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"Accendere Ztl"

L'appello FIAB: troppi incidenti con ciclisti, servono più "zone 30"

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 5 dic 2021 11:20
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Sulle strade di Rimini servono più zone con limite di velocità a 30 km/h per evitare i troppi incidenti che coinvolgono i ciclisti. L’appello arriva da Valerio Benelli, presidente FIAB RIMINI Pedalando e camminando APS. Benelli chiede anche al comune di “accendere l’occhio elettronico degli attuali varchi di accesso alla ZTL. Che senso ha avere degli strumenti se poi non si mettono in funzione?“.

La nota di Valerio Benelli, FIAB Rimini

Le recenti notizie relative ad incidenti stradali sulle strade di Rimini, che hanno visto, ahimè, la presenza di ciclisti, ci costringono a rimarcare la nostra richiesta, avanzata da tempo, di istituire sulle strade di Rimini il limite di velocità dei 30 km/h. Come si legge sul portale dell’Europarlamento il paese dove c’è maggiore sicurezza soprattutto per gli utenti attivi della strada (pedoni e ciclisti) è la Svezia (18 morti per milione di abitanti) mentre in Romania è stato registrato il più alto tasso di mortalità nel 2020 (85 per milione). Per quanto riguarda l’Italia c’è stato un calo del 42% dei decessi dal 2010 al 2020 e lo scorso anno il dato era di 40 morti per milione di abitante (a fronte di una media UE di 42). La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ribadisce in ogni occasione quanto sia urgente attuare quella rivoluzione bici non più procrastinabile. Oltre alla questione velocità massima da ridurre nei centri urbani (e non solo), la sicurezza stradale richiede interventi molteplici per trasformare le città. La “moderazione del traffico” è una prassi ormai molto diffusa nelle città europee mirante a rendere più vivibili ampie zone urbane residenziali e commerciali facilitando la convivenza pacifica fra traffico motorizzato, pedoni, biciclette, bambini, acquisti, tempo libero etc. La cosa più vicina in Italia sono le zone 30 e, spesso solo sulla carta, le ZTL. Poco conosciute e spesso anche dove realizzate si limitano alla mera segnaletica, senza impatti decisivi su traffico e vivibilità. A tale proposito si rimarca la necessità di accendere l’”occhio elettronico” degli attuali varchi di accesso alla ZTL del Comune. Che senso ha avere degli strumenti se poi non si mettono in funzione? Le aree a “moderazione del traffico”, dette anche “isole ambientali”, si servono di alcuni interventi costruttivi o semplicemente visivi e dissuasivi per depotenziare il maggiore fattore negativo: il traffico motorizzato, la sua invasività, la velocità incompatibile, la sosta selvaggia etc. In genere una ampia area, un rione o un intero quartiere, viene riqualificato senza necessariamente introdurre una totale chiusura al traffico. Gli interventi più significativi per raggiungere questo risultato possono essere per es.:
• la zona diventa non attraversabile dal traffico motorizzato, i flussi di scorrimento vengono deviati all’esterno o incanalati su direttrici apposite – l’accesso dei mezzi motorizzati ha funzione locale (sosta residenti, attività, fornitori etc)
• molte strade vengono “disassate”, con un andamento a serpentina (“chicane”) per rallentare di fatto la velocità dei veicoli a motore
• piccole zone pedonali sparse qua e la (a macchia di leopardo)
• sosta come elemento di rallentamento, a lati alterni, spesso a lisca di pesce (auto, bici, zone carico/scarico)
• contrasto costruttivo della sosta selvaggia (piolini, transenne, fioriere etc)
• circolazione facilitata delle biciclette ovunque, anche con “sensi unici eccetto bici”