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Pd diviso, volano gli stracci

Candidatura Petitti. Rossi (Pd): "ignorato percorso". E attacca Vanni Lazzari

In foto: Nadia Rossi
Nadia Rossi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 9 nov 2020 11:33
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Nel Pd volano gli stracci, all’indomani della decisione di Emma Petitti di mettersi a disposizione in vista delle amministrative. Dopo le critiche del segretario provinciale Sacchetti rigettate al mittente dal segretario comunale Vanni Lazzari, arrivano le dichiarazioni della consigliera regionale Nadia Rossi. Non entrando nel merito della candidatura della Petitti, la consigliera definisce “disturbante notare come si sia palesemente ignorato il percorso stabilito attraverso gli organismi previsti da Statuto per arrivare il più possibile coesi ad un appuntamento cruciale come le amministrative del 2021 nel capoluogo“. “Una road map che ora è carta straccia” aggiunge. Nel mirino di Nadia Rossi finisce poi il segretario comunale del Pd Vanni Lazzari dal quale, sul nome della Petitti, “sembra arrivata una sorta di benedizione o perlomeno un “liberi tutti” palesemente in contrasto rispetto a quanto gli iscritti avevano condiviso.” La Rossi parla di regole che non valgono per tutti e richiama le recenti regionali nelle quali era candidata anche Emma Petitti: “se già in occasione delle regionali non era stata nascosta una certa partigianeria, oggi è chiaro a tutti che il segretario comunale non interpreta più quella figura di garanzia che dovrebbe rappresentare e di cui il Pd ha bisogno”.

La nota di Nadia Rossi (PD)

“In una fase storica in cui la parola d’ordine ad ogni livello istituzionale è unità, in cui si cerca la condivisione per attraversare con meno contraccolpi possibili una pandemia che sta portando allo stremo il sistema sanitario nazionale e l’economia del Paese, assistiamo attoniti ad una fuga in avanti francamente evitabile.

Non entro nel merito della candidatura di Emma, non è questo il tema. Anche perché, se sorprendono modi e tempi, non sorprende certo la sua disponibilità a candidarsi per la guida della città di Rimini.

Ciò che invece è francamente disturbante è notare come si sia palesemente ignorato il percorso stabilito attraverso gli organismi previsti da Statuto per arrivare il più possibile coesi ad un appuntamento cruciale come le amministrative del 2021 nel capoluogo.

La direzione comunale riminese aveva condiviso l’opportunità di un confronto allargato per delineare il programma di mandato e solo successivamente individuare la figura o le figure che più lo incarnano. Dopodiché, si era deciso di procedere con la necessaria condivisione con le possibili forze alleate prima delle consultazioni nei circoli e infine delineare una candidata o un candidato.

Una road map che oggi è carta straccia.

Con questi presupposti, ci si aspetterebbe da parte di chi ha la responsabilità di rappresentare il partito una levata di scudi o quanto meno parole di stigmatizzazione per quella che, comunque la si pensi, rappresenta una forzatura. Al contrario, da Vanni Lazzari non solo non è stata sollevata alcuna perplessità, ma pare essere arrivata, invece, una sorta di benedizione o perlomeno un “liberi tutti” palesemente in contrasto rispetto a quanto gli iscritti avevano condiviso.

Il Segretario di un partito deve essere garante della pluralità che compone la comunità di cui è portavoce e non capoclaque di una tifoseria. E lo deve essere ancor più nel momento in cui vengono disattese quelle regole di cui, in un recente passato, lo stesso segretario comunale si era fatto paladino. Evidentemente queste regole non valgono per tutti. Se già in occasione delle regionali non era stata nascosta una certa partigianeria, oggi è chiaro a tutti che il segretario comunale non interpreta più quella figura di garanzia che dovrebbe rappresentare e di cui il Pd ha bisogno”.