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giovedì 25 aprile 2024
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Calcio Serie D

Rimini FC: presentazione del nuovo staff tecnico. Tamai risponde a "Mastro"

In foto: Ricchiuti, Tamburini, Tamai, Sammarco e Bonetti
Ricchiuti, Tamburini, Tamai, Sammarco e Bonetti
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
sab 30 gen 2021 11:25 ~ ultimo agg. 31 gen 17:40
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Si presenta in una nuova, inedita, veste: quella di allenatore della prima squadra, ma Adrian Ricchiuti non ha certo bisogno di presentazioni nella “sua” Rimini. Bomber, capitano e uomo-promozioni del club biancorosso, l’italo-argentino è pronto ad una nuova avventura, che è un po’ la realizzazione del suo sogno, come ci aveva confidato qualche mese fa durante la trasmissione “Un tè con…”. Il Chico prende il posto di un suo compagno di tante battaglie con addosso la maglia a scacchi: Alessandro Mastronicola, dimessosi giovedì e che ieri (venerdì) nella conferenza stampa di saluto ai tifosi si è tolto qualche sassolino dalle scarpe.

Ricchiuti, già inserito nello staff tecnico delle giovanili del Rimini F.C., ha condotto gli allenamenti di giovedì e venerdì prima della rifinitura del sabato. Gli darà una mano, nel ruolo di viceallenatore, Juri Tamburini, anche lui “promosso” dal settore giovanile. Ivano Bonetti (che delle giovanili biancorosse è il responsabile) metterà a disposizione la sua esperienza come direttore tecnico, figura che mancava nell’organigramma del club del presidente Alfredo Rota. Del “vecchio” staff tecnico resta l’allenatore dei portieri, Fabio Finucci. Manca ancora il nome del nuovo preparatore atletico.

Il debutto domani (domenica) alle 14:30 allo stadio “Romeo Neri” con il Rimini (due soli punti nelle ultime tre partite) che riceverà il Progresso.

Apre la conferenza stampa il direttore generale del Rimini F.C., Antonello Sammarco: “Siamo qui a presentare il nuovo allenatore. È una situazione anche imbarazzante, ma il calcio è così. Adrian Ricchiuti sarà l’allenatore, Juri Tamburini, ex terzino per tanti anni in serie A, è il vice”.

Ed ecco le prime parole di Adrian Ricchiuti da nuovo allenatore del Rimini. “Sono stato chiamato e vuol dire che ci sono stati dei problemi. Spero di risolverli il prima possibile insieme al mio collega Juri (Tamburini, ndr). Se siamo settimi in classifica vuol dire che ci sono dei problemi. Ce la metterò tutta, so che è una sfida difficile. Però so che al mio fianco c’è una società che mi sostiene: bravissime persone di calcio che sanno quello che vogliamo. Nessuno è nato allenatore, sarà quindi il campo a decidere. Ci metterò tutto l’impegno possibile. Abbiamo cercato di fare qualche piccola modifica. Mi dispiace per l’allenatore che è andato via (Alessandro Mastronicola, ndr) perché è un mio amico e un mio ex compagno di squadra”.

Su cosa state lavorando in questi primi giorni? “Dobbiamo lavorare sotto l’aspetto mentale perché questa è una squadra buona, ci sono ottimi giocatori che hanno fatto questa categoria e non solo – risponde Ricchiuti -. Domani è una partita troppo importante per il nostro campionato”.

Con che modulo giocherà il Rimini? “Il modulo ce l’abbiamo, stiamo lavorano (e sorride, ndr). Domani è una partita nella quale non possiamo cambiare molto, ma cercheremo di cambiare anche gli interpreti perché qualcuno è un po’ stanco. Questa è una squadra valida, quella che abbiamo non è la classifica di questi giocatori”.

Alla sua prima esperienza da allenatore di una prima squadra parte proprio dal Rimini. “Non è quello che volevo, quando sono stato chiamato dalla Rimini Calcio mi era stata affidata una squadra del settore giovanile ed ero felice. Essere chiamato ad allenare una squadra a cui hai dato tanto è difficile, ma da qualche parte devi cominciare. Se va bene sarò il primo ad essere contento, se va male amen. Io sono nato per fare sfide e darò tutto per questa maglia. Nel futuro io voglio fare tutto purché sia calcio. Io so cosa vuol dire giocare per il Rimini: se qualcuno non l’ha capito per lui spazio non ci sarà perché ci vuole rispetto per questa maglia. Io so come trattare un giocatore, ma in campo poi ci vanno loro. Si parla tanto di esperienza. Io esperienza in prima squadra ce l’ho, ma non come allenatore. Ho visto tante partite del Rimini, ma l’aspetto mentale dei ragazzi non lo conosco. Quando si cambia un allenatore più che sulle gambe bisogna lavorare sulla testa dei ragazzi, cosa che abbiamo fatto in questi primi tre giorni. Non posso fare cambiamenti “gravi” perché devo lasciare i ragazzi liberi mentalmente perché la domenica si possano esprimere al meglio”.

Come dovrebbe chiudere il campionato il Rimini per essere soddisfatto? “Per essere contento il Rimini deve vincere il campionato, noi siamo il Rimini. Vincere è difficile, siamo un po’ indietro, però finché ci sarò io dobbiamo giocare per vincere. Quando abbiamo vinto il campionato con Cari eravamo a -12. Quest’anno è un po’ più difficile perché ci sono tante squadre, ma noi dobbiamo puntare a fare il massimo. Rimini deve vincere la serie D o almeno provarci”.

Il direttore sportivo, Pietro Tamai, torna sulle parole dette venerdì dall’ex allenatore biancorosso Alessandro Mastronicola (leggi notizia). “Sono stato chiamato in causa ieri, delle cose non mi sono piaciute ma forse sono state dettate dalla rabbia. Sicuramente non sono la persona che gioisce se il Rimini perde, anzi, perché da ragazzino, come ben sapete, venivo a vedere le partite e anche dopo ho sempre tifato Rimini. Dire che gioisco per una sconfitta del Rimini vuol dire anche che mi sto dando la zappa sui piedi perché se il Rimini perde sono anch’io a rischio di andar via. Credo che le parole di Mastronicola siano state dettate dalla rabbia. Ci sono state situazioni nostre interne che non sono andate bene. L’uomo Mastronicola è un’ottima persona, lo dirò sempre, forse ieri con le pressioni che ha subito ieri ha detto delle cose andando oltre. Io mi fermo qui perché adesso bisogna voltare pagina per il Rimini e per il presidente, che sta dando tanto alla città e a questa squadra in un periodo difficile. Il presidente ce la sta mettendo tutta. Io mi prendo serenamente le mie responsabilità: cercherò di sistemare le cose che non funzionano insieme allo staff che si è creato, cercheremo di creare una sinergia e costruire una struttura forte che si aiuti per un unico obiettivo, che è il Rimini. Io domani non ci sarò, loro (con riferimento al nuovo staff tecnico, ndr) non ci saranno, ma il Rimini rimarrà, insieme ai suoi tifosi, che meritano rispetto”.

Perché non ha sfoltito la rosa nonostante le ripetute sollecitazioni, in tal senso, del suo allenatore? “Ho provato a smaltire la rosa, ma ci sono state dinamiche societarie che non mi hanno permesso di fare uscite. Sono tutte situazioni singole che vanno viste man mano. In rosa tra l’altro abbiamo un sacco di ragazzini di Rimini, under che potevano stare con noi e avere una sponda nel campionato Berretti, se ci fosse stato. Purtroppo il campionato non è partito e così sono sempre rimasti in prima squadra. Abbiamo anche ricercato qualche ragazzo che potesse fare il suo esordio perché non c’è solo la prima squadra, c’è anche il settore giovanile perché se prendiamo ragazzi da fuori finiamo di fare calcio e di fare il settore giovanile”.

Non vi siete accorti del malumore di Mastronicola? “Visto come sono andate le cose, lui aveva un malessere dentro. Noi abbiamo sempre e solo parlato di situazione tecnica. Mi dispiace molto che sia andata così. Chi mi conosce sa che io soffro tantissimo sulle sconfitte perché ci tengo molto, molto, molto. Siamo tutti ragazzi che hanno fatto le cose per il bene del Rimini, magari anche sbagliando. Oggi c’è un nuovo giorno, una nuova conduzione tecnica, secondo me dobbiamo parlare di Adrian Ricchiuti, Ivano Bonetti e Juri Tamburini”.

Il posizionamento del Rimini in classifica la soddisfa? “La classifica non mi soddisfa perché il Rimini dovrebbe stare molto più in alto. Però poi bisogna vedere tutti assieme quali sono state le problematiche. Siamo qui per provare a riportare più entusiasmo ai ragazzi”.

Com’è avvenuta la scelta di Adrian Ricchiuti? “Noi abbiamo valutato un insieme di persone, ma abbiamo valutato anche una situazione che avevamo in casa: valutando col direttore tecnico abbiamo messo assieme tutta questa sinergia perché non c’è tempo per conoscere la situazione interna. Adrian è qui, ha visto molto giocatori e sta facendo velocemente le sue valutazioni”.

Non rischia di mancare un po’ di esperienza in panchina? “La parola esperienza si sente in questo mondo, ma se parliamo sempre di esperienza i giovani spariscono. Si può fare esperienza anche sugli errori”.

Nessuno in società si era reso conto che lo spogliatoio stava diventando una polveriera? “Che lo spogliatoio fosse diventato una polveriera non ce n’eravamo accorti perché non era così, anche se c’erano dei malumori – risponde il DG Antonello Sammarco -. “Mastro” anche a me aveva detto che c’erano troppi giocatori nella rosa. Lo sapeva anche Pietro (Tamai, ndr) perché si erano parlati diverse volte. C’era qualche attrito forse con uno-due giocatori, ma non era una polveriera nella maniera più assoluta. Se non si è agito subito è perché Pietro ha fatto anche una valutazione legata al covid. Forse abbiamo agito tardivamente e molto probabilmente non abbiamo dato a “Mastro” una mano perché gestire una rosa di tante persone è faticoso: sono professionisti che vivono di questo, e dire a un giocatore: “tu oggi vai in tribuna” non è semplice”.

Prende poi la parola il nuovo DT, Ivano Bonetti. “Mi sono preso una decina di giorni per vedere se si possono risolvere dei problemi. La cosa bella è che si deve ripartire da lì. È cresciuto il rapporto con il presidente che ha le capacità finanziarie: la scelta interna di Ricchiuti è venuta fuori da un confronto che ho avuto con il presidente, il direttore sportivo ed il direttore generale. Adrian ha un atteggiamento che ci piace perché sappiamo la mentalità che ha e che vuole dimostrare alla società. Tamburini è una persona seria, che ha militato nel calcio professionistico. Si parla poi di esperienza, ma Ricchiuti non è solo: ha un direttore tecnico che lo aiuterà. Certo che la rosa ampia è un problema, ma i problemi ci saranno anche quando i giocatori saranno di meno. Dobbiamo far capire a questi giocatori che devono giocare per una maglia che deve vincere. La scelta è stata ponderata: un allenatore esperto con un atteggiamento così è difficile trovarlo”.

Come vede la squadra? “Non è una cattiva squadra, è solo un po’ numerosa. Ho parlato di dieci giorni di tempo perché so che quando c’è da lavorare bisogna prendere decisioni anche difficili. Ci siamo anche scontrati all’interno delle mura, dalle quali non uscirà niente. Se siamo tutti uniti l’incarico proseguirà fino in fondo. Lo dico per una questione di serietà nei confronti di tutti”.

“A calcio si può giocare in tantissime maniere – continua Bonetti, ma la parola stessa gioco significa che bisogna giocare. Noi saremo in undici dove cercheremo di avere superiorità numerica quando attacchiamo, quando difendiamo e a centrocampo. Il modulo è una scelta iniziale, è l’atteggiamento che ci vuole. Si lavora sulla testa per la mentalità, per l’atteggiamento. Sicuramente Ricchiuti il suo mestiere lo sa fare bene. Se siamo qui vuol dire che gli errori li abbiamo fatti tutti, compresi di giocatori, che quindi devono andare ai cento all’ora. Il pensiero è cercare di avere un dominio totale. Si gioca per vincere però non è che in due giorni stravolgi la mentalità”.

Solitamente resta lontano dai riflettori. Cosa l’ha spinta a esporsi così in prima persona? “Io cerco di stare sempre ai margini. Avevo molto rispetto per chi c’era prima, per il suo ruolo. Questo è un gioco e bisogna sostituire la parola ansia con gioia. Io voglio far esordire più riminesi possibili. Se posso dare il mio contributo in questo momento delicato a un presidente che sta mettendo denaro lo faccio volentieri perché bisogna mantenerlo sul pezzo, altrimenti uno perde stimoli e interesse. È una bella grana, ho tutto da perdere, lo dico in senso positivo. Devo capire l’ambiente attorno alla prima squadra, altrimenti sto con i miei bambini, che sicuramente non trascurerò”.

Chiude il nuovo viceallenatore, Juri Tamburini. “Tra me e Adrian c’è molta sintonia. La mentalità di una squadra non la cambi in due giorni. Cercheremo di portare serenità e di rimotivare gli scontenti. Il motivo per cui abbiamo accettato è che siamo convinti che la squadra possa fare meglio. Il mio appoggio ad Adrian è totale perché la vediamo in maniera uguale. Ci deve essere grande compattezza, grande unione. C’è una società alle spalle che sta facendo quello che deve fare. È una “bega”, come diciamo qui in Romagna, ma è anche una bella sfida. Io sono di Cattolica e sono nato calcisticamente a Cesena, ma questo non vuol dire che non sia qui per fare il bene del Rimini. Cercherò di dare il mio contributo”.

La conferenza stampa è stata trasmessa in diretta sulla pagina Facebook Icaro Sport e sarà proposta in replica stasera (sabato) alle 21:45 su Icaro TV (canale 91 e canale 686).

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