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Femminicidio

Il coordinamento centri antiviolenza e Gloria Lisi sull'omicidio di via Pola

In foto: la volante davanti all'appartamento di via Pola
la volante davanti all'appartamento di via Pola
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 27 ott 2020 15:52 ~ ultimo agg. 5 nov 09:15
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Sull’omicidio di Vera Mudra, uccisa nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 ottobre dal marito è intervenuto in queste ore il coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna. L’uomo, infatti, avrebbe detto di “aver perso la testa”.

“Ancora una volta – si legge nel comunicato – si torna così a parlare di raptus e di casi isolati. La narrazione della “lite finita male” persiste anche in questo caso, nonostante la donna stesse dormendo quando è stata uccisa dal marito”.

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna torna a ribadire, ancora una volta, che la violenza maschile sulle donne è un problema sociale e sistemico, che non può e non deve essere trattato come una serie infinita di casi isolati.

“Finché la narrazione dei femicidi continuerà ad essere episodica, fino a quando non smetteremo di dire che un uomo ha perso la testa come se questo potesse giustificare la violenza e il femicidio, la violenza contro le donne continuerà ad esistere” commenta Paola Gualano, presidente di Rompi il silenzio Onlus di Rimini.

“Svariati articoli – continua il comunicato – fanno riferimento alle richieste di denaro al marito da parte di Vera Mudra, come se queste potessero giustificare il femicidio. Una controversia economica non può e non dovrebbe essere proposta come giustificazione della violenza. Questo non significa tuttavia che la questione economica non sia centrale. Il sapere accumulato dalle donne impegnate nei percorsi di contrasto alla violenza, infatti, dimostra che l’indipendenza economica è necessaria alla fuoriuscita dalla violenza.

Per questo è fondamentale che la violenza sulle donne diventi una priorità a livello politico, superando la logica emergenziale che spesso accompagna questo dibattito. Questa necessità, che il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna segnala da anni, diventa ancora più pressante nel contesto pandemico”.

Sul caso è intervenuta questa mattina alla trasmissione radio e tv Io ne ho lette cose anche la Vicesindaca e Assessore alle politiche sociali del Comune di Rimini, Gloria Lisi.