Figli tolti alla madre. Sotto inchiesta due dirigenti dei servizi sociali


Come riportano stamattina i quotidiani locali Il Resto del Carlino e Corriere Romagna, due funzionari del servizio minori dell’Ausl di Rimini (il responsabile del servizio tutela minori e quello della responsabilità genitoriale tutela dei minori) sono sotto indagine con l’accusa di abuso d’ufficio (il primo anche diffamazione nei confronti della famiglia affidataria), per aver preso decisioni in merito all’affidamento di due bimbi a famiglie affidatarie e a strutture di accoglienza.
A una donna, assistita dall’avvocato Salvatore Di Grazia, era stata tolta la patria potestà e non le era stato possibile vedere i suoi figli per tre anni. Da qui era partita la denuncia e l’indagine che ha scagionato la mamma dall’addebito di aver maltrattato i figli, cosa che le contestavano le due assistenti dei servizi sociali che oggi sono sotto inchiesta e che dicono di aver “agito nella legalità”.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani.
La notizia è stata ripresa dall’ANSA:
RIMINI, 23 GEN (ANSA) – Avevano accusato una madre di maltrattare i due figli piccoli, ma la donna è stata scagionata e ora a rischiare il processo sono le due assistenti sociali dell’Ausl di Rimini, che per tre anni impedirono alla mamma di vedere i bambini. Come riportano i quotidiani riminesi, l’indagine è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Davide Ercolani, che ha formulato un’ipotesi di reato per “mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”. Da affidatarie, le due assistenti non avrebbero agevolato né fornito adeguato sostegno per la ripresa dei rapporti familiari tra la mamma e i due bambini. Le due indagate, difese dall’avvocato Luca Ventaloro, sono già state interrogate. Durante l’audizione avrebbero sostenuto di aver agito nel rispetto della legge. La mamma, che ha ripreso a vedere i suoi piccoli, è invece difesa dall’avvocato Salvatore Di Grazia.