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Crisi evitabile?

Mercatone Uno, la rabbia della Cisl. D'Alessandro: chi non ha controllato?

In foto: il Mercatone chiuso
il Mercatone chiuso
di Andrea Polazzi   
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lun 3 giu 2019 13:28 ~ ultimo agg. 4 giu 10:31
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55 negozi chiusi, 1800 lavoratori coinvolti (60 nel riminese), un marchio storico a rischio. Il fallimento della Shernon e la conseguente chiusura dei punti vendita Mercatone Uno continua a tenere banco. Già un paio gli incontri si sono svolti al Ministero per trovare una soluziona ad una situazione, denuncia la Cisl, nella quale è mancato il rispetto proprio per i dipendenti. “Lavoratori che hanno accettato tagli d’orario e si sono sacrificati in questi anni – attacca Luigi D’Alessandro della Fisascat Cisl Romagna dai microfoni di Tempo Reale (Icaro) – si sono visti comunicare la chiusura nella tarda serata di venerdì con un messaggio su whatsapp con in allegato la sentenza di fallimento del tribunale di Milano. Alcuni lo hanno scoperto andando al lavoro il sabato mattina.

Ora la palla è nelle mani del Tribunale di Bologna che deve decidere se retrocedere la Shernon. Questo permetterebbe di tornare alla amministrazione straordinaria e aprirebbe le porte agli ammortizzatori sociali per i lavoratori e alla riapertura dei negozi. Il tutto in attesa di trovare acquirenti con basi più solide. A non andare giù ai sindacati, che auspicano non si arrivi ad uno “spezzatino” tra vari acquirenti e che non si perda lo storico marchio, è come si è arrivati alla situazione attuale. “La società aveva accumulato in nove mesi 90 milioni di debiti – spiega D’Alessandro – e le banche avevano chiuso i rubinetti perché, per le norme antiriciclaggio non permetto ad una società con sede legale a Malta di avere liquidità. Tanto che la stessa Shernon aveva tentato di spostare la sede a Padova.” “La domanda che il sindacato nel corso degli incontri – prosegue – ha rivolto in primis ai commissari chiamati a vigilare è stata chi non ha controllato. Era veramente facile capire infatti che qualcosa non andava.