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Imprese allo stremo

Locali, ballo, sicurezza. La riflessione di Pasini (Rimini Futura)

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 15 ago 2021 18:00 ~ ultimo agg. 18:09
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Una riflessione amara alla luce di un’estate difficile per chi ha locali o gestisce eventi. Arriva dal consigliere di Rimini Futura Luca Pasini, che opera anche nel settore come imprenditore. Si chiede come sia possibile la sopravvivenza di locali e discoteche lasciate a se stesse, nell’impossibilità di adeguarsi a regole che non tengono conto delle peculiarità di queste imprese. Una situazione che genera illegalità e zone grigie. Tutto questo mentre altri paesi hanno fatto scelte molto diverse.

Questa caccia alle streghe è paradossale. Aziende, perché di questo si tratta, lasciate in balìa delle leggi e delle interpretazioni, senza alcun aiuto, senza alcun protocollo preciso e affidabile. È possibile secondo voi che è una discoteca converta il suo business? Certo che sì; ma sarebbe comunque appetibile agli occhi dei suoi avventori? Oltretutto: ha senso che la gente non si assembri in feste ed in altri eventi con musica, mentre in altre occasioni è “tutto concesso”? È veramente la musica il problema? Sono veramente i giovani il problema? Sono pochi, o almeno così sembrano, ma i gestori e i lavoratori dei locali da ballo et similia sono lasciati al loro destino ormai da anni. Quando fanno il loro mestiere, lo devono fare al limite del legale, o di nascosto, molto spesso illegalmente. È questo lo stato di diritto sancito dalla Costituzione italiana? È fondata sul lavoro questa Repubblica? Perché in Italia dobbiamo sempre fare le cose da furbi? Perché chi ci governa non capisce quali sono le necessità delle aziende, della società, e in definitiva delle persone? Non si può ballare, non si può stare vicini, o almeno se lo si fa nelle attività quest’ultime rischiano la licenza e la chiusura, oltre a salate multe. È possibile che in Italia non riusciamo mai a fare le cose come si deve? È possibile che l’unica risposta che il Governo sa dare a queste persone è “arrangiatevi”?
Perché il covid esiste in tutto il mondo, ma gli italiani che vanno in vacanza all’estero trovano eventi da migliaia di persone, seppur sicuri e controllati? E se anche non lo fossero, perché questo rischio è considerato “calcolato” in altri paesi, mentre da noi si preferisce girarsi dall’altra parte? Queste sono alcune delle domande che mi pongo da ormai due anni, due estati passate a vedere furbacchioni organizzare situazioni abusive, altri invece costretti a farlo. Sì perché dietro a un locale, a un chiringuito, a un ristorante ci sono mutui, affitti, fornitori, dipendenti, famiglie. Ci sono relazioni, bisogni delle persone, che sia uno stipendio, che sia una sostenibilità economica. Persone che senza l’organizzazione di certe manifestazioni non hanno modo di sopravvivere. Perché non si aiutano le attività ad organizzare protocolli di sicurezza validi affinché tutte queste attività al momento in una “zona grigia”, in un vuoto legislativo perenne, possano svolgere la propria attività in maniera legale e sicura? Perché ad una persona che vuole divertirsi stando in compagnia, anche a meno di 1 m di distanza, non vengono garantiti protocolli all’ingresso dei locali sicuri che non lo mettano in condizione di rischio e anzi di divertirsi in maniera “legale”?
Certo, ci sono anche altri modi per divertirsi, ma sappiamo benissimo che delle volte si vuol ballare, si vuol stringere i propri amici o conoscere persone nuove. Come possiamo farlo, se è illegale? Perché negli stadi sì, e in discoteca no? Quanto dobbiamo ancora aspettare, visto che i vaccini funzionano fino ad un certo punto, sempre che uno li voglia fare? Rimini sta ripartendo, nonostante le difficoltà. Sono giovane, non sono stupido; so di assembramenti, so di feste, so di eventi di dj famosi in cui i ragazzi e gli adulti vanno spendendo anche cifre astronomiche pur di ballare, seppure illegalmente, seppur senza protocolli di sicurezza affidabili. È meglio così che affrontare il problema? È meglio così che evitare che i giovani cerchino in altri paesi occasioni di questo tipo, legali ma senza protocolli di sicurezza affidabili? Io organizzo eventi, alcuni da diverse migliaia di persone; ho sospeso la mia attività. Come mi devo sentire nel rispettare le regole, quando altri, o perché furbi, o perché obbligati dagli impegni economici, tirano dritto e organizzano comunque eventi a rischio contagio? Ed infine, veniamo a questi giorni: ha ragione Fedez o Salmo?
Ha ragione chi dice “facciamo cassetto tanto richiudono comunque”, o chi come me rinuncia non senza fatica a queste opportunità semplicemente per senso civico?
Penso che a molte di queste domande non vi sia risposta immediata. Ma questo immobilismo è peggio che prendere una decisione, giusta o sbagliata che sia“.