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dopo doccia fredda montagna

In vista della stagione, Rimini chiede regole chiare per riaperture

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 16 feb 2021 16:05
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La salute è sempre prioritaria, cosi come è necessario che le reti ospedaliere reggano l’urto di nuovi contagi e di nuove varianti, ma è importante tenere conto dell’impatto devastante sul fronte economico che la pandemia porta con se. Da Rimini per voce dell’assessore alle Attività Economiche Jamil Sadegholvaad arriva l’appello al Governo: “é necessario dare una visione di prospettiva, concordare linee guida certe, In altre parole, evitare per le festività pasquali ormai alle porte il pasticcio comunicativo combinato con l’annuncio dello stop agli impianti sciistici a poche ore dalla ipotetica riapertura.

“Capiamo le difficoltà del nuovo Governo, ma quello che francamente lascia sconcertati gli operatori economici e i lavoratori è lo stato di permanente incertezza. Una preoccupazione reale a circa 50 giorni dalle festività pasquali e della ormai prossima stagione estiva. Tutti gli operatori turistici, i ristoratori, i titolari di attività economiche, sono infatti già al lavoro per prepararsi alla Pasqua e offrire ai propri clienti una vacanza ed una esperienza sicura. Chi sta adeguando i propri locali per ottemperare al necessario distanziamento sociale, chi sfruttando al meglio le possibilità date dal piano “Rimini Open Space”, chi programmando la pubblicità. I nostri imprenditori sono pronti a riaprire e c’è anche chi, come da dna romagnolo, sfida la crisi investendo su nuove attività. Quello che va assolutamente evitato è che questo dinamismo vada disatteso per superficialità.

“Rimini non potrebbe accettare acriticamente una doccia fredda come quella appena caduta sugli operatori commerciali e turistici della montagna. In poche ore, tutto vano, investimenti, lavoro, prenotazioni. Certo, la situazione sanitaria non consente di allentare la presa, ma al rigore delle norme serve accompagnare anche una rapidità da parte del governo nel dare una visione di prospettiva e comunicarla per tempo. Quello che va evitato è il repentino cambio di programma, l’improvviso dietrofront, l’incertezza di qualsiasi programmazione. Ci dicano pure come distanziare i tavoli, quali orari rispettare, che calendario seguire. Rimini farà la sua parte in questo senso. Il caso montagna di questi giorni mette in luce che diventa consistente anche il problema del metodo”