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Indagine delle Fiamme Gialle

Finanziamento statale indebitamente percepito, sequestro da 600mila euro

In foto: Guardia di Finanza
Guardia di Finanza
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 17 dic 2021 10:35 ~ ultimo agg. 18:30
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I Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini, coordinati dalla Procura della Repubblica di Rimini, nell’ulteriore sviluppo di un servizio dello scorso febbraio,l’operazione Free Bolt,  hanno dato esecuzione nei giorni scorsi ad un sequestro preventivo per oltre 600.000 euro nei confronti di un noto imprenditore riminese operante nel settore turistico-alberghiero quale profitto del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

L’attività scaturisce dagli accertamenti nella ricerca di soggetti che percepivano finanziamenti garantiti dallo stato e gestiti da Mediocredito Centrale. I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria hanno elaborato un sofisticato metodo investigativo avvalendosi dell’informatica operativa per poter selezionare all’interno della platea di oltre 14mila percettori, le situazioni a più elevato rischio e meritevoli di approfondimento, così da poter concentrare l’attenzione operativa su di essi anziché procedere con controlli a campione.

Tra queste è emersa in particolare una società con sede a Rimini, del settore alberghiero, che ha richiesto ed ottenuto un finanziamento garantito dallo Stato di circa 600mila euro. Il profilo è apparso subito sospetto e meritevole di ulteriori indagini. Il finanziamento era destinato alla realizzazione di fabbricati ed opere murarie e acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature, entro nove mesi dall’erogazione. Questi interventi non risultano mai essere stati effettuati e la società, che non risulta peraltro intestataria della proprietà o di contratti di locazione di alcun immobile, non avrebbe correttamente impiegato le somme ricevute.

Requisito per l’ottenimento del finanziamento era inoltre la presentazione di un progetto di investimento la cui copertura era al 20% di risorse proprie e 80% dal finanziamento. Dalle investigazioni è emerso che la società avrebbe ricevuto le somme necessarie a coprire la quota di sua spettanza, circa 200 mila euro, da due società che ne detenevano la proprietà ma riconducibili allo stesso alveo familiare, salvo poi restituirle ad una delle due dopo l’ottenimento del finanziamento, a pagamento della vendita di mobilio che, dalla documentazione acquisita, non risulterebbe mai essere avvenuta.

Nella prima parte dell’operazione Free Bolt un 30enne riminese, amministratore unico di una società con sede nell’entroterra operante nella gestione di scuderie di cavalli da corsa, era stato denunciato alla Procura di Rimini per indebita percezione di erogazioni per 30mila ai danni dello Stato tramite bilanci gonfiati.

L’indagine s’inquadra nel più ampio contesto della lotta alle frodi a danno della collettività e testimonia ancora una volta – sottolinea la Guardia di Finanza riminese – la vulnerabilità di un comparto, quello dei finanziamenti pubblici garantiti dallo Stato o a fondo perduto, oggi suscettibile di ancora maggiori rischi di speculazioni per via della crisi determinata dalla pandemia.