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Il super latitante

Giulio Lolli estradato. Il carcere in Italia

In foto: Giulio Lolli
Giulio Lolli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 1 dic 2019 12:49 ~ ultimo agg. 2 dic 13:19
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E’ rientrato in Italia Giulio Lolli, l’imprenditore bolognese 54enne arrestato a Tripoli, due anni fa. Questa mattina è stato scortato all’aeroporto di Fiumicino e da qui al carcere di Regina Coeli. E’ stato consegnato al Ros dei Carabinieri grazie all’intervento diplomatico dell’Ambasciata Italiana di Tripoli, dell’Ufficiale di Collegamento della Polizia di Stato, in accordo con il Ministero della Giustizia, Ministero degli Esteri e sotto l’impulso della Procura della Repubblica di Rimini e quindi del sostituto procuratore Davide Ercolani.

Era ricercato su ordinanza del Tribunale di Roma per terrorismo internazionale e di armi e munizioni da guerra. Lolli era già considerato latitante per la giustizia italiana da nove anni, indagato dal PM riminese  Ercolani per associazione per delinquere, truffa, falso e appropriazione indebita nel fallimento della Rimini Yacht.

In Libia, dopo rocambolesche esperienze come guerrigliero, era stato condannato all’ergastolo per avere fiancheggiato un gruppo estremista.

Secondo l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Roma Cinzia Parasporo, a carico di Lolli ci sono “gravi indizi di colpevolezza”. “Concreto e attuale il pericolo che possa commettere reati in armi e di terrorismo, stanti la gravità dei fatti e l’inserimento in un chiaro contesto eversivo”. Lolli sarebbe un soggetto “dall’elevatissima pericolosità che ha vissuto in Libia diversi anni figurando tra i comandanti del cartello islamista denominato Majlis Shura Thuwar, formazione jihadista controllata dall’organizzazione terroristica Ansar Al Sharia (affiliata ad Al Qaeda), molto attiva nel 2017 a Bengasi, fino al suo definitivo scioglimento avvenuto due anni fa, e con base operativa a Misurata. Da lì Lolli si occupava di garantire alle milizie i rifornimenti di armi, approvvigionamenti che avveniva via mare, potendo mettere a disposizione almeno due mezzi navali (Mephisto e Leon) fatti venire dall’Italia”.

Una rogatoria internazionale ricorda che era “detenuto dal 17 dicembre 2017 nel carcere di Mitiga (Tripoli) con l’accusa di terrorismo per la collaborazione fornita al gruppo armato denominato Shura di Bengasi oltre che di detenzione illegale di una pistola e trattenimento illegale in Libia”. Le autorità libiche hanno fornito agli inquirenti italiani anche alcune fotografie che ritraggono Lolli a bordo di imbarcazioni che trasportavano armi e mezzi blindati.