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Parcheggi, viabilità, spiagge

Parco del Mare. Casadei (Pd): buon progetto ma con molte criticità

In foto: Giovanni Casadei (PD)
Giovanni Casadei (PD)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
mar 5 mag 2020 19:35 ~ ultimo agg. 19:37
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Lo definisce un “buon progetto” anche se “non di mio gusto” e poi si sofferma su alcune lacune di metodo. Il consigliere del Partito Democratico Giovanni Casadei interviene sul dibattuto tema del Parco del Mare e lo fa anche da addetto ai lavori vista la sua professione di architetto. “Dall’inizio ad oggi – spiega – abbiamo rinunciato ai parcheggi interrati , ai servizi e negozi interrati, alla partecipazione dei balneari al progetto di riqualificazione, ai filari di pini, al contributo economico di chi avrebbe dovuto occupare i lungomare e pagare i diritti di superficie per sostenere l’opera pubblica, di fatto ad oggi parliamo di un complesso, ricco, ben strutturato e penso efficace, progetto di arredo urbano, di riqualificazione degli spazi, non nel senso dispregiativo che usa la minoranza, ma nella sua migliore accezione”. Casadei definisce un merito la capacità dell’amministrazione di aver intercettato finanziamenti pubblici per il progetto ma poi mette in fila una serie di criticità. Dal tema “parcheggi, traffico, viabilità” alle “spiagge” fino ad una riflessione alla luce proprio dell’emergenza covid.

L’intervento di Giovanni Casadei (Pd)

Giovedì scorso è stata approvata la delibera per la variazione d’urgenza al bilancio di previsione 2020/2022 per l’attuazione del parco del mare Sud, che in sostanza recepisce il finanziamento Regionale e sincronizza il bilancio con i tempi dell’erogazione , considerando la necessità di aprire un mutuo da 2 milioni di euro per il cofinanziamento del finanziamento Regionale.
La discussione, come era prevedibile, è stata praticamente interamente sul progetto del parco del mare, mentre non è stata spesa una sola parola nel merito della delibera.
Non l’ho fatto in aula, molto difficile spiegarsi in videoconferenza, vorrei in questa sede ribadire cosa ne penso:
Il percorso che porta oggi alla realizzazione di alcuni tratti del parco del mare per come si è infine conformato, è stato lungo, complesso, e non totalmente libero da errori e ripensamenti ( noti, per cui non sto a ripeterli) , l’ho detto già in altre sedi, l’idea del “parco del mare” è frutto del percorso partecipato del piano strategico, quindi sono sostanzialmente condivise le strategie principali che lo hanno generato, ma non lo è la definizione del progetto, non lo sono alcuni aggiustamenti sopraggiunti. Il ricorso iniziale ad un concorso d’idee internazionale, sulla base delle linee guida del piano strategico, avrebbe avuto tanti pregi facilmente comprensibili: si sarebbero potute valutare molte e differenti idee , sia pratiche che estetiche, molte soluzioni diverse, la cittadinanza e gli operatori avrebbero avuto la possibilità di esprimersi sul progetto più gradito, contribuendo sin dall’ideazione a limarlo, la risonanza dell’operazione sarebbe stata internazionale sin dai primi passi, avrebbe consentito ai tanti professionisti locali di provare a mettere a disposizione della città le proprie competenze, avrebbe potuto già da questa fase cominciare a raccogliere finanziamenti.
Detto questa, il Progetto in via di parziale realizzazione è un buon progetto, lo dico da subito, non è di mio gusto, non amo le sardine , non apprezzo l’andamento curvilineo, non mi fanno impazzire le dune, avrei spinto di più sulla caratterizzazione diversificata dei diversi tratti e la definizione di Landmark più definiti , che nella continuità, aiutassero l’orientamento e la consapevolezza del fruitore, ma questo è gusto personale, il progetto è un buon progetto, ricco di dettagli, frutto di un serio approfondimento sullo stato dei luoghi , una ricerca sulle carenze dei territori e sulle prospettive possibili, un lavoro di approfondimento assai più ampio di quello che si può percepire dai rendering; apprezzo la scelta di puntare sui colori, colori che da sempre caratterizzano le nostre spiagge, un immaginario che sarebbe sciocco tradire verso quel diffuso minimalismo provinciale bicromatico da venditori di gazebo, apprezzo l’idea di focalizzare l’attenzione sul lungomare, anche con delle scelte visivamente chiassose, perché se si vuole riuscire a produrre un minimo di effetto avvolgente, estraniante, occorre riuscire a distrarre dal vero caos che caratterizza oggi i lungomare, quello degli edifici che ci si affacciano, quello della quinta dai mille immaginari ,delle mille proposte , delle mille forme, colori, luci e materiali.
Chiaro che potevano essere 100 altri progetti diversi , vale a poco l’elenco di cosa avrebbe fatto ciascuno di noi consiglieri, semmai vale porre la questione di metodo, ma tende a non farlo nessuno, prediligendo il proprio ego, alla possibilità di scelta.
Dall’inizio ad oggi, abbiamo rinunciato ai parcheggi interrati , ai servizi e negozi interrati, alla partecipazione dei balneari al progetto di riqualificazione, ai filari di pini, al contributo economico di chi avrebbe dovuto occupare i lungomare e pagare i diritti di superficie per sostenere l’opera pubblica, di fatto ad oggi parliamo di un complesso, ricco, ben strutturato e penso efficace, progetto di arredo urbano, di riqualificazione degli spazi, non nel senso dispregiativo che usa la minoranza, ma nella sua migliore accezione.
Se il lungomare di Riccione, da solo è stato capace di dare un grande contributo alla considerazione diffusa sull’appeal della cittadina balneare, il nostro futuro lungomare, in rete a tutti gli altri interventi realizzati in città, non potrà che ottenere un successo ancora maggiore.
Rispetto allo stato attuale, aggiunge più verde, più alberi, sedute, colori , acqua, spazi suggestivi, servizi, spazi fitness, luoghi informativi, una vista liberata sul mare, la sopraelevazione per la protezione dall’ingressione marina, una pista ciclabile regolare, un percorso pedonale protetto, l’assenza di auto, la de-sigillatura dei terreni, se la realizzazione sarà all’altezza del progetto, sarà sicuramente una rivoluzione positiva, al netto delle criticità che affronterò dopo.
La capacità di intercettare finanziamenti pubblici per un opera di questa dimensione, brandita dall’opposizione come se fosse una vergogna, credo invece sia un merito del quale andare orgogliosi, ed un opera di questa dimensione, strategica per il territorio, un territorio che produce ricchezza per i cittadini e per lo stato, è giustamente candidata a raccogliere finanziamenti nazionali e regionali, così come nazionale e regionale è l’influsso che saprà generare, difficile immaginare altre forme di finanziamento.
Fatta questa lunga premessa, non nego, come fatto sin dall’inizio, alcune criticità non risolte: Traffico e viabilità, parcheggi, contributo dei privati, spiagge.
Parcheggi, traffico e Viabilità:
ci sono diversi sotto temi , parcheggio motorini, parcheggio biciclette, parcheggio dei riminesi verso la spiaggia, parcheggio degli extra riminesi pendolari del sole, parcheggio dei villeggianti, parcheggio dei riminesi ed extra riminesi che usufruiscono dei servizi commerciali e dei pubblici esercizi ( ristoranti , bar , pubs), ognuno dei quali ha le sue complicazioni, e chiede una risposta, che almeno allo stato delle mie conoscenze, non sono del tutto risolte.
Stiamo attenti a non fare l’errore di considerare i cittadini tutti sani, normodotati, maturi, giovani ed atletici, esistono e vanno particolarmente protetti anche quelli che non corrispondono a questo identikit, per ragioni permanenti o temporanee, gli anziani, le donne incinta, i bambini, i disabili, gli infortunati , a questi occorre dare la possibilità di usufruire della spiaggia e del lungo mare senza discriminazioni, è chiaro che il riminese che può viaggia in bici o motorino e in spiaggia ci arriva senza auto (e dove parcheggia bici e motorini?) ma gli altri?
Per chi viene dalla provincia, e i villeggianti stabili, vanno previsti parcheggi scambiatori ( alla fiera, al center gros, a sud nei pressi dell’aeroporto o della novarese) per lasciare l’auto e arrivare in spiaggia o all’albergo, chi può potrebbe prendere una bici elettrica o il monopattino elettrico, gli altri una navetta, i villeggianti potrebbero avere una navetta dedicata per gli alberghi, a marina di Ravenna lo fanno e vale la pena.
Certo questi spostamenti devono essere in sicurezza, vanno realizzate delle piste ciclabili sicure fino ai lungomare dei percorsi rapidi per le navette, e resta il dubbio su dove porre bici, monopattini motorini….
Poi ci sono gli altri, le famiglie con neonati e bambini piccoli della città e della provincia, gli anziani, i pendolari che vogliono usufruire dei negozi, dei ristoranti dei pub.
Ad oggi la risposta più concreta, mentre le altre sono solo annunciate, pare essere il parcheggio a raso per quest’anno, interrato in futuro in piazza Fellini ed altre soluzioni più a sud.
Non mi convince affatto, laddove negli intenti generali c’è la volontà di ridurre il traffico, condensare su un’unica strada di accesso e di allontanamento tutto il traffico di marina centro, mi sembra una scelta non condivisibile, già mi immagino l’incolonnamento sulla via destra del porto alle 17 di domenica sera, senza poi fornire una risposta efficace a chi volesse raggiungere un bagnino o un ristorante non nelle immediate vicinanze del parcheggio, ma non mi unisco neanche al coro di chi reclama i parcheggi interrati alla Riccionese, soluzione che ha messo a dura prova la sostenibilità economica del progetto, terribilmente impattante dal punto di vista della permeabilità, della sostenibilità ambientale, del traffico.
Trovo anzi piuttosto incomprensibile la posizione del consigliere Renzi, che da un lato lamenta la mancata naturalizzazione della spiaggia parlando con disprezzo della cabine di cemento, e dall’altra auspica la cementificazione permanete dei nostri lungomare, da un lato lamenta il costo di 85 cm di sabbia, dall’altro propone tonnellate di metri cubi di cemento, per fare i parcheggi interrati e le cabine interrate, con la sigillatura permanente di migliaia di mq di superficie , immaginando l’acquisto dei posti auto delle strutture alberghiere, cosa che ha funzionato male a Riccione, e soprattutto, era concessa alla singola struttura alberghiera o ad un aggregato di più strutture nella manifestazione d’ interesse per il parco del mare, ma che non è stata proposta da nessuno, proprio per la difficilissima sostenibilità economica.
Penso sarebbe più opportuna una gestione policentrica dei parcheggi, piccole strutture diffuse sui tanti chilometri della nostra marina, a monte dei viali carrabili, raggiungibili a pettine dalla viabilità a monte della ferrovia, offrire la possibilità di trasformare aree libere in fast park, strutture alberghiere in disuso in parcheggi silos, per integrare il sistema e per rispondere alla domanda dei pochi che non possono accedere alle altre soluzioni o a chi vuole raggiungere un ristorante o un locale una tantum, magari con un costo abbastanza sostenuto per scoraggiarne l’utilizzo a favore delle altre opzioni, e agevolazioni per chi non ha alternative.
Su questo fronte onestamente non ho capito a che punto siamo, lo vedremo.
Spiagge:
In molti lamentano la mancata rigenerazione dell’offerta dell’arenile, bagnini e chioschisti; ovvio che tale rigenerazione, assieme al lungomare, ed alle opere del centro storico, darebbe un peso maggiore al rinnovo dell’immagine Riminiese, anche se dal mio punto di vista, le linee guida di Miralles Tagliabue per l’arenile, sono la parte più debole del progetto. Purtroppo per sperare in una vera riqualificazione dell’offerta turistica balneare, occorre risolvere impedimenti oggettivi ad oggi insuperabili. Rigenerare le spiagge implica investimenti importanti che oggi , nella situazione di incertezza che la direttiva Bolkestein ha generato, nessuno è in grado di sostenere. Per risolvere l’incertezza, ci sono solo 2 strade ( 3 se includiamo l’ipotesi poco probabile che dopo 14 anni l’Europa cambi idea) , o continuare a crogiolarsi in sospensive e proroghe, inevitabilmente interrotte e impugnate, la strada della risposta immediata solo per procrastinare, oppure procedere speditamente verso la promozione dei bandi per l’assegnazione delle concessioni, valorizzando per quanto possibile le capacità gestionali, gli investimenti e l’esperienza degli attuali gestori, anche invitando i balneari a formare reti d’impresa, per porsi con maggiore forza rispetto alla concorrenza. Quest’ultima strada, che incontra la strenua opposizione dei balneari, come se si dessero già per persi , già per sconfitti, mentre potrebbero avere le qualità e la forza per imporsi, è la strada più rapida per raggiungere finalmente l’obiettivo della riqualificazione dell’arenile.
Ultima riflessione alla luce del covid 19…. la delibera di fatto ha il suo nucleo nella necessità di aprire un mutuo per 2 milioni di euro per cofinanziare gli investimenti regionali, per la realizzazione dei tratti 1,2,3,8 del parco del mare, certo la prima reazione istintiva a questo periodo di inedita emergenza sanitaria, è quella di sperare che tutto si normalizzi il prima possibile, e in questa logica è comprensibile cercare di chiudere i lavori iniziati, e non lasciare incompiuti, sperando in almeno 3 mesi di stagione turistica, ma temo che sia necessario cominciare ad introdurre nei pensieri per il futuro , anche una possibilità meno favorevole, cominciare a costruire percorsi alternativi, strategie diverse per esiti più catastrofici… se il contagio riprendesse? Se le restrizioni continuassero? se a fronte della possibilità di ricominciare a viaggiare, le persone avessero paura di farlo? Allora il danno economico sociale rischierebbe di diventare insostenibile, e fino alla messa sul mercato di un vaccino o di una cura efficace, la situazione rischia di non migliorare… Come le sosteniamo le imprese balneari? Il rischio che l’opera del parco del mare pur necessaria per il futuro post vaccino, resti invece nell’immediato un monumento alla crisi sanitaria è altissimo, attorno parco del mare un deserto di attività in crisi….
Dobbiamo guardare in faccia la realtà per ciò che rischia di essere, avere un piano anche per lo scenario peggiore, con un bilancio comunale che vede la maggior parte del suo corpo tra stipendi del personale e spesa sociale, ed un possibile crollo verticale del gettito, dove andiamo a reperirle le risorse? A cosa dovremo temporaneamente rinunciare? Forse, oltre ai necessari annunci rassicuranti, si rende necessaria anche una riflessione onesta, occorre cominciare ad affrontare e raccontare anche questa possibilità, nella speranza di sbagliarsi ed essere superati dagli eventi.