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"Imbarazzante dietrofront"

Ricorso contro chiusura spiagge. PD Riccione: capriccio del sindaco a spese pubbliche

In foto: Riccione
Riccione
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 2 mag 2020 16:43 ~ ultimo agg. 3 mag 10:04
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Da una parte un prolungamento dell'”astinenza” da passeggiata in spiaggia che è poca cosa rispetto alle limitazioni finora sopportate e all’allarme del primario di rianimazione dell’Infermi “Il mostro non è domato”. Dall’altra, soldi pubblici che saranno spesi per un ricorso che appare un “vezzo” del sindaco. Così il Pd riccionese condanna l’atteggiamento del sindaco Renata Tosi a fronte dell’ordinanza regionale che stabilisce il mantenimento della chiusura delle spiagge.


L’intervento del PD di Riccione:

Tutti quanti speravamo di poter finalmente ritornare a goderci già dal 4 maggio la nostra amata spiaggia. Se tutto va bene non dovremo attendere ancora tanto, il 18 maggio sono due settimane, un niente rispetto al tempo delle limitazioni che abbiamo dovuto finora sopportare.

Una inezia se rapportate alle parole del dottor Nardi, Direttore dell’unità di Terapia intensiva e rianimazione dell’ospedale Infermi di Rimini: “Il mostro non è domato, vi scongiuriamo di stare ancora a casa”.

Di questo dibattito, sono chiaramente comprensibili le critiche e anche il malcontento rispetto alla decisione della Regione Emilia Romagna di limitare ancora fino al 18 maggio l’accesso alle spiagge da parte del pubblico.

Sappiamo però che le attività degli stabilimenti balneari stanno proseguendo. Per permetterci di prepararci all’avvio della stagione estiva.

La delibera della giunta regionale limita quindi la passeggiata! Niente di più.

E lo fa assumendosi la responsabilità di chiederci un sacrificio per non inficiare quelli che tutti insieme abbiamo fatto negli ultimi due mesi.

Sarebbe un vero dramma se dai nostri comportamenti derivasse un ulteriore impennata dei contagi. Un rischio che impatterebbe sulla salute e anche definitivamente sulla impossibilità di avviare la stagione turistica.

Ci poniamo quindi nei panni di chi si è dovuto assumere la responsabilità di questa scelta e non possiamo pensare che lo si sia fatto a cuor leggero, così per il gusto di limitare ulteriormente la nostra libertà. Oggi politicamente paga dire “apriamo tutto”, ieri pagava dire “chiudiamo tutto”. Se i provvedimenti amministrativi dovessero basarsi solamente sul sentimento dell’opinione pubblica saremmo costretti a vivere in una situazione di perenne incertezza e soprattutto di una schizofrenica azione di governo da parte delle istituzioni.

Fa specie quindi sentire il Sindaco di Riccione inveire in questo modo contro la scelta della Regione, condivisa peraltro con i sindaci di tutti i comuni della costa.

Un Sindaco che tiene così tanto al rispetto istituzionale che afferma che a Riccione l’ordinanza regionale non si applicherà, in barba al rispetto del principio di legalità che la obbliga a far rispettare norme che derivano da enti sovraordinati. Salvo poi fare un clamoroso ed imbarazzante dietrofront, tenere chiusa la spiaggia lunedì mattina, e dover ricorrere alla consulenza di avvocati per presentare un ricorso al TAR con l’intento di annullare la delibera regionale.

Nel frattempo sarà arrivato il 18 Maggio e i cittadini di Riccione avranno dovuto pagare decine di migliaia di Euro -soldi pubblici- per il vezzo capriccioso del Sindaco.

Una passeggiata inutilmente costosa!

Nel frattempo, però il mondo va avanti e i problemi reali aumentano.

Siamo quindi stanchi di doverci occupare del nulla, di dover richiamare costantemente il sindaco ai suoi compiti: ci sono 316 famiglie che non hanno avuto accesso ai buoni spesa. Invece che spendere inutili denari in ricorsi finalizzati solo ad uscire dal “cul de sac” in cui si è infilata, sarebbe bene che destinasse l’avanzo di bilancio del 2019, già destinato ad eventi che non si svolgeranno, all’incremento dei fondi per i buoni spesa e per le famiglie in difficoltà.

E’ una questione di priorità!