnam). Nel 1973, dopo la “pinochetada” è preoccupatissimo che qualcosa di simile abbia a ripetersi in Italia. Nell’estate di quell’anno vorrebbe recarsi in Unione Sovietica, ma viene respinto alla frontiera cecoslovacca perché a Napoli è scoppiato il colera. L’anno successivo si reca in Portogallo, dopo avere attraversato la Spagna. È entusiasta della Rivoluzione dei Garofani e parla con ammirazione dei Centri di dinamizzazione sociale.

A Rimini prosegue il suo impegno all’interno delle Acli, con un sogno, diventarne dirigente a tempo pieno. Nel frattempo si dedica anche alla redazione de “La voce del lavoratore”, il piccolo periodico tuttora esistente, pubblicato dalle Acli riminesi.

Come rappresentante dell’Associazione, Paolo è stato in grado di creare le basi che seppero coniugare la tradizione culturale tipica della gente di Romagna, e del territorio riminese in particolare, con un approccio moderno che coinvolgeva le persone dal basso.

Notevole anche il suo impegno interlocutorio tra il mondo politico e quello sindacale, in grado di favorire il contatto diretto con la gente e i loro bisogni.

Come membro delle Acli, inoltre, ma anche come cittadino riminese dedica il suo impegno ai giovani e alla cultura nelle sue varie forme. Alcune iniziative, ancora oggi esistenti si basano su sue intuizioni e passioni, ricordiamo tra le tante “Cartoon Club”, Festival Internazionale di Cinema d’Animazione, Fumetto e Games, nato sotto la sua presidenza nel 1985.

Importante è il suo entusiasmo nel sostenere alcune realtà cittadine, da Radio Attiva (radio libera giovanile degli anni Ottanta) alla Scuola di musica di Laura Benizzi, nel dare vita a nuove associazioni culturali, tra cui Aulos e Aspirina, e nel promuovere innovative rassegne come “Round”, festival del video indipendente.

Appassionato di arte, Paolo Scarponi era nipote del pittore Alfredo (fratello del padre), che firmava le sue opere come Alfredo di Romagna. L’autoritratto dell’artista è esposto nel Museo della Città.

Lo zio pittore riposa nella stessa tomba del nipote.

Al di là del lavoro, degli impegni politici e associativi, non si può dimenticare il “Paolo amico”. La sua casa era sempre aperta e punto di ritrovo per serate di interminabili discussioni, ascolti di opere e musica sinfonica di ogni genere, di cori e suoni di tromba, un’altra delle sue passioni. Scarponi era un uomo grande e grosso, con capelli e occhi scuri che contrastavano con la pelle bianchissima, mai abbronzata. I suoi grandi occhiali neri e spessi gli donavano un’aria un po’ burbera che poteva incutere timore in chi non lo conosceva bene, e non sapeva quale carattere dolce e generoso nascondeva dietro a quegli occhialoni scuri.

Un riconoscimento da parte della città di Rimini è arrivato nel dicembre 2019, quando gli è stata intitolata la rotatoria davanti al Centro Zavatta, nell’incrocio tra viale Valturio, via Dario Campana, le circonvallazioni Occidentale e Meridionale, nei pressi di Castel Sismondo.