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Lotta alle fake news

Acque balneazione, vertice in Regione: dimezzare tempi di analisi

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 28 ago 2019 17:48 ~ ultimo agg. 17:49
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Tempi più stretti per l’analisi delle acque e un tavolo tecnico per definire nuovi protocolli di allertamento. Sono alcuni degli spunti emersi dall’incontro che si è tenuto in Regione tra gli assessori Corsini, Gazzolo e Venturi e gli amministratori dei comuni costieri. Un vertice convocato per far si che non si ripropongano in futuro allarmi e fake news come quelli che il mese scorso hanno provocato non pochi problemi alla Riviera.
Al termine dell’incontro è nata la proposta di far approvare al Governo una metodologia per ridurre dalle 48 ore attuali, previste dalla normativa nazionale, alle 18-22 ore il ciclo di monitoraggio e chiusura analisi delle acque di balneazione per dare risposte più tempestive e permettere il bagno in mare non appena le condizioni di sicurezza vengano ristabilite. Gli enti tecnici si sono detti disponibili a proseguire nelle sperimentazioni per ridurre i tempi delle analisi. Fermo restando, precisa la Regione, che il 97% delle acque emiliano-romagnole sono eccellenti e che l’Emilia-Romagna è una delle poche regioni a non essere interessata dalle condanne della Corte di giustizia europea. Per evitare la circolazione di fake news è stato messo sul tavolo anche l’impegno di avviare campagne di comunicazione concertate con tutti gli attori del sistema costiero per fornire una corretta informazione. Ultimo aspetto, il potenziamento delle infrastrutture per la gestione delle acque meteoriche, in modo da rallentare i deflussi in mare. Ma anche un protocollo di allertamento per l’intera costa basato sugli strumenti di valutazione delle precipitazioni, delle portate dei principali corsi d’acqua e della diffusione dei contaminanti lungo la fascia costiera, messi a disposizione da Arpae, oltre che dai sistemi di telecontrollo delle aperture degli sfioratori.

Presenti all’incontro sindaci e assessori dei Comuni della costa – Ravenna, Rimini, Riccione, Cervia, Comacchio, Misano adriatico, San Mauro Pascoli, Cattolica, Gatteo, Cesenatico, Bellaria-Igea Marina – e tecnici.

L’impegno della Regione Emilia-Romagna

L’impegno della Regione è, in primo luogo, far leva sul ministero della Salute affinché approvi la modifica -già chiesta dalla Regione- di adottare metodi di determinazione analitica che consentano di dimezzare i tempi di analisi e quindi di divieto di balneazione. Una proposta frutto di uno studio, approvato dall’Istituto superiore di sanità, delle Agenzie regionali di prevenzione ambientale di Emilia-Romagna e Toscana nel 2017.

In secondo luogo, si è deciso di convocare un nuovo tavolo tecnico con lo scopo di verificare la fattibilità di un protocollo di allertamento per l’intera costa dell’Emilia-Romagna, basato sulla adozione di criteri per l’identificazione preventiva degli eventi estremi legati al cambiamento climatico. La predisposizione di questo protocollo dovrebbe essere basata sugli strumenti di valutazione delle precipitazioni, delle portate dei principali corsi d’acqua e della diffusione dei contaminanti lungo la fascia costiera, messi a diposizione da Arpae, oltre che dai sistemi di telecontrollo delle aperture degli sfioratori sulle reti e sugli impianti di depurazione messi a disposizione dai gestori del servizio idrico integrato. /BB