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sabato 4 maggio 2024
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Un Calcio alla violenza

L'evento del Rimini F.C. per la "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne"

di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 10 minuti
gio 25 nov 2021 10:20 ~ ultimo agg. 26 nov 10:21
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La conferenza stampa di presentazione dell’evento organizzato dalla società in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si terrà domenica 28 novembre a partire dalle ore 14:00 in occasione del derby di campionato tra Rimini e Ravenna.

Presente nella sala stampa del “Romeo Neri”, tra gli altri, il Direttore Generale, Franco Peroni, per illustrare anche un nuovo accordo di sponsorizzazione (con Rossopomodoro) e annunciare che il Rimini non interverrà nel mercato invernale, investendo sulla rosa attualmente a disposizione di mister Gaburro.

Franco Peroni, DG Rimini F.C.: “È arrivato un momento particolare perché siamo ad un quarto della stagione sportiva, tra l’altro in concomitanza con alcune ricorrenze come la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ci sembra doveroso dover celebrare facendo un piccolo evento allo stadio che lasciasse il segno per quello che io definisco sempre il calcio bello fuori e dentro il rettangolo verde”. 

Roberta Frisoni, Assessora del Comune di Rimini: “Porto i saluti di tutta l’amministrazione, del sindaco, del vicesindaco Chiara Bellini, che ha anche la delega a questo tema specifico, ma oggi come sapete è un giorno in cui a livello internazionale si ricorda questo problema che il nostro Paese, ahimè, affronta tutti i giorni. È una questione che travalica i confini dei singoli Paesi, ci sono situazioni che purtroppo leggiamo, viviamo e vediamo anche di ragazzine in Paesi lontani, penso all’Afghanistan, dove c’è violenza quotidianamente. È notizia di oggi che ogni 72 ore abbiamo una vittima nel nostro Paese. Questa è una situazione veramente inaccettabile da parte di chiunque: delle istituzioni, delle associazioni, di chi si impegna ad avere diritti civili in ogni Paese. L’amministrazione comunale nel suo piccolo o nel suo grande fa quel che fa insieme alle associazioni che sono coinvolge e alle forze dell’ordine. Non manca mai di rappresentare a tutti i tavoli istituzionali, in primis a quelli che coinvolgono le prefetture, il Ministro degli Interni, la necessità di essere molto duri e molto efficaci su queste tematiche perché al di là delle norme poi c’è tutto un tema sul funzionamento delle macchine organizzative per fare in modo che gli appelli non vengano lasciati nel vuoto. E questa penso sia l’esigenza più forte che anche il nostro Paese debba affrontare con un altro piglio. Al di là di questo accogliamo con grande piacere l’iniziativa portata avanti dalla Rimini Calcio per sensibilizzare sul tema e avvicinare al mondo dello sport anche le famiglie. Vorrei chiudere con un messaggio positivo perché per fortuna ci sono anche delle storie belle di riscatto o di crescita femminile, nel nostro Paese ma anche altrove. Cercare di lavorare per far crescere una cultura di emancipazione femminile, anche a livello sportivo, oltre che nelle professioni, sia uno dei semi più importanti per sconfiggere la violenza di genere”.

Serena Marroncini, Associazione Rompi il Silenzio: “Oggi è una giornata importante, ma non è solo una ricorrenza. La Giornata internazionale contro la violenza alle donne è una giornata di lotta e una giornata di sorellanza perché la violenza sulle donne, ahimè, è sistematica ed è quotidiana. Oggi sì è una ricorrenza ma non ci dimentichiamo che da gennaio ad oggi 109 donne sono state uccise per mano di un uomo e che in Emilia Romagna nell’ultima settimana ci sono stati cinque femminicidi. L’Associazione Rompi il Silenzio opera sul territorio di Rimini da 16 anni, dal 2005. È accanto alle donne, le sostiene nel percorso di uscita dalla violenza. Ringrazio la Rimini Calcio averci invitato per questa occasione perché è un modo per dare voce alle donne, alle donne che hanno chiamato solo quest’anno in 240 il nostro centralino. Rompi il Silenzio ha sei case rifugio a indirizzo segreto affinché si possano prevenire questi femminicidi, che hanno accolto quest’anno 29 donne e 40 minori. Rompi il Silenzio lavora in rete, con il progetto Dafne, con le forze dell’ordine, con il Comune, questa rete è importantissima per portare avanti l’obiettivo, che è quello di sostenere e dare voce alle donne. Ci vediamo domenica alla partita”.

Cinzia Ronconi, Commissario Capo della Polizia Locale del Comune di Rimini: “Come responsabile dell’ufficio non ci occupiamo direttamente di violenza sulle donne, però nel mio ufficio è capitato che trattando di maltrattamenti sugli animali siano emerse situazioni di maltrattamento o comunque non particolarmente chiare riguardo le famiglie. Sono emerse situazioni sommerse che hanno portato alla luce anche questo. A volte quindi occuparsi degli animali non è una cosa fine a se stessa, può portare a far emergere problematiche. La settimana scorsa effettuando un controllo relativo ad un animale che i vicini segnalavano come maltrattato o comunque abbandonato a se stesso, ci hanno segnalato che in realtà la proprietaria di questo animale veniva maltrattata dal compagno, e quindi ci siamo attivati per segnalare questa situazione. Queste iniziative sono molto molto importanti”.

Elisabetta Pillai, responsabile dell’area sociale per il contrasto alla violenza di genere dell’Asl Romagna: “La nostra è un’azienda attenta, sensibile e ferma nel dire no alla violenza di genere. Un’azienda che ha procedure e percorsi per quel che riguarda i Pronti Soccorsi, i reparti di Ginecologia, i consultori, dove io opero, e questi protocolli sono già forme di protezione per le donne, che incontrano operatori debitamente formati nei punti nevralgici dell’azienda. Grazie alla Regione negli ultimi anni l’azienda ha potuto formare 450 operatori nei punti nevralgici. Un’azienda che c’è e che contrasta questo terribile fenomeno. Un ringraziamento per l’invito di oggi perché il calcio non è solo maschile ma forse è prettamente maschile, e quindi è un no che il mondo maschile dice alla violenza di genere e secondo me questo è un segnale molto bello e molto importante. Io governo il progetto Dafne contro la violenza di genere: 18 ani nei consultori dell’ambito riminese. Forza Rimini!”

Angelo Bertoglio, presidente Associazione Vittime Riunite d’Italia: “Siamo fermamente convinti che si debba fare un passo per superare il concetto di vittime di serie A, di serie B e di serie C, le vittime sono vittime, non hanno colori politici, l’esempio sono le tante iniziative serie con tante istituzioni serie che si impegnano non solo il 25 novembre o l’8 marzo, come spesso ultimamente accade, ma 365 giorni l’anno. Ho sposato immediatamente questo progetto perché c’è un’idea a lungo termine, c’è l’idea di fare proprio da oggi come 25 novembre quasi un anno di progetti per arrivare fino al prossimo 25 novembre. Il nostro sostegno è fondamentale anche per le amministrazioni comunali, come diceva l’assessore prima, che spesso si trovano in condizioni difficili. È una trincea insieme ai servizi sociali. Crediamo che vada fatto molto di più, con il sostegno delle associazioni dei territori, si deve cambiare la legge o addirittura arrivare a fare le leggi per la tutela delle vittime. Si parla della certezza della pena per Caino, ma nessuno parla della certezza al diritto, alla giustizia e alla dignità per Abele, cioè per le vittime. Troppo spesso qualche delinquente o qualche stalker esce senza che la vittima sappia che è tornato in libertà. Proprio l’altro giorno abbiamo presentato in conferenza stampa alla Camera un nostro disegno di legge per l’istituzione del garante nazionale per la tutela delle vittime. Diversi parlamentari, di diversi schieramenti, hanno risposto a questo appello. Sabato abbiamo fatto un convegno con le testimonianze delle vittime a Coriano, dove i lavori sono stati aperti dal Ministro alle Pari Opportunità, Elena Bonetti. Quindi abbiamo tutti gli elementi, e ci mettiamo a disposizione della Rimini Calcio e del territorio, per essere protagonisti per dire basta alla violenza e per stare veramente dalla parte di Abele, perché spesso a chiacchiere si fa ma non nei fatti”.

Lucia Bramieri, Associazione A.V.R.I.: “Grazie ad Angelo Bertoglio per avermi dato l’onore e l’onere di diventare ambasciatrice di questa Associazione Vittime Riunite d’Italia. Onore perché è onorevole e prestigioso portare avanti dei messaggi così forti, però è anche una grande responsabilità. Nell’incontro di Coriano di qualche giorno fa ho avuto modo di vedere con in miei occhi e di ascoltare i famigliari di donne vittime di violenza. Quando vedi una notizia in televisione certo ci rimani male, ma sei seduta sul divano, non hai questo contatto così forte, così visivo, così quasi da poter toccare la realtà. E magari pensi siano cose lontane da te. Invece io mi sono resa conto, guardando queste donne, vedendo il dolore di queste madri, di queste sorelle, che è una cosa straziante. E questo abbandono totale nel quale vengono lasciate non è umano, anzi direi è disumano perché quando ti ammazzano una madre, una sorella, una figlia, non puoi essere lasciato solo in uno stato che si definisce uno stato civile, qui non c’è niente di civile, è veramente incivile. Un supporto psicologico è fondamentale, occorre anche un supporto legale. In realtà abbiamo veramente uno Stato che protegge, difende e tutela Caino, quindi l’assassino, e si dimentica della vittima e della sua famiglia. Io voglio che ci sia una pena certa, una pena importante perché credo non esista un reato più grave di quello di togliere la vita ad una persona. Tutto il resto va in secondo piano. Nessuno se la può cavare, come ho sentito raccontare dalla madre di Monia, con sei anni perché era ubriaco, perché era matto, perché era drogato. Non ci interessa, certezza della pena. Se partiamo dalla certezza della pena sicuramente quello è un passo in avanti, senza sconti di pena, senza riti abbreviati. Hai massacrato con 30 coltellate una donna, io non voglio neanche sapere perché lo hai fatto, vai in galera e non esci più. Questo è il mio modesto parere. Ma bisogna parlarne non solo oggi, io mi impegno a parlarne tutti i giorni. Mi stanno scrivendo anche molte pagine del web. Faccio vedere questa locandina: “Donne ogni giorno è per sempre”, non vuol dire il 25 novembre o il mese di novembre, ma 365 giorni l’anno. Se ciascuno di noi ricordasse questo messaggio, “Donne ogni giorno è per sempre”: ascoltare, guardare la nostra amica, la nostra vicina di casa, nostra sorella, la persona che abbiamo più vicino, con un occhio più attento, cogliere quello che non ha il coraggio di dirti. Non è normale che sia normale che tutto questo accada in un Paese civile come il nostro. Non c’è poi solo la violenza fisica, c’è anche quella psicologica. Io la violenza fisica fortunatamente non l’ho mai subita, ma qualche forma di violenza psicologica sì. Il messaggio che bisogna lanciare alle donne è: tu non vali poco, sono loro che non sanno confrontarsi con un carattere forte. La violenza psicologica è una violenza che non lascia segni, ma che ti devasta l’anima. C’è anche la violenza economica, con la donna che continua a subire. Dopo che hanno denunciato le donne maltrattate non vanno lasciate nelle mani del loro aguzzino”.

Angelo Bertoglio: “I dati sulla violenza di genere non sono così lontani tra uomini e donne. Le vittime che muoiono però sono molto più donne che uomini. Spesso non ci sono campanelli d’allarme. Una donna si era lasciata con il suo compagno, che non era mai stato violento durante la loro relazione, ma che l’ha uccisa con 17 coltellate. È una vicenda accaduta a Pescara qualche anno fa: all’assassino sono stati confermati trent’anni, il massimo della pena con rito abbreviato. La donna era andata a prendere le sue cose dall’abitazione insieme alla madre, nell’ultimo ingresso in casa il ragazzo ha chiuso la porta, lasciando la madre fuori dalla porta. La madre ha così sentito quello che accadeva dietro la porta, impossibilitata a intervenire per salvare la figlia. Non posso dire il nome per motivi di privacy, ma le mando un abbraccio. Quando con questa mamma siamo andati in diverse scuole i ragazzi ci hanno posto questa domanda: quali sono i campanelli d’allarme? Andiamo a parlare con i giovani perché quando andiamo a parlare loro ci rendiamo conto, guardandoli in faccia, che in diversi sanno di cosa stiamo parlando, vuoi per il bullismo, vuoi perché l’abbiano provato sulla propria pelle vuoi perché vivono la violenza in casa tra i loro genitori. Una ragazzina era stata molestata dal suo istruttore di karate e non voleva più andare in palestra, l’ha confessato ad una sua amica. La ragazzina di dieci-undici anni è andata a parlare con la madre della compagna, è stata lei a portare il campanello. Da lì è nata la vicenda giudiziaria. Parliamone, parlatene, all’insegnante, al compagno di scuola, parlatene con chiunque, tenerlo dentro ti ammazza l’anima. Non per niente consideriamo lo stupro l’assassinio dell’anima, molto spesso la vittima si sente sporca, si sente colpevole. Questo non deve accadere”.

Interviene in collegamento telefonico Monica Dimonte, psicologa-psicoterapeuta e autrice libro “Dodici ore per vivere o morire”: “Le vittime sono in aumento in un contesto in cui si parla di diritti, che in questo momento storico vengono sbandierati. Questo diritto pare non sia invece ancora riconosciuto. Parlare di violenza sulle donne vuol dire parlare delle motivazioni per cui un uomo arriva ad agire con la violenza sulla donna, dalla violenza psicologia a quella fisica. Non c’è ancora un riconoscimento dei motivi fondanti. Bisogna fare una grande rivoluzione nella mentalità delle persone perché se è vero che esistono motivazioni psichiatriche che portano un uomo a perdere il controllo, è vero che esistono paradigmi che portano ancora a discriminazione. Bisogna sostenere le vittime di violenza portando una cortina attorno, ma dall’inizio, dalla parte psicologica. Chi agisce con violenza sulla compagna lo fa perché il timore di non possedere più quella donna prevale sul resto. Si parla quindi di un pensiero violento che nasce in una personalità che già cresce con l’idea di poter controllare, possedere, dominare la propria compagna. La violenza assume tantissime forme. Bisogna lavorare molto sul pensiero delle persone, bisogna cominciare a pensare diversamente, a pensare che la libertà si costruisce attraverso l’educazione”.

Franco Peroni, DG Rimini F.C.: “Ci sembrava doveroso nell’ambito delle iniziative per la Giornata contro la violenza sulle donne riservare a tutte le donne l’ingresso al prezzo simbolico di un euro, la stessa cosa l’abbiamo fatta con le scuole. Ci aspettiamo una domenica di calcio intensa, cerchiamo di far trasparire la voglia di far vedere questo Rimini alla città, ai tifosi, che non mancano ultimamente di farci sentire il loro calore, la loro vicinanza. Ci sono due importanti novità: la prima è che nell’ottica di costruire una vision progettuale ci siamo accordati con Rossopomodoro Rimini per una sponsorizzazione triennale e sarà il nostro co-sponsor sulle maglie. Ringrazio Luca Romano perché ha voluto raccogliere questa nostra richiesta, siamo soddisfatti e contenti doppiamente perché con Luca abbiamo concertato anche l’ospitalità dei nostri ragazzi che sono qui. Siamo convinti che si possa mettere al sicuro il futuro dei nostri ragazzi, che sono ospitati anche da altri ristoranti del territorio perché la nostra è una famiglia. Abbiamo cercato di fare qualcosa che duri nel tempo. Era la nostra promessa iniziale e stiamo cercando di fare tutte le nostre azioni dandogli una profondità. Questo perché i tifosi del Rimini erano abituati a vedere qualcosa di limitato nel tempo. Volevo poi dare un flash su quello che poi tecnicamente affronterà meglio il nostro direttore sportivo in altra sede. Fermo restando che dobbiamo arrivare a fine anno con la compagine che abbiamo, molte società hanno voglia di andare sul mercato, la scelta della Rimini Calcio è invece di investire sulla sua squadra. Non vogliamo sacrificare nessuno della nostra squadra. Grande attenzione alla partita di domenica perché incontriamo la terza in classifica, il nostro compito sarà di dare il massimo, come abbiamo sempre fatto, e speriamo che tutto vada al meglio”.

Sulla superficie di gioco del “Romeo Neri”, che sarà cambiata la prossima estate. “Lo stato dell’arte è di una continua condivisione con il Comune delle scelte che si andranno a fare da qui in avanti per mettere la Rimini Calcio e la città di Rimini nelle condizioni di avere un impianto in grado di affrontare anche categorie diverse. Il sindaco ci ha dato questa grande apertura sulla possibilità concreta di avere un campo nuovo. Attualmente non c’è nulla di più di questo. Ci siamo lasciati che tra la fine dell’anno in corso e i primissimi dell’anno nuovo il Comune farà tutte le pratiche per indire una gara che possa portare alla scelta di chi realizzerà il nuovo manto. Il nuovo manto dovrebbe essere sintetico di ultima generazione: stiamo concertando tutta una serie di attività collaterali per vedere se al nostro campo sarà possibile dare ulteriori benefit. Non si è parlato di sintetico più erba, non siamo scesi nei particolari in merito a quale tipo di sintetico di ultima generazione usare. Aspettiamo per capirne qualcosa di più, concertando con il singolo per le relative attività”.

Sono previsti nuovi ingressi in società a breve? “Mi aspettavo questa domanda. Attualmente non c’è nulla. Il presidente ha sempre detto che il Rimini ha una mentalità aperta, attualmente non c’è nulla di più se non una serie di chiacchiere ascoltando le idee progettuali di persone che avrebbero voglia di stare vicino al Rimini”.