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Accoglienza a Santarcangelo

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 30 nov 2018 09:56 ~ ultimo agg. 09:57
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Non è la prima volta che seguiamo il blog di don Andrea Turchini per seguire i progetti di accoglienza che la sua diocesi porta avanti. Come abbiamo raccontato la scorsa settimana, ora la parrocchia di San Michele Arcangelo si sta preparando per un nuovo “invito”

“Ormai contiamo le ore che ci separano dall’abbraccio con la famiglia di Sheick Abdo – dichiara don Andrea Turchini –
In questi giorni Alberto Capannini, dell’Operazione Colomba, è volato in Libano per curare gli ultimi dettagli della partenza, anticipata a domani notte. Insieme con un centinaio di altre persone, partiranno da Beirut alla volta di Roma attraverso il Corridoio umanitario organizzato dalla Comunità di sant’Egidio e da altre organizzazioni che da tre anni collaborano insieme”.

L’arrivo a Santarcangelo è previsto per oggi. La famiglia, composta da cinque persone – papà, mamma, nonna e due bambini; la mamma è in attesa un terzo figlio – vive dal 2012 in un campo profughi del Libano, dopo essere fuggita dalla violenza della guerra in Siria.

Don Andrea Turchini spiega poi i motivi che hanno spinto lui e la sua comunità ad accogliere questa famiglia.

Perché abbiamo detto questo nuovo si?
– perché ci è stato chiesto da persone che conosciamo e stimiamo;
– perché non è un’iniziativa partita da noi e – da credenti – vi riconosciamo una richiesta che viene da Dio;
– perché c’era una disponibilità concreta all’accoglienza che si era creata e che non si poteva disperdere;
– perché crediamo che il Signore, con questa accoglienza, cambierà la nostra vita in meglio, proprio mentre ci farà sentire la nostra inadeguatezza e la nostra incapacità di risolvere tutti i problemi;
– perché di fronte al conflitto in Siria vogliamo dire ai nostri figli che abbiamo fatto qualcosa, anche poco; che ci abbiamo provato a non rimanere indifferenti;
– perché questa famiglia in particolare, con la storia che ha vissuto e il suo particolarissimo impegno di costruzione della pace, ci aiuterà a riconoscere come possiamo anche noi impegnarci a costruire la pace.

Cosa possiamo fare concretamente?
– pregare intensamente perché l’impresa è decisamente al di sopra delle nostre forze umane e perché l’incontro con la sofferenza non ci scandalizzi; questo lo possiamo fare tutti;
– dare la nostra disponibilità semplicemente, per il tempo che abbiamo e per quello che siamo capaci a fare, per aiutare questa famiglia ad introdursi nella nostra realtà cittadina (spesa quotidiana, giri burocratici, questioni sanitarie, … questioni logistiche);
– contribuire economicamente a questa accoglienza, considerando che tutte le spese saranno a carico della nostra parrocchia, perché con la formula dei corridoi umanitari l’intervento dello Stato si limita a alla concessione dei documenti per l’ingresso nel nostro Paese”.

Infine c’è anche un appello, per chi volesse contribuire concretamente con il proprio tempo o con altre risorse, a contattare Francesca (3394148592) Nicoletta (3487627588) Mara(3332579096).