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Calcio Promozione

S. Ermete, Francesco Marcaccio è l'uomo della provvidenza

In foto: Francesco Marcaccio
Francesco Marcaccio
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 20 ott 2020 13:13
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Se qualcuno a S. Ermete osava pensare che la provvidenza non esistesse si sbagliava di grosso. Da oggi porta un nome ed un cognome, quello appartenente a Francesco Marcaccio, di professione centrocampista e trequartista a seconda del caso ma l’importante è che tra la sua folta chioma arrivino idee concrete in fatto di assist o gol decisivi.

E per uno che è abituato ad entrare a partita in corso e a risolvere le situazioni complicate andando in gol nei minuti finali è divenuta una consuetudine piacevole. Era successo due anni prima, all’ultima giornata del torneo di Prima Categoria, quando Pazzini, stile Zeman, azzarda la carta per tentare il tutto per tutto: “scaldati ed entra furono le parole del tecnico”. Marccaccio prese quelle parole come un dovere da realizzare in campo e in quei drammatici momenti finali segnò una doppietta che valse ai “verdi” i play off e il relativo pass verso l’attuale Promozione. Ma la storia non è certamente finita qui, anzi speriamo di continuare a raccontare questa favola servendoci della realtà che si è ripetuta domenica scorsa nella vittoria in rimonta sull’Asar: lo scenario non cambia rispetto al passato, Fuchi esce a fine primo tempo, Marcaccio entra, soffre dannatamente come tutta la squadra ma al 90’ trova l’acuto vincente che permette ai suoi di pareggiare una partita dannatamente complicata. Marcaccio si prende la scena in parte perché a completare il capolavoro ci penserà il compagno Benvenuti, ma questa è un’altra storia.

Per uno cresciuto tra Cesena, Santarcangelo, Rimini e San Vito, il S. Ermete rappresenta l’apice della sua formazione in quanto classe 2001 di lui si dice un gran bene, non a caso raggiunto telefonicamente nel corso della mattinata, non nasconde la sua felicità.
“Domenica è stata una vittoria di squadra, da squadra vera. Quel gol è stato ancora una volta decisivo, poi ci ha pensato Benvenuti a completare l’opera. Ma che partita!”.

Appunto, che partita è stata?
“Dannatamente complicata. L’Asar è una squadra tosta ben organizzata, noi non riuscivamo a trovare varchi, loro si chiudevano perfettamente. Nel finale poi è successo davvero di tutto”.

Marcaccio lei è stato definito l’uomo della provvidenza: le piace questo appellativo?
“Beh… sì (sorride). Penso a Mondaino, penso a domenica con l’Asar, effettivamente sono risultato decisivo nei minuti finali. L’importante è farsi trovare pronto in ogni occasione”.

Lei sarebbe pronto per una maglia da titolare?
“Pazzini è molto esigente, pretende tantissimo da noi giovani e ci sprona a dovere. A me dice sempre di migliorare in quanto a grinta e determinazione, e ha ragione. Sono consapevole di dovere lavorare sotto tanti aspetti, però ammetto che con questi compagni, dai più esperti ai più giovani, è davvero un piacere allenarsi e sono sicuro che con il loro contributo potrò mettere in pratica quegli insegnamenti per completarmi. Per il posto da titolare, rispettiamo le scelte del mister perché credo che mai come quest’anno potremo tutti ritagliarci il nostro spazio. A livello personale ho giocato le gare in coppa, la partita col Bellaria e l’ultima da subentrato con l’Asar”.

Bravi quindi anche Pazzini e Cipriani a farla sentire partecipe del progetto?
“Il mister e il DS sono due grandi persone. Sanno parlarti nella maniera giusta, riescono a consigliarti e a darti motivazioni trasmettendoti serenità. Il resto è a cura dell’intera società che davvero non ci fa mancare nulla”.

Per Marcaccio l’appellativo di uomo della provvidenza calza a pennello, saranno problemi piacevoli per Pazzini in quanto, almeno a parole, il ragazzino ha mostrato grinta e determinazione per giocarsi le proprie chance in questo campionato, scherzando potremo affermare: “mister avvisato, uomo salvato”.