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festival Mondo antico

La "Elena" di Rosita Copioli si presena al Lapidario romano

In foto: Rosita Copioli
Rosita Copioli
di Redazione   
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dom 11 lug 2021 11:54 ~ ultimo agg. 8 lug 16:04
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Scritto nel 1991 e mai pubblicato, oggi, per la gioia dei suoi tanti lettori, arriva in libreria “Elena Nemesi” di Rosita Copioli. Il libro, edito da MC nella collana “Insetti”, sarà presentato dall’autrice in dialogo con Valeria Cicala nel Giardino Lapidario del Museo di Rimini proprio nel giorno di uscita, giovedì, 15 Luglio alle 18:30. L’occasione sarà il Festival del Mondo Antico. Ingresso libero su prenotazione obbligatoria www.ticketlandia.com fino ad esaurimento posti.

La presentazione: Come Giacobbe con l’angelo, Rosita Copioli ha ingaggiato da tempo una strenua lotta con il personaggio mitologico di Elena, gradualmente depurandolo e depauperandolo di qualsiasi scoria intellettualistica a favore di una più moderna interpreta zione delle vicissitudini narrate da Omero e Euripide, senza tuttavia sminuirne il retaggio classico. Tale excursus è sapientemente ricostruito nella nota finale al dramma qui presentato, sorta di racconto nel racconto, in cui la poetessa torna a misurarsi con questa figura da lei stessa definita un «demone che vive sempre in noi», consapevole dell’intreccio inestricabile tra bellezza e tragedia attraverso una sensibilità di prim’ordine, che ricolloca il personaggio in una dimensione più intimista che sembra stemperare il desiderio di Paride a favore della problematicità di una donna borghese che si misura con il daimon musicale. In realtà si tratta di un alter ego, di un potenziale autoritratto, tanto da aver fatto sostenere all’autrice che «scrivere il nome di Elena significa aderire alla sua fatalità, qualunque senso abbia». Si può parlare di teatro di poesia, soprattutto in virtù di quel senso di appartenenza a un’era favolosa a cui idealmente si rifà un’intonazione vibratile nella sua compostezza, specchiandosi in una vicenda che si snoda in dialoghi volti ad affrontare la nostra precarietà, ora come allora invisa agli dèi.