Indietro
menu
La Lega all'attacco

Pecci (Lega): no al parco eolico, se serve chiederemo referendum

In foto: Marzio Pecci
Marzio Pecci
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 20 ott 2020 16:10
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Il capogruppo riminese della Lega Marzio Pecci ribadisce il no del Carroccio all’impianto eolico al largo di Rimini e chiede al Sindaco, alla Provincia e alle associazioni di categoria di prendere posizione.

Il mare Adriatico – spiega – è una componente essenziale dell’industria turistica riminese e può essere valorizzato con altri interventi connessi all’industria turistica ed alla nautica in generale. Le associazioni ambientaliste hanno già bocciato il parco eolico e la politica ne deve tenere conto anche se le spinte speculative sono molto forti“.

Pecci non entra nei dettagli tecnici ma spiega che va valutato “nell’ambito dell’economia e dell’industria del territorio“. “Se negli anni ’60 – prosegue – non è stata autorizzata, al largo di Rimini, l’installazione della “isola delle Rose”, di circa 400 mq, che avrebbe avuto un grande successo e un importante valore turistico, al di là della fantasiosa dichiarazione di indipendenza del costruttore proprietario Ing. Giorgio Rosa, oggi non possiamo tollerare l’installazione di 51 pale eoliche perché sarebbero fortemente invasive e creerebbero problemi che si rifletterebbero non solo sul paesaggio, ma anche sulla pesca e sulla nautica. L’impatto ambientale del parco eolico avrebbe quindi conseguenze disastrose“.

Sicuramente – dice ancora Pecci – è affascinante pensare ad una città alimentata da una energia pulita, ma se per aver questo tipo di energia si deve distruggere una economia, come quella turistica riminese, allora occorre essere fermi nel dire no e studiare altre forme di produzione di energia pulita compatibili col territorio“.

Secondo l’esponente della Lega “occorre rimboccarsi le maniche e pensare ad una città nuova: dal recupero ambientale partendo proprio dagli immobili fatiscenti come le colonie e gli altri numerosi immobili con un piano di risanamento straordinario che sia frutto di una moderna politica urbanistica.” Pecci parla poi di altre forme di energia politica da incentivare come il solare, l’idroelettrico, le biomasse e la geotermia. “Da qui partiamo, Covid o non Covid, per creare una vera città ambientale – conclude – senza ipocrisie e se sarà necessario chiederemo il Referendum per affermare il “no” della città al parco eolico“.