L’incanto di Franco Arminio alla cappella Petrangolini per la rassegna “ad alta voce”


Una carezza è più bella se la si riceve di nascosto, lontano dal rumore, concentrandosi solo sul proprio “sentire” e su quello dell’altro. Lontano dalla folla del centro di Rimini del sabato pomeriggio, eppure nel cuore della via più frequentata, alla cappella Petrangolini è andata in scena la lettura intima e preziosa di “Acrobati delle parole – Giocare con i segni” all’interno della rassegna “ad alta voce”, la kermesse culturale organizzata da Coop Alleanza 3.0 che si è conclusa ieri. La bellezza se ne sta nascosta e bisogna saperla cercare, nel caso dell’appuntamento di sabato pomeriggio alla cappella Petrangolini di corso d’Augusto a Rimini, bisognava però anche essersi prenotati per poter accedere al piccolo spazio di uno dei gioielli della Rimini nascosta.
- Il poeta e scrittore Franco Arminio
Lo scrittore posta Franco Arminio, che si autodefinisce “paesologo” per la sua capacità di scrivere e descrivere il mondo (e gli uomini) con le parole utilizzando la natura e le sue immagini. I versi di Arminio sono lavorati a oltranza, con puntiglio e cura, con l’obiettivo di arrivare a una poesia semplice, diretta, senza aloni e commerci col mistero. La sua scrittura è una serena obiezione alle astrazioni e al gioco linguistico, una forma di attenzione a quello che c’è fuori, a partire dal corpo dell’autore, osservato come se fosse un corpo estraneo. L’azione cruciale è quella del guardare: “Io sono la parte invisibile / del mio sguardo”. Arminio, così come gli altri due lettori protagonisti del pomeriggio, è stato accompagnato dall’arpa di Monica Micheli.
Lo scrittore Marco Belpoliti, ha presentato anche la poetessa e traduttrice di testi buddhisti Chandra Livia Candiani e l’insegnante e scrittore Umberto Fiori, nel corso di “Acrobati delle parole – Giocare con i segni”. L’accompagnamento musicale all’arpa curato da Monica Micheli.
La rassegna è stata per la prima volta a Rimini con la collaborazione delle istituzioni e delle associazioni locali.
La cappella Petrangolini:
Il Palazzo Guidi-Petrangolini fu la dimora riminese dei conti Petrangolini, famiglia nobile di origini urbinate, che si trovava in corso d’Augusto, dove adesso c’è palazzo Guidi, fu praticamente distrutta a causa dei bombardamenti subiti nell’ultima guerra mondiale. La famiglia Guidi edificò l’attuale palazzo, ricostruendo l’ex palazzo Petrangolini e nella coorte interna della struttura oggi si possono ammirare i reperti del fastoso palazzo, ovvero il pozzo e la cappella privata. La cappella privata fu edificata tra il 1926 e il 1927, progettata dal conte Petrangolini, che affrescò egli stesso.
Le precedenti edizioni di “Ad alta voce”:
Dallo scorso anno, e in modo più marcato in questa 19 esima edizione, il viaggio di “Ad alta voce” nelle città italiane più rappresentative si è “contaminato” con le caratteristiche di spicco delle stesse. Rimini rappresenta un importante approdo: da qui, infatti, la manifestazione itinerante – che dal 2001 porta letture in luoghi insoliti delle città italiane scegliendo luoghi della quotidianità e trasformandoli, per un giorno, in location speciali – prende le mosse per acquisire un respiro nazionale. Dalla prima edizione, nel 2001, a oggi, “Ad alta voce” ha coinvolto oltre 700 autori che hanno dato voce ai loro libri preferiti davanti a migliaia di persone in numerose città italiane: Bologna, Venezia, Ravenna, Cesena, Ancona, L’Aquila, Trieste, Padova, e Ferrara.