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Rimini per Patrick

Un “ritratto di parole” di Patrick Zaki all’ingresso del Consiglio Comunale

In foto: il ritratto all'ingresso del consiglio
il ritratto all'ingresso del consiglio
di Andrea Polazzi   
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sab 12 dic 2020 11:23
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La Presidente del Consiglio Comunale di Rimini Sara Donati ha aderito all’iniziativa proposta dall’Associazione “InOltre”, sottoscrivendo la lettera per la richiesta di scarcerazione di Patrick Zaki, lo studente dell’università di Bologna che è ancora detenuto nelle carceri egiziane con l’accusa di aver pubblicato notizie false con il presunto obiettivo di disturbare la pace nazionale. Un’adesione simbolicamente rappresentata dal ritratto che è stato affisso all’ingresso della sala del Consiglio Comunale di Rimini.

L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio a cui hanno già aderito tante altre istituzioni come il Consiglio comunale di Milano, l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna, così come sono tanti gli esponenti politici che hanno sottoscritto la lettera di scarcerazione. Si tratta della riproduzione di un ritratto dello studente realizzato attraverso una composizione di parole. L’opera è stata realizzata dall’artista Francesca Grosso utilizzando le parole di una lettera scritta dall’associazione “InOltre”, che è stata tradotta in sedici lingue e riprodotta in 199 copie, quanto il numero dei giorni di prigionia trascorsi fino a quel momento – purtroppo oggi aumentati – dallo studente dell’Università di Bologna.

E’ un segno di solidarietà e vicinanza verso chi, come Patrick Zaki, si batte per la difesa dei diritti umani, di cui solo due giorni fa si è celebrata la giornata internazionale – affermano congiuntamente la presidente del Consiglio Comunale Sara Donati e il vicesindaco del Comune di Rimini Gloria LisiQuando l’associazione InOltre ci ha chiesto di sottoscrivere la lettera per la richiesta di scarcerazione abbiamo subito accettato, senza esitazioni. Chi si impegna per la difesa dei diritti umani, civili e politici come Patrick Zaki non merita di essere ingiustamente carcerato”.