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patto per il lavoro

Sanità. CGIL: spingere acceleratore su Case della salute

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 18 feb 2021 15:56
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Istituzioni, Associazioni, Sindacati, in totale 56, capeggiati dalla Regione Emilia Romagna, hanno sottoscritto, a dicembre 2020, il Patto per il Lavoro e per il Clima. L’obiettivo per tutti è stato quello di condividere un’unica strategia per affrontare le attuali difficoltà, per generare nuovo sviluppo sostenibile e nuovo lavoro di qualità. Un documento contenente analisi e proposte su diversi temi. “Ma la reazione a livello locale – lamenta la CGILè stata se non proprio nulla, minima. Tutti ben trincerati dentro il proprio perimetro a difendere interessi di parte. Eppure la situazione si fa ogni giorno più drammatica, su tutti i piani: economico, sociale, sanitario, culturale e scolastico.

Sanità e welfare. “In Emilia Romagna e nel riminese – spiega la CGIL -, il Sistema Sanitario è ben strutturato e ha retto meglio che altrove l’emergenza pandemica. Non vi è dubbio però che anche nella realtà locale la pandemia ha messo in luce alcune fragilità del sistema socio-sanitario in generale e delle strutture residenziali per anziani in particolare.

Ciò che chiediamo come Sindacato, nell’ambito della salute, è che si facciano nuovi investimenti e che, anche nel territorio, si realizzino gli impegni assunti per il diritto universale alla salute con la firma del Patto regionale. L’emergenza Covid ha dimostrato quanto la possibilità di essere assistiti a casa, con forme di assistenza sanitaria appropriate, MMG (medico di medicina generale), USCA (unità speciali di continuità assistenziale), abbia salvato soprattutto i soggetti più vulnerabili. Quindi, occorre qualificare la rete delle strutture ospedaliere; rafforzare i presidi sanitari territoriali a partire dalle Case della Salute per l’accesso alle cure primarie; recuperare il ritardo nella programmazione/realizzazione degli OsCo, un modello assistenziale intermedio tra assistenza domiciliare e ospedalizzazione presente al momento solo a Santarcangelo; investire su telemedicina e assistenza domiciliare; creare servizi socio-assistenziali che rispondano ai cambiamenti sociali e demografici aumentando le risorse destinate al Fondo per la non autosufficienza”.

Per quanto riguarda le Case della Salute, nel centro urbano di Rimini ne è stata annunciata una, ma ancora non è noto dove. Il rapporto CdS abitanti è di uno/35-37.000; poiché nella provincia di Rimini sono censiti 339.000 abitanti (2019), ne servirebbero 9, mentre le case della salute attualmente sono 5, di cui 2 a “bassa complessità” e con differenti possibilità di prestazione e di servizi che andrebbero ulteriormente potenziati: Santarcangelo, Novafeltria, Morciano di Romagna, Bellaria-Igea Marina, Coriano (spostata pochi giorni fa in altra sede).

L’idea della CGIL è di realizzare una Agenzia per lo sviluppo Territoriale.Il tema della salute deve diventare un elemento strategico per la sostenibilità del territorio. Lo abbiamo sostenuto nel Piano del Lavoro 2020 della CGIL di Rimini che, oltre ai temi della salute, affronta a tutto campo le criticità della provincia, rispetto alle quali abbiamo chiesto a tutti i soggetti istituzionali e non solo, di poterci confrontare e che ancora rimane senza risposta. Il territorio potrebbe avere l’occasione di costruire un luogo di confronto politico, in grado di progettare e orientare lo sviluppo, così come abbiamo individuato nella realizzazione dell’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale. I processi di cambiamento vanno governati ora, l’attendismo crea solo sfiducia nel domani“.