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il comune in aiuto

Otto tentati suicidi tra giovanissimi e raddoppiati i ragazzi seguiti dai servizi

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 17 nov 2021 13:03 ~ ultimo agg. 18 nov 11:53
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Otto tentati suicidi di minorenni negli ultimi mesi, casi quasi raddoppiati di giovanissimi seguiti dai servizi. L’uragano della pandemia sta aggravando le patologie che colpiscono bambini e ragazzi con una crescita preoccupante di tentativi di suicidi, disturbi alimentari, autolesionismo, attacchi di panico ed isolamento sociale, ma anche bullismo. A raccontare la situazione, in una lettera, l’assessore alla protezione sociale del comune di Rimini Kristian Gianfreda che negli ultimi giorni ha visitato il reparto di neuropsichiatria dell’ospedale e gli uffici del servizi socio sanitari. I dati di presa in carico da parte dei servizi di tutela minori tra  0-17 anni mostrano come si sia passati dai 246 pazienti del 2019 ai 391 del 2020 ai 400 nei primi dieci mesi dal 2021. Gianfreda ha colto come il carico di lavoro delle tante figure di professionisti impegnati a prendersi cura dei ragazzi è aumentato tantissimo: “Nell’ultimo anno – scrive -, sono sostanzialmente raddoppiati i casi, mentre il personale sociosanitario è rimasto quello”.

Anche per questo il comune ha deciso di indire un bando per otto assistenti sociali da inserire nei servizi per potenziare il lavoro di prevenzione, fondamentale in questi casi. “Un atto concreto di sostegno a chi, tutti i giorni, lavora alla salute delle nostre famiglie. I veri interventi preventivi si realizzano rinforzando i servizi territoriali, lavorando con le famiglie e sul territorio”.

Gentile Direttore,

ore che passano uguali una all’altra, nessun amico da poter incontrare, mascherine che coprono le emozioni e i giorni che svicolano via ingigantendo pensieri, paure, debolezze. Le incertezze crescenti verso il futuro. Non è, il nostro, un Paese per giovani. Lo sappiamo ma forse quello che intuiamo meno è come l’uragano pandemico abbia ingigantito e aggravato problematiche che stanno lì da troppi anni. Le ricerche scientifiche, pubblicate in questi mesi, lo confermano: il lock down che ha cambiato per tutti abitudini e stili di vita, ha inciso più profondamente sui nostri giovani adolescenti, tra i dodici e i diciassette anni.

E, direttore, sono questi occhi, quelli dei più deboli, che dobbiamo avere il coraggio di fissare quando parliamo di virus, vaccini e libertà di scelta.

Le limitazioni alla libertà di movimento, il non poter comunicare se non attraverso un video, non poter fare sport, sono tutti aspetti che hanno portato giorno dopo giorno un carico di inquietudine e impotenza crescente, trasformando debolezze e paure in veri e propri disturbi psichici. Il malessere dei nostri ragazzi lo si legge anche nei numeri dei servizi socio sanitari del nostro territorio, i cui reparti e uffici ho visitato in questi primi giorni di lavoro da assessore comunale, a partire dalla neuropsichiatria infantile. Rispetto al periodo pre covid sono aumentati di circa il 50% tutta una serie di segnalazioni (che non sempre arrivano al ricovero, ma che comunque attivano percorsi e protocolli) riconducibili ad effetti da isolamento da covid; tentativi di suicidi, disturbi alimentari, autolesionismo, attacchi di panico ed isolamento sociale, ma anche bullismo. Certo, apparentemente sono numeri ancor piccoli quantitativamente. Ma come non preoccuparci come genitori e come comunità, come considerare solo statistica, gli otto tentativi di suicidi negli ultimi mesi da parte di minorenni?

Leggiamo di un ritorno in paesi alle nostre porte di nuove chiusure e limitazioni, ma anche di contagi che tornano a crescere (fortunatamente meno che altrove, grazie a vaccinazioni e profilassi sanitarie). Scenari in evoluzione che ci impongono di non partire semplicemente da noi stessi, quando parliamo di libertà di scelta, ma dai volti e dalle storie dei più deboli nascosti dietro queste cifre.

Ne ho parlato, continuo a parlarne quotidianamente con medici, infermieri, assistenti sociali, psicologi, volontari che ogni giorno lottano per tenere insieme identità spezzate e famiglie esasperate. Nell’ultimo anno, sono sostanzialmente raddoppiati i casi, mentre il personale sociosanitario è rimasto quello. Non solo, i protocolli Covid portano a dilatare le tempistiche di lavoro, quindi si può facilmente immaginare il carico di lavoro e di stress suppletivo che ricade sulle loro spalle. Non si possono lasciare soli queste donne e questi uomini, da quasi due anni in trincea e con una situazione che ogni giorno presenta problematiche e aspetti nuovi e allo stesso tempo profondi.

Anche per questo, in uno scenario di crescente integrazione socio sanitaria, il Comune di Rimini ha indetto un concorso pubblico per otto nuove assistenti sociali da inserire a sostegno dei diversi servizi territoriali. Un atto concreto di sostegno a chi, tutti i giorni, lavora alla salute delle nostre famiglie. I veri interventi preventivi si realizzano rinforzando i servizi territoriali, lavorando con le famiglie e sul territorio, anche nelle scuole, rimettendo le relazioni, individuali, sociali e di servizi, al centro. Famiglia, scuola, istituzioni, comunità: nessuno può chiamarsi fuori, nessuno può dire ‘tocca a qualcun altro’ quando davanti si hanno quegli occhi e un futuro sempre più incerto per un Paese che, purtroppo, continua a non essere per giovani.

Kristian Gianfreda