Indietro
menu
Per far fronte a domande

Personale del Comune nei centri estivi. Erbetta: ignorati diritti maestre

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 10 giu 2020 17:36 ~ ultimo agg. 11 giu 11:40
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Per far fronte all’alta richiesta da parte delle famiglie il Comune di Rimini sta pensando di aumentare il numero dei plessi attivi per i centri estivi. L’ipotesi, oltre ai plessi gestiti dalla cooperativa Il Millepiedi (aggiudicataria di un bando triennale) è di attivarne altri richiamando il proprio personale. Lo fa sapere il consigliere comunale di Rinascita Civica Mario Erbetta: “L’amministrazione ha pensato di utilizzare per quattro settimane il personale educativo di ruolo alle dipendenze del Comune di Rimini, in modo da abbassare i costi di gestione e quindi le tariffe da praticare”.

Una soluzione che, sottolinea Erbetta, è penalizzante per le maestre: “Ogni operatore comunale dovrà garantire e quindi sarà precettato per 30 giorni di servizio per 5 ore al giorno e per sei giorni a settimana. Tutto bene se l’amministrazione non avesse cambiato rotta solo all’ultimo momento, dato che alle maestre comunali da tempo era stato data l’istruzione di proseguire con lo Smart Working nel mese di Giugno e queste si sono organizzate in tal modo”.
Scelta poi rivista negli ultimi giorni, spiega Erbetta, “per garantire i trenta giorni di servizio estivo al fine di coprire la carenza oraria maturata”. Superando, con la motivazione dell’emergenza, il vecchio “accordo con i sindacati degli anni ottanta in base al quale nel periodo estivo (Luglio e Agosto) le educatrici devono svolgere solo attività non frontali (formazione, preparazione materiali didattici, ecc.)”.
“In nome quindi di un intervento “emergenziale” si crea un cattivo precedente per violare gli accordi presi dal Comune in sede sindacale.
Ma la cosa peggiore e che il Comune di Rimini non prende minimamente in considerazione l’essere madri e donne di queste maestre con una famiglia da organizzare e della loro dignità di professioniste sacrificate sull’altare dei costi da abbattere senza neanche il preavviso necessario per potersi organizzare sia nel menage familiare sia per organizzare i servizi secondo le linee guida”.

La partenza è ipotizzata per il 22 giugno. Venerdì prossimo l’amministrazione presenterà alle maestre la situazione: “basteranno 10 giorni per fare i corsi alle insegnanti sulle nuove normative, i tamponi e i test sierologici obbligatori e tutto quello che è necessario per aprire i servizi di centri estivi in estrema sicurezza?”, chiede Erbetta che conclude puntando il dito contro l’Amministrazione Comunale: “tanti proclami che si infrangono sui macigni dei costi dei servizi e che ricadono poi sui dipendenti comunali e sui loro diritti acquisiti negli anni.
Prima la mancata assunzione delle maestre precarie da oltre 15 anni, oggi la precettazione di quelle di ruolo in violazione degli accordi sindacali stipulati negli anni ottanta perchè i servizi proclamati se dati esclusivamente in appalto costerebbero troppo come rette”.