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Attualità Rimini

Tac su corpo mummificato colpito da ictus. Studio di un team riminese

In foto: Il team al lavoro
Il team al lavoro
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 15 nov 2017 11:28 ~ ultimo agg. 14:38
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E’ un paleopatogo santarcangiolese, Francesco Maria Galassi, già noto per aver studiato il gigantismo di un faraone e aver risolto il mistero sulla morte di Boccaccio, il medico alla guida del team multidisciplinare che ha studiato la storia dell’ictus celebrale, che ancora ricopre il secondo posto nella cause di morte per le persone sopra i 60 anni. Con Galassi, riporta l’agenzia DIRE, hanno lavorato Stefano De Carolis, direttore della Scuola di storia della medicina dell’ordine dei medici di Rimini, l’archeologo Marcello Cartoceti ed Enrico Cavagna, direttore del dipartimento di Diagnostica per immagini dell’Ausl della Romagna.

Il pool di esperti ha ottenuto “un importante primato a livello mondiale”, analizzando i resti di un sacerdote deceduto a meta’ del 1700. Si tratta di don Giovanni Arcangeli , un sacerdote della parrocchia di San Lorenzo a Monte morto nel 1751 a 73 anni, un’eta’ non comune a meta’ Settecento in cui si moriva anche per una banale infezione. I resti, rinvenuti nel 2005 in stato di frammentazione, mostravano una contrazione anomala dell’arto e della mano sinistra, riconducibile ai pazienti colpiti da paralisi da ictus.

 

Alcuni documenti riguardanti la morte del sacerdote vennero poi ritrovati nell’archivio storico diocesano di Rimini dai quali risultava che don Arcangeli fosse stato colpito due anni prima della morte da un ictus che lo lascio’ gravemente invalido, costringendolo ad abbandonare la conduzione della parrocchia. La ricerca del pool di studiosi ha dunque incrociato il dato storico con l’evidenzia dello stato della mummia, secondo la metodologia della paleopatografica. “In questo modo e’ possibile ricostruire le caratteristiche delle patologie del passato– ha spiegato Galassi – e per noi si tratta di un importante primato a livello mondiale”. Gli esiti di questo studio preliminare sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista di medicina cardiovascolare Circulation Research.

È un grande risultato per il gruppo Cultura e per la scuola di storia della medicina, che hanno come obiettivo la riscoperta e la diffusione di questa importantissima disciplina – ha aggiunto il dottor De Carolis”. Nei giorni scorsi i resti della mummia sono stati sottoposti a uno studio tac all’ospedale Infermi di Rimini, sotto la direzione scientifica di Cavagna e ad analisi chimiche e molecolari. La tomografia ha rilevato la presenza di una calcificazione a livello dell’arteria carotide destra, compatibile con un attacco ischemico dell’emisfero cerebrale destro e conseguente paralisi dell’arto sinistro. “La paleoradiologia offre un importante contributo alla ricerca storico-medica – spiega il direttore del dipartimento di Diagnostica per immagini dell’Ausl della Romagna Enrico Cavagna- Penso ci siano le basi per uno studio multidisciplinare di grandissimo impatto per la comunita’ scientifica”.